home | noi | pubblicita | abbonamenti | rubriche | mailing list | archivio | link utili | lavora con noi | contatti

Giovedí, 22/10/2020 - 15:18

 
Menu
home
noi
video
pubblicita
abbonamenti
rubriche
mailing list
archivio
link utili
lavora con noi
contatti
Accesso Utente
Login Password
LOGIN>>

REGISTRATI!

Visualizza tutti i commenti   Scrivi il tuo commento   Invia articolo ad un amico   Stampa questo articolo
<<precedente indice successivo>>
Luglio - Agosto/2013 - Pubblicazioni
Pubblicazioni
Radicalmente sbirro
di

Intervista di Valter Vecellio, giornalista Rai,
a un funzionario ‘scomodo’: Ennio Di Francesco

Dopo trent’anni dalla legge 121 del 1981, come giudichi la sua efficacia?
Ha indubbiamente cambiato il nostro sistema di sicurezza pubblica facendo sì che la Polizia facesse uno scatto in avanti e ponendo le basi perché diventasse una delle più preparate e professionali […].

Un bilancio positivo parrebbe di capire.
Purtroppo non tutti i valori sono stati attuati, sicché risulta una “riforma incompiuta” anzi per certi versi involuta!

Ti ascolto, ma non prima di averti ulteriormente “provocato”. Venendo qui, nella vicina piazza Colonna, vicino Palazzo Chigi, ho visto dei “gipponi” e tanti poliziotti in servizio di ordine pubblico; poderosi, aitanti, sorridenti. Ragazzi che mi paiono assolutamente normali, indistinguibili se non per la divisa dai loro coetanei. Penso poi ai fatti del G8 di Genova, ai gravissimi episodi alla scuola Diaz, agli inni fascisti che i loro colleghi “celerini” sono stati sentiti scandire […]. Mi chiedo se non ci sia qualcosa di “marcio”, o che si vuole lasciare marcire. Ci sono state delle colpe, delle omissioni, delle distrazioni? Come li vedi tu questi nuovi ragazzi “celerini”?
Come dei normali ragazzi con tanta voglia di vivere, ma con addosso la responsabilità di una funzione non profondamente percepita, e che spesso non viene loro neppure spiegata. Tieni presente che ormai quasi tutti vengono in polizia dopo una selezione e formazione prettamente militare alle spalle. E’ un delicato aspetto di controriforma su cui si dovrebbe riflettere! Sento doveroso fermarmi talora a parlare con loro, a raccogliere sensazioni e gettare il seme di una riflessione. Lo faccio chiedendo dapprima un’informazione, come un cittadino qualsiasi. Solo dopo mi qualifico e inizio a riferirmi al lavoro. Alcuni mi guardano come un funzionario in pensione, magari patetico; altri ascoltano con distacco o curiosità. Chiedo se il nome Antonio Annarumma suggerisce qualcosa. Alla risposta, quasi sempre negativa, ricordo che era uno di loro, un ragazzo di Avellino, del III celere di Milano, che morì in uno scontro di piazza. Che per ciò l’Amministrazione concesse allora quindicimila lire di premio per tutti!

E qual è la loro reazione?
Cominciano ad ascoltare con maggiore attenzione, sono interessati, pongono domande. E’ l’aggancio che mi permette di accennare al percorso delle lotte democratiche che ha portato alla Polizia di oggi, ai diritti di dignità e professionalità che prima i “tutori dell’ordine” non avevano, al contributo che ciascuno di loro, pur nel suo piccolo, può e deve dare. Non pochi poi mi scrivono. Conservo alcune e-mail, sono semplici e incoraggianti. E’ un seme che vale la pena gettare, specie dopo i fatti del G8.

Già, l’obbrobrioso comportamento della Polizia a Genova durante il G8! Come valuti allora il film “Diaz” che tante polemiche ha suscitato?
Ho avuto occasione di assistere all’anteprima del film a Roma al cinema Barberini. La sala era piena di studenti. […] Durante la proiezione confesso che ho molto sofferto: le scene erano tremende, focalizzate sulla brutalità dei poliziotti che avevano fatto irruzione nella scuola Diaz e sulle successive detenzioni e violenze alla caserma di Bolzaneto […]

Dopo è arrivata la sentenza della Corte di Cassazione… confermate tutte le condanne precedenti… confermato che quella sera alla Diaz ci fu quella che il vie-questore Michelangelo Fournier nel suo racconto definì “macelleria messicana”. I poliziotti infierivano sui manifestanti inermi a terra. Siamo stati stigmatizzati persino in campo internazionale! Tu sei stato in quel mondo, lo conosci. Come possono nascere e svilupparsi certe dinamiche?
La sentenza della Suprema Corte sugli eventi del G8 di Genova ha stabilito la verità giudiziaria: cioè che diversi dirigenti, funzionari ed agenti di Polizia hanno commesso dei reati e per questo sono stati condannati. Ma la verità “ontologico/professionale” per la disfunzione del sistema “sicurezza e ordine pubblico” non è stata affrontata.

Accomodati, dunque.
In quei giorni è stata fatta violenza non solo alla città, ai genovesi, ai dimostranti irruenti o pacifici, ma anche all’Istituzione Polizia nel senso più nobile e alla generalità dei “tutori dell’ordine” che quotidianamente rischiano la vita per tutti. Quei funzionari sono stati condannati per i loro comportamenti, ma hanno pagato, a mio avviso, anche per l’osservanza prona a un “sistema premiale” che ricompensa l’assoluta obbedienza al “capo”. Un meccanismo sistematico da qualche tempo introdotto dall’alto, capace di favorire prestigiose carriere ma anche un equivoco “senso di servizio”.[…] Ciò ha alterato i meccanismi selettivi del sistema e influito in qualche modo sulla stessa riforma.

Stralcio dal libro Radicalmentesbirro (2013, NoUbs Edizioni, euro 13,00).
Per ordini direttamente all’editore, tel. 0871.348890, web: www.noubs.it.

<<precedente indice successivo>>
 
<< indietro

Ricerca articoli
search..>>
VAI>>
 
COLLABORATORI
 
 
SIULP
 
SILP
 
SILP
 
SILP
 
SILP
 
 
Cittadino Lex
 
Scrivi il tuo libro: Noi ti pubblichiamo!
 
 
 
 
 

 

 

 

Sito ottimizzato per browser Internet Explorer 4.0 o superiore

chi siamo | contatti | copyright | credits | privacy policy

PoliziaeDemocrazia.it é una pubblicazione di DDE Editrice P.IVA 01989701006 - dati societari