Immigrazione
Salve direttore,
le recenti vicende legate agli sbarchi nel Canale di Sicilia hanno dato a tutti da pensare. Chi auspicando che quei clandestini se ne tornassero in patria e chi, con maggiore pietà umana, si è interrogato su quale vita si siano lasciati alle spalle. Insomma, pur dividendosi tra favorevoli e contrari alle migrazioni umane, il tema ha fatto discutere.
Mi piacerebbe leggere su questa rivista di tali punti di vista a confronto perché solo dal confronto è possibile generare qualcosa di costruttivo. Confido in una sua risposta.
Lettera firmata
Gentile lettore,
pur non condividendo il termine ‘clandestino’ che lei usa per definire gli esuli – o meglio ‘richiedenti asilo’ – che sfidano il mare per raggiungere l’Europa, posso dirle che concordo invece a pieno sull’urgenza di sfruttare ogni contesto utile per far sì che nasca un autentico confronto su temi come le migrazioni e le nuove cittadinanze.
A tal proposito, posso anticiparle che stiamo lavorando a una sezione monografica proprio sull’argomento. Continui a leggerci, quindi. E, se ne ha voglia, non manchi di dire la sua.
Saluti.
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Internet
Caro direttore,
le recenti notizie provenienti dal colosso Google Plus che potrà associare le nostre immagini del profilo a operazioni commerciali, fa capire come saremo sempre più pedine di un gioco più grande di noi.
Ma è mai possibile che i social network siano percepiti solo come occasione di svago e non come una trappola? Io, dal canto mio, ho scelto di non avere un account su nessuna piattaforma per non essere controllato.
Enrico
Gentile lettore, andare incontro alla 'tecnofobia' non è il modo per rispondere agli interrogativi su privacy e sicurezza che ormai il web ci pone.
Piuttosto è bene dotarsi di tutti gli strumenti utili a tutelare i dati che non intendiamo condividere, se non con la cerchia più stretta delle nostre amicizie. Anche virtuali.
A proposito delle insidie della rete, ospitiamo, proprio su questo numero, un servizio sulle frodi online. Per essere più accorti, semmai; non intimoriti dal cambiamento.
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Antimafia
Caro direttore,
ho molto apprezzato, in un vecchio numero, il fatto di parlare di antimafia, anche e per tramite delle parole di giovani come quelli di ‘Ammazateci tutti’.
Vengo da pochi istanti dal funerale civile di Lea Garofalo a Milano e sono rimasta particolarmente toccata dalla parole di sua figlia e dalla forza di saper riconoscere che se quella donna è andata incontro a un destino così crudele è stato anche per garantire una vita salva a quella giovane, sua figlia. A figure come queste dovremmo tributare tutta la nostra riconoscenza, una riconoscenza civile per aver insegnato, attraverso i gesti e non le parole, i motivi per cui è giusto vivere.
E’ un pensiero, lo prenda per quello che è, ma volevo condividerlo.
Anna Costanza
Gentile lettrice,
anche se brevemente, ha fatto bene a regalarci questo spaccato di una sua giornata ricordandoci una vicenda umana, quella di Lea Garofalo che non può che far riflettere ciascuno di noi.
Una donna che ha saputo dire basta a un sistema mafioso che inghiotte, pagando purtroppo sulla propria pelle la scelta del coraggio. A lei e a persona come Rita Atria va il nostro pensiero, col desiderio – non le nego – di continuare a rinvigorire la loro memoria anche tramite queste pagine. Cosa che accadrà.
Saluti.
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