SIULP - FNS CISL
“La Sicurezza è una delle condizioni imprescindibili per il rilancio dello sviluppo economico e sociale del nostro Paese”. Questa, in sintesi l’affermazione dei sindacati Siulp e Fns Cisl alla base della loro richiesta di ammodernare il modello della sicurezza in Italia per meglio rispondere alle nuove e pressanti sfide. Il tutto anche in considerazione della necessità che il sistema sia compatibile e sostenibile con la disponibilità delle risorse che sono sempre più esigue.
“Ecco perché, tra le riforme che il governo deve affrontare, è importante quella relativa all’ampliamento dei diritti sindacali anche in tutte le Amministrazioni del Comparto Sicurezza (Carabinieri e Finanza), oggi penalizzate da restrizioni anacronistiche e ingiustificate, che consentano un nuovo e più moderno modello di relazioni sindacali capace di rispondere alle nuove esigenze. Contrattualizzazione della dirigenza, delegificazione delle procedure negoziali e ampliamento delle materie oggetto di contrattazione, applicazione di tutti i diritti del pubblico impiego anche al personale del Comparto Sicurezza insieme all’abolizione dell’articolo 82 della legge 121/81, che limita alla Polizia di Stato il pieno diritto alla libera sindacalizzazione, sono gli interventi necessari per rendere la sicurezza del terzo millennio al passo con i tempi.”
Lo dichiarano Felice Romano, segretario generale del Siulp e Pompeo Mannone, segretario generale della Fns Cisl, nel richiedere che anche i poliziotti ed i militari abbiamo piene libertà sindacali.
“Dare piena consapevolezza dei diritti e delle libertà sindacali significa, alla luce degli oltre 30 anni di esperienza maturata, dare maggiore consapevolezza ai singoli operatori e valorizzare il servizio reso in funzione delle esigenze dei cittadini”, continuano i due segretari.
“Nella Polizia Penitenziaria e nel Corpo Forestale dello Stato dove è intervenuta tale riforma, culturale e politica, con l’affermazione della piena sindacalizzazione, ha consentito strumenti di partecipazione e regole più rispondenti a Corpi di Polizia. Auspichiamo che Letta ed Alfano mettano in campo tale revisione legislativa accanto al riordino delle carriere per il riconoscimento effettivo della specificità dei Corpi dello Stato a partire dal regolamento delle pensioni e dal blocco della retribuzione” concludono Romano e Mannone.
COISP
“Continuiamo inutilmente a denunciare lo scandalo dei braccialetti elettronici (non) utilizzati per il controllo dei detenuti: uno spreco da 9 milioni di euro all’anno che avviene mentre si continuano a tagliare le risorse necessarie alle Forze dell’ordine per contrastare la criminalità sul territorio e le carceri continuano a essere sovraffollate”.
Lo afferma il segretario del sindacato Franco Maccari, che spiega: “la spending review continua ad essere il pretesto con cui tagliare servizi essenziali per i cittadini e limitare la garanzia di diritti fondamentali, come quello alla sicurezza, ma evidentemente la politica del risparmio non riguarda gli sprechi milionari della Pubblica amministrazione che riversa inutilmente ingenti risorse nelle tasche di privati. Ricordiamo con l’introduzione del braccialetto, come misura di controllo da applicare in associazione ai domiciliari al posto del carcere, si deve a una legge del 2001, alla quale seguì un contratto tra il ministero dell’Interno e Telecom che nel 2003 venne implementato con un capitolo sui braccialetti, per un canone complessivo di 11 milioni all’anno, di cui 9 milioni all’anno per i soliti bracciali fino al 2011 e la possibilità di noleggiare fino a 400 dispositivi. Dal 2003 al 2012 sono stati utilizzati soltanto una quindicina di braccialetti, tanto che la stessa Corte dei Conti ha rilevano ‘una notevole sproporzione tra gli elevati costi ed il numero veramente esiguo dei bracciali utilizzati’. Eppure lo scorso anno l’allora ministro dell’Interno Cancellieri ha rinnovato la convenzione per altri 7 anni e duemila bracciali, ma ad oggi sono attivi meno di una decina di dispositivi. Uno spreco vergognoso, perché non soltanto vengono letteralmente buttati al vento circa 9 milioni all’anno da una decina d’anni, quanto si rinuncia al risparmio che ha giustificato l’introduzione di questi braccialetti: la differenza tra il costo di mantenimento di un detenuto in carcere, circa 200 euro al giorno, e di uno con il braccialetto utilizzato, in sostanza, costa circa un milione di euro all’anno agli italiani: quasi un braccialetto d’oro tempestato di diamanti alla caviglia di pochi detenuti, mentre si pensa di risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri rendendo sempre più difficile l’arresto dei criminali”.
PNFD
La Pnfd sindacato di Polizia, denuncia da anni una vergogna senza precedenti, i poliziotti che lavorano sulle autostrade hanno diritto ad una indennità accessoria che si chiama indennità autostradale e che paga la società autostradale al ministero dell’Interno, che a sua volta le versa nelle casse delle Prefetture per poi procedere attraverso gli uffici amministrativi contabili delle questure al pagamento arretrato, a volte anche di due anni, per il riconoscimento verso i poliziotti che rischiano la vita sull’asfalto delle autostrade, tutti i giorni, al servizio dello Stato e per la tutela dei cittadini.
Pnfd denuncia uno stato di debito da parte delle Istituzioni verso questi poliziotti di milioni di euro!
Abbiamo più volte chiesto l’accredito degli emolumenti in tempo reale sullo stipendio ma non siamo mai stati ascoltati! Vorremmo comprendere perché l’avente diritto e nel caso specifico il poliziotto della Stradale deve attendere anni per percepire, un poco alla volta, le retribuzioni che gli spettano e vorremmo comprendere anche quali destinazione hanno gli interessi maturati!
Di recente in Calabria hanno pagato tale incombenza relativa solo ad alcuni mesi dell’anno 2012 mentre in Campania la Polizia stradale attende ancora di ricevere le retribuzioni dal mese di febbraio 2012.
I poliziotti vivono con stipendi da fame e tali indennità accessorie allieverebbero la già sofferta condizione economica delle loro famiglie. L’Amministrazione della Ps è pronta ad usare il regolamento di disciplina, a nostro avviso monocratico, per punire il personale che ha contratto i debiti ma non ottempera ai propri. Una incoerenza che mortifica la dignità della categoria.
Il Pnfd annuncia sul territorio campano eclatanti manifestazioni di protesta.
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