home | noi | pubblicita | abbonamenti | rubriche | mailing list | archivio | link utili | lavora con noi | contatti

Giovedí, 22/10/2020 - 15:20

 
Menu
home
noi
video
pubblicita
abbonamenti
rubriche
mailing list
archivio
link utili
lavora con noi
contatti
Accesso Utente
Login Password
LOGIN>>

REGISTRATI!

Visualizza tutti i commenti   Scrivi il tuo commento   Invia articolo ad un amico   Stampa questo articolo
<<precedente indice successivo>>
Marzo-Aprile/2014 - Panorama sindacale
Le notizie dei sindacati
di

SIULP
“Non abbiamo mai invocato immunità né abbiamo mai preteso che i pochissimi che sbagliano non fossero puniti ma riteniamo, questo sì ce lo aspettavamo, che a chi ha messo la propria vita al servizio del Paese e delle Istituzioni facendo il proprio lavoro con grande professionalità ed altrettanto equilibrio oltre che totale abnegazione gli fosse dato il giusto riconoscimento e la meritata difesa da parte di chi ha l’onore di rappresentare le Istituzioni. Ecco perché esprimiamo plauso e totale condivisine, oltre ai ringraziamenti, al ministro Alfano che con le sue affermazioni a difesa della Polizia, pur rimarcando giustamente la fermezza a punire i pochissimi che sbagliano, ha dimostrato di essere il ministro degli Interni di tute le donne e di tutti gli uomini della Polizia di Stato e delle Forze dell’ordine in generale”. Lo afferma in una nota Felice Romano, segretario generale del Siulp che, nel ringraziare il Miniastro per la difesa della Polizia agli inusitati attacchi che mirano al tanto peggio, tango meglio, per non dire allo sfascio delle Istituzioni, conferma la totale condivisione di quanto espresso dal ministro Alfano in sede di conferenza stampa in merito agli attacchi alla Polizia e alle autorità di Pubblica Sicurezza provinciali.
Il ministro, conclude Felice Romano, ha ridato fiducia e motivazione alle donne e agli uomini della Polizia di Stato e di tutte le Forze dell’ordine che, nonostante i “quattro soldi” con cui vengono retribuiti e nonostante gli attacchi fisici e morali hanno sempre continuato a fare il loro dovere fino al sacrificio estremo.
* * *
Il Siulp è contrario alla chiusura del posto Polfer di San Benedetto Val di Sambro- Castiglion del Pepoli. Questa posizione è stata ribadita ieri nel corso di un’affollata assemblea tenuta dal maggior sindacato di Polizia nei locali dell’Ufficio Polfer che vogliono chiudere, alla presenza del Sindaco Gianluca Stefanini.
La posizione strategica del presidio e l’alto numero di pendolari, lavoratori e studenti, che quotidianamente utilizzano lo scalo ferroviario e l’annesso parcheggio di scambio per raggiungere il proprio luogo di lavoro, rendono ineludibile l’esigenza di mantenere questo presidio di Polizia a tutela e sicurezza della comunità.
A parere del Siulp sono immotivate le ragioni di risparmio economico addotte dal Dipartimento della P.S. per disporre la chiusura dell’ufficio in questione, atteso che tutte le spese di gestione sono a carico dell’Ente Ferrovie Spa, senza alcun onere per lo Stato.
Inoltre, si tratta di chiudere l’unico presidio di Polizia Ferroviaria fra Firenze e Bologna, 100 km di tratta ferroviaria, ove insistono la linea ordinaria e quella dedicata all’alta velocità. Nella tratta in questione vi sono lunghe gallerie, una addirittura di 16 chilometri, che rappresentano luoghi sensibili e delicati per la sicurezza della viabilità ed anche in relazione all’esigenza di prestare soccorsi in caso di incidenti.
Non bisognerebbe dimenticare le ferite inferte al Paese dalle stragi consumate lungo la tratta ferroviaria di competenza del Posto Polfer di San Benedetto Val di Sambro. Peraltro, la chiusura di questo presidio lascerebbe senza vigilanza anche le stazioni di Manzuno e Grizzana Morandi.
A conclusione dell’assemblea il Siulp e il Sindaco hanno convenuto sulla necessità di stabilire sinergie per intraprendere, con il coinvolgimento delle comunità locali interessate, una serie di iniziative finalizzate a modificare il progetto di razionalizzazione dei presidi allo scopo di preservare la presenza e l’operatività del posto di Polizia ferroviaria di San Benedetto Val di Sambro-Castiglion dei Pepoli.
SAP
Una petizione on line per unificare le Forze di Polizia e ridurre quindi i costi per lo Stato è l’iniziativa lanciata dal Sap, il sindacato autonomo di Polizia, che è stata già sottoscritta da oltre 4mila persone. Lo scopo è quello di arrivare ad una proposta di legge per unire in un unico corpo le attuali 7 Forze di Polizia, cinque nazionali e due locali, che determinano un notevole costo per le casse pubbliche.
“E’ vero che bisogna tagliare – ha sottolineato il presidente del Sap, Gianni Tonelli – ma i tagli vanno fatti nella direzione giusta. Sono anni che chiediamo una reale riforma dell’apparato della sicurezza e oggi non si può rispondere con tagli lineari con la chiusura di presidi a scapito della sicurezza della gente”. Per sottoscrivere la petizione è stato attivato il sito internet poliziaunita.it con lo slogan “meno tasse, più sicurezza: unifichiamo le Forze di Polizia in Italia”.
“Siamo un’anomalia rispetto ad altri Paesi – ha spiegato Tonelli – con sette Forze di Polizia che assorbono il 60% delle loro risorse umane ed economiche solo per mantenere in piedi le strutture. Una dispersione di costi enorme senza parlare delle sovrapposizioni di competenze sia per materia che per territorio”. “Portare avanti dei tagli lineare – ha aggiunto il presidente del Sap – non risolverebbe il problema di riduzione dei costi poiché tra uno o due anni saremmo allo stesso punto. Va bene chiudere qualche ufficio inutile ma solo se in un contesto di razionalizzazione generale e riforma dell’intero apparato di sicurezza. Il governo abbia il coraggio di osare e sfidare i poteri forti che impediscono questo rinnovamento”.


