Cresce l'allarme cybercrime in Italia, per il ventilato taglio
di gran parte dei presidi della Polizia Postale
e Telecomunicazioni. Il piano di ristrutturazione, elaborato
dal ministero dell’Interno, prevede un netto ridimensionamento
dei presidi di Polizia Postale a livello nazionale, garantendo
la presenza degli stessi, soltanto nei capoluoghi di regione
Continua, la mobilitazione per salvare i distaccamenti territoriali della Polizia Postale. In tempi di spending review, la scure dei tagli non fa sconti a nessun settore, tantomeno a quello della sicurezza. Il ministero dell’Interno ha previsto un taglio di 1miliardo e 800 milioni di euro agli stipendi delle Forze dell’ordine e, in un momento in cui si denunciano nuovi reati telematici ed elettronici, saranno chiuse ben 73 sezioni provinciali della Polizia Postale, deputata a fronteggiare le nuove frontiere dei crimini online.
Attualmente la Polizia Postale e delle Telecomunicazioni usufruisce delle strutture e degli strumenti delle Poste Italiane grazie a un’apposita convenzione che garantisce non solo lo svolgimento di diversi servizi di sicurezza sulle comunicazioni, ma anche l’attività di informazione e prevenzione dei reati informatici come pedopornografia, diffamazione, l’istigazione alla violenza e all’emarginazione, la clonazione di dati bancari e le truffe informatiche, presso scuole e Istituzioni, a titolo gratuito.
Il Dipartimento della Polizia di Stato - a quanto sostengono i sindacati - sarebbe però in procinto di avviare una ristrutturazione della Polizia Postale per recuperare uomini da assegnare alle questure territoriali, sopprimendo le sezioni provinciali e lasciando attivi solo gli uffici presenti nei capoluoghi di regione.
Nell’era di Internet, social network, cyber bullismo, reati informatici, truffe, furti d’identità e violazione della privacy, la Polizia di Stato rischierebbe così di perdere una specialità strategica costituita da poliziotti che sinora sono riusciti ad arginare con la loro competenza e professionalità le centinaia di malintenzionati che popolano la rete.
“Non riteniamo negoziabile - ha dichiarato il presidente della Consulta dei Comuni, Giovanni Iacono - la riduzione dei presidi di sicurezza e la tutela dei cittadini, ed in tale direzione è inaccettabile anche qualsiasi ipotesi di ridimensionamento o eliminazione dell’importantissimo ruolo svolto dalla Polizia Postale, in modo particolare per i reati via web e informatici. Si tratta di realtà della Polizia di Stato che si sono distinte per un lavoro straordinario, se si considera la ridottissima dotazione organica. La Consulta - ha aggiunto - sosterrà con determinazione la mobilitazione, ed effettuerà tutte le iniziative formali nei confronti del Presidente del Consiglio dei Ministri, del Ministro dell’Interno e dei parlamentari nazionali per impedire il ridimensionamento delle Forze dell’ordine rispetto agli attuali assetti e presìdi”.
Già nei mesi scorsi, la questione era stata sollevata dal Siulp, che aveva spiegato come “i tagli proposti dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza sarebbero serviti solo a reperire fondi a discapito dei cittadini, che nello specifico andrebbero a perdere in molte città uffici di Polizia che rappresentano da sempre il fiore all'occhiello delle specialità”. Secondo il sindacato, inoltre, “basterebbe un semplice calcolo, per dimostrare che entrambi gli uffici non costano nulla e che pertanto la loro chiusura comporterebbe un risparmio uguale a zero. Le spese di gestione (cancelleria e altro) della Polizia Postale risultano essere irrisorie e comunque sempre e totalmente a carico di Poste Italiane e non del Dipartimento di Polizia. L'unico modo per risparmiare, chiudendo questi uffici, sarebbe licenziare i poliziotti che vi prestano servizio ma, sembrerebbe che a questo punto non ci si sia ancora arrivati”.
In molte città italiane rappresentanti del Siulp, hanno anche incontrato i Prefetti per segnalare l'anomalia di questi tagli. E molti rappresentanti del governo si sono mostrati sensibili al tema, confermando di voler portare all'attenzione dell'Esecutivo le specifiche esigenze territoriali che rendono necessari alcuni presidi.
Una richiesta arrivata anche dalle associazioni di cybernauti come Guru@Work, che senza mezzi termini rimarcano la necessità di mantenere in vita i presidi locali di Polizia Postale: “Crediamo che la scelta di questo tipo di tagli in ottica spending review sia un segnale di miopia o quanto meno di strabismo. Il presidio del territorio non riguarda solo ciò che vediamo, ma anche quella parte sommersa che arriva attraverso la rete, che compie reati come la pedofilia, il cyber bullismo, lo stalking. Per questo ci sentiamo di dare sostegno a questi Reparti specializzati della Polizia che non devono chiudere o essere accorpati”, ha detto il presidente Ludwig Bargagli, sottolineando come serva “una specializzazione di settore per quanto riguarda i crimini informatici. Per questo motivo non si può tagliare in maniera indiscriminata e accorpare i Reparti. Perdere questo tipo di specializzazione significherebbe lasciare aperta la strada ai pericoli che si riscontrano quotidianamente in rete”.
