Nel libro ‘La bomba umana’ emergono nuove
rivelazioni sulla mattina del 9 maggio 1978,
quando il cadavere del leader della Dc
fu ritrovato nella Renault 4 rossa.
“Erano le 11”, quasi due ore prime
dalla telefonata ‘ufficiale’ delle Br. Una versione
che suscita non poche domande
e qualche perplessità
Trentacinque anni dopo arriva un’altra verità sul caso Moro. Vitantonio Raso, uno degli artificieri-antisabotatori chiamati per esaminare la Renault 4 rossa, sarebbe arrivato in via Caetani intorno alle 11, poco prima di Cossiga, che finora si sapeva essere giunto sul posto solo poco prima delle 14.
Nella sua versione emergono significative variazioni rispetto alla tesi ufficiale: gli spostamenti di orario, il racconto del sangue “ancora fresco” sulla macchina e l’impressione che quando Cossiga arrivò sapesse già tutto, prima ancora della famosa telefonata delle 12.30 delle Br che dava le coordinate per ritrovare il corpo del Presidente della Dc.
A partire da quel “sangue fresco”, che posticipa l’orario della morte e sposta l’uccisione in un luogo più vicino a via Caetani, diversamente dalla tesi consolidata secondo la quale Moro fu assassinato nella primissima mattinata in via Montalcini. Inoltre, se il ritrovamento avvenne tra le 10 e le 11, da chi arrivò la telefonata precedente a quella ’ufficiale’ di Moretti ? Se dalle Br, perché il messaggio è stato poi ripetuto? Se invece non furono le Br, chi è stato?
Resta poi da capire a cosa servirono quelle due ore di ‘buco’ tra la versione di Raso e quella ‘ufficiale’.
Non poche sono le perplessità che emergono da questa nuova testimonianza. La prima è il ritardo di 35 anni con il quale questa arriva. Raso dichiara di non essere mai stato sentito, ma nessuno gli impediva di rendere una deposizione spontanea o di raccontare la sua storia ai giornali. Ci si chiede, poi, perché la sua confessione arrivi dopo la morte di Cossiga e Andreotti.
A non convincere è anche la presenza di Cossiga sul luogo del ritrovamento di Moro già dalle 11.30. Via Caetani è a circa 100 metri dall'allora sede del Pci e poco di più dall'allora sede della Dc, dove si stava decidendo se accettare lo scambio di Moro con un brigatista. La zona era gremita di giornalisti, fotografi e operatori: è possibile che nessuno abbia notato il Ministro dell'Interno, che nessuno abbia scattato una foto?
L’ex artificiere racconta di aver scritto una relazione di servizio , che gli venne strappata davanti agli occhi dal caposervizio dell'epoca. E questo è un altro punto oscuro su tutta la vicenda.
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