SILP PER LA CGIL
“Il vice capo vicario della Polizia, prefetto Marangoni in un recente incontro, ha esposto ai sindacati le linee guida del progetto di razionalizzazione e chiusura dei 261 presidi territoriali di Polizia e ha rappresentato che le funzioni di autorità locale di P.s., 73 uffici di Polizia ferroviaria, 73 sezioni di Polizia postale, 27 sezioni/sotto sezioni Polizia stradale, 4 nuclei artificieri, 11 squadre a cavallo, 4 sezioni sommozzatori, 50 squadre nautiche oltre agli accorpamenti e rimodulazione delle competenze di alcuni compartimenti in ambito stradale, ferroviario e della zona di Polizia di frontiera, fermo restando la struttura organizzativa dei compartimenti della Polizia postale nei capoluoghi di regione”. E’ quanto scrive la segreteria provinciale Silp per la Cgil di Crotone.
“Secondo questo progetto attualmente sottoposto al parere dei prefetti e dei questori , la Polizia postale è la specialità di fatto a rischio soppressione in quanto il Dipartimento intenderebbe mantenere uffici di specialità solamente nelle città sedi di Corti d’appello. Ne consegne che in Calabria, solo Reggio Calabria, sede del Compartimento della Polizia postale e delle comunicazioni, e Catanzaro quale sede del Distretto di Corte d’appello resterebbero in vita. Le altre tre Sezioni situate nei capoluoghi delle altre province fra cui Crotone verrebbero soppresse.
Il Silp per la Cgil ritiene incomprensibile e folle l’idea del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, di voler chiudere e rinunciare a uffici di Polizia di importanza strategica come gli uffici della Polizia postale. Infatti, mentre le polizia del vecchio continente, moderne e democratiche, si rafforzano e si specializzano nel settore delle telecomunicazioni perché ritenuto strategico, i vertici della Polizia italiana ritengono superfluo e quindi da estirpare in nome di una pseudo riorganizzazione. Mentre nel Paese aumentano i reati di natura informatica e le organizzazioni criminali si specializzano nell’uso di nuove tecniche di comunicazioni e del web, la Polizia di stato abdica lasciando campo aperto al crimine.
E’ certamente condivisibile l’idea di una riorganizzazione dei presidi delle Forze dell’ordine ma a parere del Silp per la Cgil, non può esistere una vera riorganizzazione se prima non si procede ad una riforma dell’intero comparto sicurezza, che veda attraverso l’unificazione delle Forze di polizia una più corretta ridistribuzione di compiti e funzioni e una moderna dislocazione dei presidi sul territorio. Siamo l’unico Paese ad avere cinque Forze di polizia, che non comunicano fra loro e se lo fanno, lo fanno poco e male e fra l’altro qualcuna ancora ad ordinamento miliare (cosa per la quale l’Europa ci sta tirando le orecchie!).


