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Marzo-Aprile/2013 - Lettere
redazione@poliziaedemocrazia.it
Le vostre lettere
di

Taglio degli stipendi d’oro

Egregio Direttore,
una proposta semplice, ma molto importante, alla nostra classe politica e di governo. In un momento di crisi economica e sociale, cosi drammatico, in cui sempre più cittadini sono senza un posto di lavoro, sono alla fame, non hanno più niente.
Tagli agli stipendi d'oro e alle buone uscite milionarie, e ora di incominciare a mettere mano ai manager pubblici e privati, poi giornalisti, presentatori, conduttori di programmi tv, calciatori, allenatori, piloti di auto e moto da corsa e tante altre categorie di liberi professionisti previlegiate.
Sarebbe ora che i loro stipendi d'oro siano resi pubblici sul web, in tv, sui giornali, fare in modo che tutti i cittadini sappiano quante caste esistono qua nella nostra bella Italia. Quei soldi ricuperati tagliando i loro stipendi, investirli nell'edilizia pubblica, mettere in sicurezza scuole, ospedali, edifici pubblici, costruzione di nuovi asili nido e miglioramento dei servizi socio sanitari aiuterebbero a creare tanti posti di lavoro. Poi in una situazione di crisi cosi drammatica del nostro Paese, i sacrifici devono essere fatti in proporzione al reddito, chi ha di più deve dare di più. Poi basta corruzione, basta sprechi, basta stipendi d'oro.
Se le forze politiche e di governo, non hanno il coraggio o la voglia di farlo, sarebbe utile organizzare la raccolta di firme per indire un referendum, per tagliare le buone uscite milionarie e stipendi d'oro dei nostri manager pubblici e privati. Poi lasciatemelo dire, basta evasione fiscale, non è possibile continuare a vedere redditi annuali mediamente di istituti di bellezza 6.500 euro, negozi di abbigliamento 8.600 euro, autosaloni 14.800 euro, ristoranti 14.300 euro, gioiellieri 17.000 euro, e tanti altri autonomi, ma guarda ! guadagnano meno di un lavoratore dipendente, questi dati sono stati pubblicati riguardando l'anno 2010.
Cari cittadini onesti, dobbiamo chiedere a gran voce legalità, moralità, trasparenza, onestà e ancora onestà e più coscienza civile e sociale.
Quello che si recupera sull'evasione fiscale, dovrà andare sulla riduzione delle tasse in particolare ai lavoratori dipendenti e pensionati che hanno sempre pagato il dovuto.
Francesco Lena
Cenate Sopra (BG)

Gentile lettore,
buone nuove in vista. O almeno si spera, tanto più che in Parlamento spira vento di novità sul fattore compensi.
Non appena insediatisi, Laura Boldrini e Pietro Grasso, rispettivamente presidenti di Camera e Senato, hanno annunciato di volersi ridurre lo stipendio del 30%; poi, del 50, rinunciando a benefit collaterali e invitando i colleghi a fare lo stesso.
Qualcuno dirà: ancora, troppo pochi. Prendiamolo come un inizio cui Boldrini e Grasso dicono già di voler dare un seguito. Nelle intenzioni, infatti, c’è una sforbiciata complessiva ai costi del Parlamento: dal 30 a 50%.
Staremo a vedere: la lente d’ingrandimento dei cittadini è puntata. Tutto sta a capire quali saranno le sorti delle due Camere e la loro durata.
__________________________________
Due facce di una medaglia

Egregio Direttore,
sono di questi giorni le notizie che vedono due situazioni contrapposte nell’ambito delle nostre Forze dell’ordine.
Da una parte una giustizia che manda ai domiciliari uno degli agenti che hanno causato la morte di Federico Aldrovandi e dall’altra che è stato mandato a processo l’agente che lo scorso 14 novembre, a Roma, prese a manganellate in faccia un manifestante.
Dall’altra, un carabiniere a Udine e un agente di Polizia a Locri si sono suicidati.
Entrambe le situazioni risultano essere due facce della stessa medaglia.
Da un lato la violenza inusitata di alcuni appartenenti alle Forze dell’ordine, e dall’altra la fragilità e la facilità con cui sempre più spesso vede appartenenti alle Forze dell’ordine suicidi.
Cosa sta accadendo in questi ambienti, si stanno nuovamente chiudendo alla società civile rifugiandosi in un nuovo corporativismo?
Il male potrebbe essere che oramai questi uomini e donne non vengono più scelti tramite percorsi concorsuali specifici ma pescati in ambienti già di per se chiusi come quello militare?
Sarebbe auspicabile, da parte della Sua rivista, l’avvio di un giornalismo di inchiesta su cosa effettivamente stia succedendo dentro gli ambienti lavorativi delle Forze dell’ordine.
Franco Aldobrandini


Gentile lettore,
coglie nel segno. La traccia che indica è condivisa.
Intendiamo la rivista come strumento di indagine e discussione sui temi e la condizione dei lavoratori in divisa. Continui a seguirci.

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