Di crisi si parla, di crisi si muore.
La crisi economica è il rallentamento per lo più improvviso e durevole delle attività economiche della nazione ma generalmente è l’eco locale di una situazione mondiale.
Si manifesta con la stasi commerciale e con la conseguente stasi produttiva, con la disoccupazione, la diminuzione dei salari, la diminuzione del potere di acquisto delle masse, il congelamento dei crediti… ed altro.
Fino al secolo XVIII le crisi erano determinate principalmente da carenze di prodotti, dovute alla scarsità dei raccolti, alle guerre, epidemie, inondazioni ed altri fenomeni naturali. Raramente la crisi assumeva carattere generale, cioè estensione a tutte le merci e a molti paesi come avviene attualmente, ma era limitata ad alcuni prodotti e ad un determinato paese.
L’avvento del capitalismo, della grande industria, di monopoli industriali e commerciali ha profondamente influito sulle cause, sull’intensità e i caratteri delle crisi, che non sono più considerati dalle crisi, che non sono più considerati fenomeni ma fase normale del ciclo economico.
Ad un periodo di prosperità dopo fasi di tensioni finanziarie in cui viene ad aumentare il tasso di interesse segue il periodo di crisi e si verifica la trasformazione del capitale – risparmio di capitale monetario disponibile, che nella nuova fase di prosperità assumerà nuove forme tecniche, secondo le mutate condizioni del mercato.
Tra le condizioni che possono condurre alla crisi sono da considerare gli errori di previsione per eccesso o per difetto della produzione in rapporto alla effettiva entità della domanda.
Anche le innovazioni tecniche e l’aumento delle offerte, le vie che continuamente gli imprenditori più attivi introducono, le altre per la nascita di mercati nuovi che entrano sul mercato mondiale, condizionano i cieli economici provocando un’alterazione delle normali condizioni della domanda e dell’offerta, cui segue una depressione dei prezzi, che induce molti imprenditori a chiedere maggiori crediti alle banche per ottenere denaro liquido, che poi risulta più caro, anche per la grande abbondanza di merce offerta.
Alla crisi di sovrapproduzione seguono quelle di sottoconsumo la cui causa è da ricercarsi nell’accrescimento della produzione cui non segue un aumento dei redditi della popolazione.
Il modo individuale per affrontare la crisi è stabilire cosa vogliamo, avere un obiettivo pensando positivamente per iniziare con fiducia un cammino sostenuto dalle capacità personali. Questo ci aiuterà a affrontare e risolvere al meglio un problema che a volte crediamo irrisolvibile.
Quello che ci viene a mancare è l’autostima che ci può aiutare a vedere le cose nel loro lato migliore. Non cadiamo nel pessimismo ma cerchiamo in noi la forza di cambiare il mondo.
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