Martedì 15 ottobre: un lungo applauso ha accolto, poco dopo le 17.30, l’arrivo dei feretri dei poliziotti uccisi a Trieste nella sparatoria del 4 ottobre scorso, Pierluigi Rotta e Matteo Demenego. Sono stati scortati dalle motociclette e dalle macchine della Polizia, avvolti dal tricolore, tra i rintocchi delle campane. A sorreggerli i colleghi che poi si sono uniti in un commosso applauso. Ad attenderli c'era il picchetto d'onore della Polizia di Stato e, tra gli altri, rappresentanze di Vigili del fuoco, volontari della Protezione civile, agenti della Polizia locale, Capitaneria di Porto, operatori del 118, Guardia di Finanza, Carabinieri e, oltre al sindaco, Roberto Dipiazza, anche il prefetto Valerio Valenti. Sui palazzi intorno sventolavano bandiere tricolore. I funerali si sono svolti alle 11,30 nella chiesa di Sant’Antonio Tumaturgo di piazza Sant’Antonio Nuovo e sono stati celebrati dal vescovo di Trieste Monsignor Giampaolo Crepaldi. Il sindaco di Trieste, ha disposto l’esposizione delle bandiere a mezz’asta in segno di lutto. Ha poi rivolto un invito, con una nota del comune, ai cittadini e ai commercianti a partecipare alle esequie.
Venerdì 4 ottobre: sono le 17 circa quando si sentono alcuni colpi di pistola dentro e fuori dalla Questura di Trieste. Momenti di panico, scene da far west con testimoni che si barricano nei negozi e cercano di nascondersi dove possono. Due poliziotti, l'agente scelto Pierluigi Rotta, 34 anni di Napoli e l'agente Matteo Demenego, 31 anni di Velletri, sono morti a Trieste in quella sparatoria avvenuta in Questura.
A sparare un rapinatore che avevano fermato e che era insieme al fratello. Secondo una nota della stessa Questura, “i due fratelli erano stati accompagnati in Questura da personale delle Volanti dopo un'attività di ricerca del responsabile della rapina di uno scooter, avvenuta nelle prime ore del mattino. Per motivi in fase di accertamento – si legge nella nota – uno dei due ha distolto l'attenzione degli agenti e ha esploso a bruciapelo più colpi verso di loro. Entrambi hanno tentato di fuggire dalla Questura, ma sono stati fermati”.
Ma lasciamo la parola a Fabrizio Maniago, segretario del SIULP di Trieste, pubblicando una lettera che ha inviato al nostro giornale. [... segue...]
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