PNFD
“Siamo tutti folli”? La domanda da formulare è proprio questa, o quantomeno lo dovrebbe essere una “buona fetta” di noi. E’ quanto ha dichiarato Carlo Aliberti - segretario generale nazionale aggiunto del sindacato. A giudicare dalle riprese televisive che spesso vengono mostrate nei vari telegiornali, effettivamente sembrerebbe che la Polizia ha perso l’uso della ragione. Si vedono, infatti, (unicamente) delle cariche ad indifesi manifestanti che senza alcuna apparente motivazione vengono spintonati o malmenati da agenti con casco e manganello.
“Che orrore!”, “Poverini”, “Che bestie” anzi, come dice chi rappresenta il vertice: “Che Imbecilli!”.
Ora, se così fosse, è da immaginare che chi è entrato sano di mente in Polizia, come da accurate visite mediche e psico-attitudinali, non sia più così sano; di conseguenza consiglierei a chi di dovere, senza stupidi commenti, di fare nuovamente sottoporre ai controlli sanitari i cosiddetti “folli”, allo scopo di farli – se ritenuti tali – riformare e fornire loro la dovuta pensione, per malattia dipendente da causa di servizio.
Questo “dovrebbe fare” chi si permette invece solo di commentare con frasi sicuramente “fuori luogo”.
Noi invece che lavoriamo nel settore specifico e conosciamo i sacrifici giornalieri che vengono affrontati per svolgere una funzione di cuscinetto fra i manifestanti e coloro che suscitano queste manifestazioni, sappiamo che le cose non sono come vengono mostrate dai giornalisti nettamente “di parte”. Non siamo certo contro la libertà di stampa, prosegue Aliberti, “ma se si tratta di libertà”, bisogna che “tutto” e ribadisco “tutto, venga mostrato a chi paga una tassa per potere vedere la televisione. Invece di mostrare esclusivamente la parte che riguarda la cosiddetta “carica” i giornalisti degni di questo nome (e ce ne sono) mostrino anche l’antefatto: le offese, i lanci di oggetti (pietre, bottiglie e chi più ne ha, più ne metta); i tentativi di entrare e\o di passare dove è stato stabilito (e non da la Polizia) che è vietato accedere (con spintoni e calci ricevuti dalle FF.OO.); queste sono generalmente le cose che provocano poi la “carca” della Polizia che tende, prevalentemente, solo a spaventare i manifestanti e non a malmenarli. Si tende infatti solo ad allontanare quelli che maggiormente possono “caldeggiare” gli animi.
Non siamo quello che vogliono farci apparire! Siamo spesso moralmente a fianco proprio dei manifestanti! Facciamo il nostro dovere e svolgiamo degnamente la nostra professione anche se ci stanno facendo perdere anche questa dignità ma … per quanto ancora?


