E’ nata la Carta dei figli dei genitori detenuti, un Protocollo d’Intesa sottoscritto dal Ministero della Giustizia, dall’Autorità Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza e dall’Associazione Bambinisenzasbarre Onlus, a tutela dei diritti dei 100mila bambini e adolescenti che entrano nelle carceri italiane.
Lo scopo della “Carta” è stato, soprattutto, quello di riuscire a mantenere la relazione familiare tra genitori arrestati e figli, ma anche il diritto a non perdere la loro famiglia nel periodo drammatico della detenzione. Purtroppo le carceri italiane e le leggi attuali in merito a questo tema sono molto inadeguate rispetto a quello che succede in tanti altri Paesi europei.
E’ sempre più difficile per i figli delle persone detenute riuscire a mantenere un rapporto umano con il proprio congiunto e in questo modo si rischia che siano proprio i figli a pagare la vera pena per gli errori che hanno commesso i loro genitori, dovendo crescere sentendosi come bimbi di serie B rispetto ai loro coetanei. Spesso ci si dimentica che anche loro sono vittime delle scelte dei genitori rinchiusi per aver commesso dei reati.
“Per la prima volta in Europa si stabilisce il diritto alla genitorialità dei detenuti” - ha commentato il Ministro della Giustizia Andrea Orlando -. “Il nostro vuole essere un segno, un punto di partenza, un modo di mettersi dal punto di vista di chi paga il prezzo più alto delle disfunzioni e delle iniquità che si sono determinate nel sistema penitenziario italiano. Cioè i bambini che, incolpevoli, subiscono una situazione di disagio e di trauma che rischia di segnare la loro vita”.
Il Protocollo ha una durata di 2 anni, ed istituisce un Tavolo permanente composto dai rappresentanti dei tre firmatari, che ha il compito di monitorare periodicamente l’attuazione dei punti previsti nella carta.
Il documento si compone di otto articoli, tutti incentrati sul prioritario interesse del minore, il primo dei quali stabilisce il diritto per i bambini e gli adulti di vedere riconosciuta la continuità del rapporto affettivo anche nel caso in cui uno o entrambi i genitori vengano arrestati. Una garanzia che va tutelata salvo impedimenti giudiziari o casi di reati nei confronti di minori e anche in situazioni familiari di particolare fragilità, così che il momento della detenzione non costituisca un ulteriore peggioramento del rapporto genitori-figli ma sia, per i primi, un’occasione di ricostruzione dello stesso.
Il secondo articolo elenca le condizioni che dovrebbero agevolare la frequentazione da parte dei bambini del genitore detenuto, come ad esempio la scelta di un luogo di visita che favorisca i contatto, la regolarità delle visite, la presenza di uno spazio dedicato ai bambini nelle sale d’attesa e nelle sale colloqui dei penitenziari, l’organizzazione delle visite nel pomeriggio così da evitare ai bambini di dover saltare la scuola.
L’articolo 3 della Carta stabilisce la possibilità per il genitore di essere presente a tutte le occasioni e ricorrenze importanti nella vita del bambino: compleanni, recite scolastiche, festività, diploma o laurea.
Il Protocollo sottolinea l’importanza di una formazione adeguata del personale che opera nei penitenziari affinché on venga mai dimenticato che famiglie e bambini dei detenuti sono persone libere e come tali devono essere trattate in carcere.
Tutti gli articoli riguardano sia minorenni in visita negli Istituti Penitenziari, che i figli dei genitori detenuti negli Istituti penali minorili.
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