Parliamo con Giorgia Serughetti, autrice del libro 'Uomini che pagano le donne'. Una ricerca che si interroga sulle ragioni della prostituzione, e sulla cultura che la sostiene.
Da dove nasce questo libro-studio?
'Uomini che pagano le donne è l'evoluzione della mia ricerca di dottorato nella quale mi interrogavo sul perché dell'esistenza della prostituzione: perché risponde ad un bisogno. La mia domanda è stata di carattere culturale, non mi interessava disegnare un ventaglio di profili e di caratteristiche. È impossibile ridurre la figura del cliente a un unico identikit, o rappresentare il mostro. Gli uomini che pagano le donne sono uomini di ogni età, di ogni appartenenza sociale, di ogni status, reddito, istruzione e provenienza, e il mio obiettivo era capire quale sia la cultura sulla quale si realizza ancora oggi la domanda di prostituzione.
Ha avuto la possibilità di intervistare clienti di prostitute?
Sì. Gli uomini che ho intervistato appartengono di più all'area della prostituzione di strada. Molti sono ex clienti, che hanno avuto una presa di consapevolezza rispetto al dramma della riduzione in schiavitù; hanno scoperto la tragedia che si nasconde dietro a una donna che si prostituisce.
È possibile categorizzare gli uomini che oggi reputano che la donna sia un oggetto da possedere?
Una ricerca condotta dall'Istat nel 2013 sugli stereotipi di genere rivela che le vecchie generazioni hanno ancora un'idea molto precisa della donna-oggetto. Le più giovani, invece, sembrerebbero essere sgombre da queste rigidità del passato. Ciò non significa, però, che i giovani non subiscano lo stereotipo della donna immagine imposta da cinema e tv.
Quale analisi del fenomeno ne deriva?
Che gli uomini stiano vivendo una sorta di crisi, perché perdono il loro ruolo sociale tradizionale, perdono alcune delle sicurezze che venivano dalle istituzioni patriarcali, si confrontano con il potere crescente delle donne, e per incapacità di rispondere a questa forza reagiscono con una forma regressiva, cercando una donna da dominare, controllare e sottomettere.
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