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Novembre-Dicembre/2013 - Laboratorio
Lettera aperta a quel manifestante orgoglioso della sua imbecillità
di Brig. Guglielmo Picciuto - Delegato Co.Ce.R. GdiF

Caro “presunto” manifestante, ho notato che sabato scorso ti sei imbucato vigliaccamente in un corteo autorizzato, solo e soltanto per scatenare la tua violenza repressa e colpire quegli uomini che, secondo il tuo vuoto pensiero, rappresenterebbero il male da cui è esplosa la crisi economica e sociale di questo triste periodo. Vedi, potrei scendere ai tuoi infimi livelli ed offenderti alla stessa stregua, per i sentimenti che mi travolgono, quando dei miei colleghi, dei Veri uomini delle istituzioni, vengono attaccati in una guerriglia da Paese surreale, proprio da quelli che come te non hanno nemmeno il coraggio di mostrarsi apertamente ed assumersi le proprie responsabilità.
Sai, egregio “presunto” manifestante, mi sarei aspettato che avessi espresso il tuo pensiero con le “armi” pacifiche della moderna democrazia, oppure che facessi comprendere a quelle masse non attente ai tuoi “pseudo-bisogni”, se il tuo pensiero si discosti o meno da quello dei c.d. pensatori anarchici come Michail Bakunin o Pëtr Kropotkin o altri ancora. Invece, si sono sentite le urla fanatiche di: Assedio!...Dovete morire!...Andate via! Nonostante tutto, tra i vari uomini delle FF.OO. impegnati nell’occasione, un gruppo di Finanzieri erano lì a difendere un edificio delle istituzioni, restando fermi ed immobili, protetti l’un con l’altro senza attaccare e trincerati dietro i loro blindati, mentre venivano assaliti con spranghe, mazze, bottiglie ed oggetti vari. Non è accettabile, in un Paese normale, assistere impotenti davanti a scene del genere, in cui si vedono persino i giornalisti dotati di caschi protettivi nell’intento di scattare foto con estrema naturalezza, mentre tutt’intorno ragazzi e ragazze fuggono invasati e intanto vengono lanciate bombe carta, potenti petardi ed incendiati dei cassonetti. Non ti rendi conto te e i tuoi amici di “vigliaccaggine” esempio, quali danni hai creato al tuo Paese, anche se hai legato con tuoi pari di diversa nazionalità, quale offesa hai arrecato a quelle persone che nella capitale hanno un esercizio commerciale, quale aggravio hai procurato all’immagine della terra che ti ha generato? Purtroppo sei il rodotto di un’assenza di ideali sani, che dovrebbero partire dalla famiglia e completarsi nella scuola, anche se quest’ultima sta cadendo a pezzi come tutto il nostro impianto culturale, per la disattenzione di un popolo ormai apatico ed assuefatto ad un’imperante paralisi del sistema Paese.
Certe immagini rimandano ai terribili anni 70, in cui la parte “sana” di quest’Italia vilipesa lasciò un tributo di vite umane non indifferente, nel preciso intento di volersi risollevare, grazie soprattutto alla convergenza di idee che hanno avvicinato i movimenti democratici degli operatori di polizia a quelli degli operai della grande industria. Chiunque tu sia, se ritieni di far valere i tuoi principi o le tue idee, non è certo con la vigliacca violenza che otterrai qualcosa. Potresti avere miglior risultato facendo ricorso al confronto democratico, per meglio crescere ed aiutare ogni cittadino del mondo. Ricordati, se nessuno ancora non te l’abbia insegnato, che quegli uomini schierati a difesa di un simbolo delle istituzioni, chiamati a fronteggiare tensioni sociali nel difficile ruolo di garantire l’ordine pubblico, sono persone che a differenza di quelli come te, hanno scelto di stare dalla parte della legalità, di onorare il patto con lo Stato di cui fai parte, rischiando la propria vita per 1.400 euro al mese, anche se ciò può comportare il ricevere offese fisiche o ingiurie di qualsiasi natura.
Dovresti essere orgoglioso di questi ragazzi che spesso hanno la tua stessa età o di questi uomini che potrebbero avere quella di tuo padre, poiché tutti loro, nei momenti in cui potresti averne bisogno, non si domanderebbero se sia giusto o meno prestarti aiuto, essi lo faranno e basta, con estrema professionalità e coerenza. Impara la strada giusta da percorrere e abbi rispetto per questi uomini che si guadagnano onestamente da vivere, pur nelle difficoltà quotidiane che ognuno affronta nelle proprie famiglie. Purtroppo, di fronte ad eventi che riguardano la storia di questo Paese, non si è ancora conservata una memoria individuale e né tantomeno una collettiva. Per far sì che dagli errori del passato si possa costruire un futuro migliore, la “piazza democratica” ha l’onere di isolare le imbecillità umane, garantendo il rispetto di coloro che quotidianamente testimoniano l’essenza delle istituzioni.
Brig. Guglielmo Picciuto - Delegato Co.Ce.R. GdiF

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