La sicurezza alimentare è una questione che riguarda tutti i cittadini, senza alcuna distinzione. Riguarda i produttori, gli allevatori, i ristoratori, i consumatori. Riguarda tutti noi perché ogni persona, ha il diritto ad avere un accesso ad alimenti sicuri dal momento che – secondo l’EFSA, l’Europea Food Safety Authority, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare – ancora oggi un individuo su dieci si ammala dopo aver consumato cibo contaminato. Alimenti sani e sicuri contribuiscono alla salute delle persone. È importante, quindi, sensibilizzare l’opinione pubblica. Sempre più spesso vengono organizzati convegni, dibattiti e incontri su questo tema. È importante conoscere i rischi, e come prevenirli, che possono derivare da una cattiva alimentazione e, ancora peggio, dalla diffusione di cibi non controllati adeguatamente, adulterati e non sicuri. Può essere addirittura fondamentale prevenire, attraverso un’attenta gestione, i rischi per la nostra salute potenzialmente derivanti dagli alimenti, contribuendo così alla sicurezza delle nostre tavole, alla salute umana, alla prosperità economica, all’accesso ai mercati, al turismo, all’agricoltura e allo sviluppo sostenibile. Lo scorso 7 giugno, si è svolta infatti, proprio per questi motivi, la prima giornata mondiale per la sicurezza alimentare. Sensibilizzare l’opinione pubblica, dunque, con iniziative reali e concrete per arricchire di conoscenze il dibattito su questo tema: tutti i soggetti coinvolti nei sistemi alimentari hanno una funzione da svolgere. Intanto un ruolo fondamentale è quello dei governi. Che devono garantire alimenti sicuri e nutrienti per tutti. I singoli governi nazionali hanno un ruolo decisivo per affermare la possibilità per tutti di consumare cibi sicuri, promuovendo per esempio sistemi agricoli e alimentari sostenibili, favorendo una collaborazione multisettoriale tra sanità pubblica, salute animale e agricoltura. In questo modo le autorità preposte alla sicurezza alimentare possono gestire ed eliminare tutti i rischi lungo l’intera catena alimentare, anche durante eventuali emergenze. I vari Paesi possono conformarsi alle norme internazionali stabilite dalla Commissione del Codex Alimentarius.
Nel campo dell’agricoltura tutte le pratiche della coltivazione devono garantire ai consumatori a livello mondiale una sufficiente fornitura di alimenti sani. Contemporaneamente devono esserci efficaci controlli preventivi dal momento che essi possono risolvere la maggior parte dei problemi di sicurezza alimentare. Tutti coloro che partecipano alla manipolazione degli alimenti – dalla trasformazione alla vendita al dettaglio – devono assicurare il rispetto di programmi come l’HCCP, un sistema che individua, valuta e controlla i pericoli più importanti e più insidiosi per la sicurezza alimentare, dalla produzione primaria al consumo finale lungo tutta la filiera. Inoltre una lavorazione, un immagazzinaggio e una conservazione corretti, contribuiscono a mantenere il valore nutrizionale e la sicurezza dell’alimento.Inoltre aumentare la sicurezza alimentare vuol dire anche contribuire alla riduzione della criminalità organizzata che negli ultimi anni sempre di più si è dedicata alla contraffazione di cibi, come in un’ intervista pubblicata su questo numero del giornale Giancarlo Caselli, ex Procuatore di Palermo e di Torino e attualmente presidente del Comitato scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare.
“Soggetti senza scrupoli – ha raccontato Caselli – sono pronti a sfruttare, sofisticare, adulterare. Le conseguenze? Opacità, scorrettezze e veleni che ci ritroviamo a dover consumare senza saperlo”.
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