Anche l’avvocato Giuseppe Nicosia del Circolo giuristi telematici, appoggia la Polizia Postale contro l’ipotesi di chiusura: “Si va a intaccare un Corpo specializzato in un momento in cui ci sarà sempre più bisogno di interventi nella rete. E’ proprio lì, infatti, che è nato un nuovo territorio nel quale prolifera l'attività criminale. Qualcuno - aggiunge Nicosia - sostiene che nell’era del web, il crimine informatico possa essere combattuto anche a distanza, magari dalla sede regionale della Polizia Postale. Questo è vero solo per alcuni reati, ma diventa impossibile ove sia necessario fare dei sopralluoghi, delle perquisizioni e delle consulenze on site che devono essere necessariamente effettuate da personale tecnico qualificato”.
Già nel novembre del 2013 lo stesso Capo della Polizia e Direttore generale della Pubblica Sicurezza Alessandro Pansa dalle pagine de “La Repubblica” lanciava l’allarme sostenendo di non poter più garantire la sicurezza del cittadino e degli uomini che ogni giorno si adoperano nella prevenzione e nella lotta al crimine.
Il ministero dell’Interno non replicò a quelle affermazioni. Ma la realtà odierna fatta di notizie locali che sempre più spesso denunciano la chiusura di posti di Polizia e di questure, con il conseguente aumento della micro criminalità, danno forma ad un mosaico allarmante di quello che potrebbe essere il futuro della sicurezza in Italia.
Inoltre, il paventato taglio delle Province, porterebbe ad un ulteriore ridimensionamento delle Forze di polizia sul territorio, con agenti di Polizia e militari dell’Arma dei Carabinieri costretti a pattugliare territori molto più ampi, e cittadini costretti a spostarsi da una località all'altra per una qualsiasi pratica burocratica riguardante Prefetture e questure.
Mauro Verga, segretario provinciale del Siulp di Sondrio, spiega: “Dal 2008 ad oggi siamo passati da 107mila unità a poco meno di 95mila con la chiusura di numerosi Posti di Polizia e di Polfer, caserme dei Carabinieri, Distaccamenti della Stradale, settori della Polizia di Frontiera e Postale, 3 miliardi e mezzo di euro di tagli al Comparto Sicurezza. Anche gli stipendi sono stati bloccati senza scatti di anzianità e adeguamenti di ruolo, pagati 1.300 euro al mese per rischiare la vita. Un lavoro logorante e pieno di difficoltà per difendere uno Stato che pretende motivazione e dedizione ma che di fatto ha smesso di motivare e garantire supporto. Abbiamo un tetto anche negli arruolamenti: in un anno su 3.000 poliziotti che vanno in pensione possiamo arruolarne al massimo 1.000, di fatto 900. Questa situazione ci porterà nel giro di tre anni a scendere al di sotto delle 90mila unità su tutto il territorio italiano”.
A marzo i sindacati, fra cui il Silp Cgil, avevano avuto un incontro con il ministro dell'Interno Angelino Alfano per discutere e rivedere la bozza del piano di spending review elaborata dal Viminale. “E' in atto un piano di riorganizzazione che prevede l'accorpamento di alcuni presidi e la soppressione di altri - aveva denunciato Pietro Colapietro, segretario nazionale Silp-Cgil - Il piano colpisce in primo luogo la Polizia Postale ma anche quella Ferroviaria, le Squadre Nautiche e alcuni commissariati. Si tratta di settori che consideriamo strategici per la sicurezza”.
Ad esempio, in Puglia, sparirebbero i presidi di Polizia Postale in città come Brindisi e Taranto, per lasciare aperto soltanto quello di Bari. In Calabria resterebbe aperto soltanto il presidio di Catanzaro, mentre Reggio Calabria non sarebbe più coperta.
Secondo i sindacati, la chiusura dei presidi sarebbe grave anche perché le persone, in caso di vessazioni, atti di bullismo, truffe e in generale di reati online, tende a rivolgersi direttamente alla Polizia Postale, e la chiusura dei presidi sarebbe un messaggio negativo percepito dai cittadini.
Contraria all'ipotesi dei tagli anche l’Adiconsum, che dalla voce del suo presidente Pietro Giordano dice: “Nell'era digitale la decisione di 'ridimensionare' la Polizia Postale impone una riflessione importante sulla sicurezza dei cittadini. Gli impegni assunti con l'avvio dell'agenda digitale, mostrano come la sicurezza in quel settore sia una sfida centrale per il Paese”.
Per Giordano, insomma, “i numeri parlano chiaro: la vendita di strumenti digitali non conosce crisi, il commercio elettronico mostra continui segnali in positivo e sempre più sono i servizi venduti ed offerti on line. Accanto a questi numeri, purtroppo, esiste anche un aumento dei fenomeni legati all'uso inappropriato della Rete. Lo sviluppo della Tecnologia va di pari passo con la sicurezza di cittadini e consumatori - prosegue Giordano - e la sicurezza passa inevitabilmente per le azioni della Polizia Postale, considerata all'avanguardia in Europa per risultati conseguiti, capacità di indagine ed utilizzo di strumenti innovativi, e avvertita dai cittadini vicina per l'importante attività di controllo, verifica ed indagine che svolge sul Web. La Polizia Postale - conclude Giordano - non va quindi ‘tagliata’ ma, piuttosto, incrementata. Il risparmio nel Comparto Sicurezza si raggiunge riorganizzandolo, prevedendo una maggiore collaborazione fra le varie Forze di polizia, evitando doppioni e creando un unico polo dedicato alla sicurezza digitale. I giusti tagli della Pubblica Amministrazione non sono quelli che portano il Paese indietro nel tempo, ma quelli in grado di garantire sviluppo ed innovazione”.
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