E’ sotto gli occhi di tutti come le condizioni lavorative ed economiche dei poliziotti stiano raggiungendo livelli sempre più insostenibili e infatti, già da tempo, noi organizzazioni sindacali della Polizia di Stato, contrariamente all’assordante silenzio del nostro Ministro e del Dipartimento di P.S., denunciamo alle Istituzioni e all’opinione pubblica, il progressivo deterioramento e l’acuto disagio professionale del personale.
Tra l’altro, non si può non notare che, negli ultimi tempi, all’elevato numero di problematiche rimaste irrisolte, si sono aggiunte e si stanno aggiungendo nuove e delicate questioni che minano e mortificano in maniera oltremodo pesante l’attività lavorativa del personale.
Oltre al fatto che, come già riportato più volte dai mass media, le Forze dell’Ordine sono la nuova categoria di poveri, si aggiunga la consapevolezza di lavorare in contesti operativi sempre più difficili, con mezzi obsoleti e insicuri, in strutture fatiscenti che minano persino la dignità degli operatori, con un età media sempre più elevata che mette a rischio i livelli di efficienza dei servizi di sicurezza e di mantenimento dell’ordine pubblico, tenuto conto che la nostra mission è rivolta ai cittadini ed è destinata alla tutela delle istituzioni democratiche.
A ciò si aggiungano problematiche vecchie e nuove come la chiusura di Uffici disposta dal Dipartimento, l’allarmante assenza di strategia sulla sicurezza che prevede uno smodato ricorso a pratiche emergenziali, come la gestione dei fenomeni di immigrazione e come l’approccio all’ordine pubblico e, ultimo ma non per importanza, i recenti testi del Decreto legge sulla riforma della P.A., licenziato dall’ultimo Consiglio dei Ministri, che omologano il Comparto Sicurezza, per la sola parte relativa ai “doveri”, ai lavoratori del Pubblico Impiego, senza tener conto della nostra “specificità” che è tra l’altro una legge.
Per tutto questo, per molto altro e per il silenzio della nostra Amministrazione, abbiamo manifestato a Milano lo scorso 8 luglio in occasione dell’eurovertice dei ministri degli interni e di giustizia e, a livello locale, come sta già avvenendo in tante altre province, abbiamo deciso di non concedere più, con effetto immediato:
- le deroghe relative agli orari per l’ordine pubblico (stadio, cortei, presidi ecc.);
- le deroghe relative agli orari previsti per i servizi di accompagnamento di stranieri clandestini alle frontiere;
- le deroghe relative agli orari previste per il Poliziotto di Quartiere;
- le deroghe relative agli orari per particolari esigenze info-investigative;
- gli accordi relativi alla reperibilità pattizia per il semestre luglio-dicembre 2014;
Inoltre, a far data da giovedì 10 luglio 2014, le scriventi sigle sindacali – rappresentative del 100% dei poliziotti della provincia di Modena - hanno deciso che non parteciperanno più, fino a data da destinarsi, ai lavori delle Commissioni Paritetiche locali.
Sappiamo bene che si tratta di una decisione grave, ma è assolutamente necessaria ed è in linea con la gravità della situazione poiché non possiamo ignorare che, oltre alla continua mortificazione di un’intera categoria di lavoratori, vengano decisi tagli che portano, ad esempio alla chiusura di uffici come il Posto Integrato di Polizia: dove si vuole arrivare con questi tagli? A chi giova l’allarme sicurezza?
E’ di queste ore la notizia che, mentre la preoccupazione crescente per la situazione sicurezza sembra non interessare il governo italiano, quello statunitense avverte i propri cittadini dell’elevato rischio di essere borseggiati e derubati se si recano nei luoghi di maggiore interesse turistico.
Per questi e per tanti altri motivi che non stiamo a ripetere che è stata decisa questa nuova linea – nei confronti del Governo e dell’Amministrazione della P.S. - , che rappresenta inoltre solo il primo passo di una nuova e più incisiva fase di lotta sindacale ad oltranza.
Nel ringraziarVi per l’attenzione dedicataci, Vi porgiamo i nostri più cordiali saluti.
Modena, 11 luglio 2014.
Segreterie Provinciali
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