Nuovo governo, vecchie urgenze. Tra queste, il contrasto economico alla criminalità organizzata. A dirlo è il neo premier, Matteo Renzi, all'indomani del suo insediamento.
Nero su bianco ha poi messo i punti, cinque per l'esattezza, per fermare il sistema mafioso nel nostro Paese. Peccato che, nelle ore immediatamente successive alle sue dichiarazioni - e come riportato dal settimanale L'Espresso - il direttore della Dia, Arturo De Felice, avrebbe diramato una circolare a tutti i centri operativi sparsi sul territorio nazionale per ridurre gli strumenti di controllo sulle imprese, società e persone fisiche.
In pratica un dimezzamento di accessi per gli operatori di Polizia giudiziaria alle banche dati delle Forze dell'ordine (Sdi) o delle Camere di commercio (Infocamere); tecnicamente, una 'rimodulazione' o 'razionalizzazione'.
Il che, come immaginabile, ha creato non poca apprensione tra coloro che, quotidianamente, si occupano di sicurezza e legalità. Così, Daniele Tissone, segretario Silp CGIL, ha dichiarato: «Un pessimo segnale che conferma una volontà tesa al depotenziamento della struttura principalmente deputata al contrasto del crimine organizzato nel nostro Paese. Ridurre tali accessi – ha aggiunto Tissone – comporterà una grave diminuzione nella funzione investigativa e preventiva della struttura stessa a scapito dei risultati che si potrebbero ottenere in assenza di una simile limitazione».
|