UILPA-PENITENZIARI
Ennesimo incidente ad un automezzo della Polizia penitenziaria impiegato nel trasporto di detenuti. Questa volta è accaduto in Calabria. L’automezzo di scorta nel rientrare alla Casa di Reclusione di Rossano, dopo aver espletato un servizio d traduzione in Sicilia, sembra per lo scoppio di un pneumatico, si è ribaltato. Gli operatori della Polizia penitenziaria a bordo hanno riportato diversi traumi e contusioni.
A darne notizia è Gennarino De Fazio, segretario nazionale della Uilpa Penitenziari, che nell’esprimere solidarietà e formulare gli auguri di pronta guarigione ai colleghi coinvolti commenta così: “si tratta dell’ennesimo incidente ad un automezzo della Polizia penitenziaria in pochissimi giorni e, anche in questo caso, solo per circostanze fortuite non c’è stata la tragedia. Già nei giorni scorsi episodi analoghi sono accaduti e pressoché quotidianamente le scorte della Polizia penitenziaria devono fare i conti, oltre che con l’emergenza carceraria e la carenza degli organici che ormai è prossima alle 8.000 unità, anche con la fatiscenza degli automezzi, molto spesso privi anche della minima manutenzione e talvolta neanche revisionati nei termini di legge. Non si vuole di certo entrare in sterili polemiche, ma nel momento in cui si discute di auto blu, F35, ecc., il Governo Renzi e il Ministro della giustizia Orlando non possono non assumere tangibili iniziative per garantire la sicurezza dei trasporti in ambito penitenziario che, allo stato, crediamo mettano a repentaglio non solo l’incolumità della Polizia penitenziaria e dei detenuti trasportati, ma dell’intera collettività. Non vorremmo – conclude il segretario della Uilpa – che la Polizia penitenziaria dovesse esercitare i compiti di Polizia stradale da non molto conferite per sottoporre a fermo amministrativo i propri automezzi”.


SAPPE
“Mancano le risorse finanziare per pagare il personale che è stato drasticamente ridotto, obbligando di fatto il restante personale in servizio a fare gli straordinari che, però, non possono essere pagati, se non con permessi di recupero di cui non potranno comunque usufruire, perché lascerebbero scoperto il servizio. E’ un cane che si morde la coda”.
“Siamo qui per denunciare, per l’ennesima volta una situazione insostenibile” – ha detto Domenico Ballotta, segretario regionale Fns Cisl Sicilia -. Così gli operatori di Polizia Penitenziaria, insieme con il Sappe, Cisl, Cgil, i sindacati autonomi di Polizia Penitenziaria e sindacati confederati, hanno organizzato un sit-in di protesta davanti il carcere minorile Malaspina di Palermo, per chiedere risposte immediate alla politica, per far fronte all’emergenza che affligge il sistema carceri. “Chiediamo risposte concrete – ha proseguito Ballotta – per tutelare la dignità dei lavoratori che sono stati abbandonati”.
A rincarare la dose è stato Calogero Navarra, segretario regionale del Sappe. “Il personale di Polizia Penitenziaria – ha affermato Navarra – chiede il rispetto dei propri diritti, sia come lavoratori che come uomini. In particolar modo per quanto riguarda il carcere minorile – ha sottolineato – è evitare che i giovani detenuti di oggi ricadano nella tentazione di rivolgersi al crimine organizzato, o di commettere nuovi reati, una volta usciti”.

<<precedente indice successivo>>
 
<< indietro

Ricerca articoli
search..>>
VAI>>
 
COLLABORATORI
 
 
SIULP
 
SILP
 
SILP
 
SILP
 
SILP
 
 
Cittadino Lex
 
Scrivi il tuo libro: Noi ti pubblichiamo!
 
 
 
 
 

 

 

 

Sito ottimizzato per browser Internet Explorer 4.0 o superiore

chi siamo | contatti | copyright | credits | privacy policy

PoliziaeDemocrazia.it é una pubblicazione di DDE Editrice P.IVA 01989701006 - dati societari