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Marzo-Aprile/2013 - Interviste
Sicurezza Stradale
Le compagnie replicano: polizze care per colpa dei risarcimenti generosi
di a cura di Francesco Dorazi

Gli assicuratori respingono la responsabilità
dei rincari. La tariffa unica nazionale - dicono - non è
comunque la soluzione


Vittorio Verdone, direttore centrale della Fondazione Ania chiarisce: «In Italia paghiamo risarcimenti più alti rispetto agli altri Paesi europei».

Dottor Verdone, l'Antitrust ha evidenziato come le tariffe Rc auto in Italia sono le più care d'Europa. Cosa occorre fare per ridurle?
Per una riduzione strutturale dei costi in Italia occorrono due fattori importanti: uno è quello legato ai danni alla persona ed è la tabella per la valutazione economica dei risarcimenti, in assenza della quale al momento impera quella del tribunale di Milano (che negli anni in cui sono aumentati i costi dei sinistri ha giocato un ruolo rilevante perché ha comportato pesanti aumenti in materia di risarcimenti). Si tenga conto che il 63% dei costi di risarcimento in Italia riguardano i danni alla persona: noi risarciamo valori molto più elevati sia per l'invalidità permanente e il danno biologico sia per il danno morale (che in Germania ad esempio non è proprio considerato) e nei casi di superstiti da vittime mortali. Alcuni di questi valori non hanno riscontro in nessun altro paese europeo. Il secondo fattore che manca affinché si realizzi una diminuzione dei costi è l'attività istruttoria antifrode. In realtà l'art. 22 dell'ultimo decreto legge Crescita Bis ne ordina l'istituzione presso l'Ivass che dovrebbe occuparsi dell'incrocio dei database di Inail, Ania e Motorizzazione Civile così da riuscire ad intercettare dei parametri di significatività di rischio frode con i quali contrastare truffe e raggiri. Inoltre presso l'Ivass deve operare il coordinamento delle attività istruttorie grazie ai dossier inviati dalle compagnie.

E il sistema bonus malus come può migliorare?
Purtroppo il sistema bonus/malus in tutti i paesi in cui viene adottato ha un problema: lo scivolamento progressivo degli assicurati nelle classi migliori. Questo comporta che i cosiddetti virtuosi si ritrovino praticamente nella prima classe nel giro di pochi anni e il sistema, quindi, non può garantire continue riduzioni di premio per assenza di sinistri a meno che non si facciano pagare premi elevatissimi agli assicurati che causano gli incidenti. Questo è il motivo per cui quando le compagnie devono rivedere le tariffe in aumento per raggiungere l'equilibrio tecnico, gli aumenti riguardano anche gli assicurati virtuosi (principio mutualistico).
Due norme in particolare hanno ulteriormente alterato il sistema bonus/malus: il riconoscimento atecnico delle classi di merito ai veicoli dei familiari dell'assicurato principale (quindi a prescindere dalla storia assicurativa effettiva) e quella sui concorsi di colpa per i quali al primo incidente non scatta il malus. Bisogna realizzare invece un sistema di classificazione che includa un periodo di osservazione più ampio (10 anni di storia assicurativa) e che non attribuisca più in automatico delle riduzioni di premio. Ci saranno dei coefficenti universali abbinati alla storia assicurativa del cliente che ne racconteranno la sinistrosità e grazie ai quali la compagnia potrà attribuire una tariffa appropriata. I "virtuosi" pagherebbero sempre meno degli altri.

Lei prevede un abbassamento dei costi nel prossimo futuro?
Dopo due anni di aumenti che nel complesso sono stati del 10%, i prezzi stanno iniziando a scendere e nel 2013 la flessione dovrebbe essere ancora più ampia. Bisogna tenere conto però anche degli incrementi dell'imposta provinciale sull' Rc auto, che ha comportato un aumento medio di tre punti percentuali. Le Province avrebbero potuto ridurre o aumentare di 3,5 punti e quasi tutte si sono attestate sul valore massimo. Solo quella di Firenze non ha apportato nessuna modifica.

Donne e neopatentati hanno visto già quest'anno un alleggerimento, giusto?
In realtà questo dato lo ha diffuso un preventivatore aggregato e onestamente mi sembra poco veritiero perché le donne stanno scontando gli effetti della sentenza della Corte di Giustizia che le ha equiparate agli uomini sia sulle prestazioni assicurative che sui premi. Quindi su alcuni profili le donne hanno persino visto crescere il prezzo delle loro polizze.

Perché vi siete detti contrari all'istituzione di una tariffa unica nazionale?
Perché la tariffa unica renderebbe irrilevante la territorialità e ciò sarebbe ingiusto. Si andrebbero infatti a caricare di un ingiustificato aumento le comunità (intese come inisieme dei clienti delle compagnie) di automobilisti più virtuosi. Inoltre il Sud Italia non è tutto uguale, ci sono oasi felici dove si paga pochissimo. Il problema sono le aree territoriali in cui la situazione tecnica è più deteriorata come Puglia, Campania e alcuni territori della Calabria, ma la tariffa non è e non può essere una bacchetta magica. Per riuscire a trovare un equlibrio territoriale bisogna ridurre i costi di quelle aree che oggi hanno medie di incidenti superiori al naturale; e questo si ottiene solo svolgendo maggiori controlli e intervenendo con decisione sui disonesti.

La scatola nera può essere una soluzione efficace in tal senso?
Noi siamo a favorevoli all'introduzione della scatola nera, anzi sono le compagnie che le hanno introdotte senza alcun bisogno di previsioni normative, ma non vogliamo che le compagnie siano obbligate a proporla indistintamente, perché ci sono dei costi iniziali di impianto a loro carico che renderebbero difficile un abbassamento delle tariffe. Diverso il caso in cui le stesse case di produzione automobilistiche producessero veicoli già dotati di questo congegno.

Intanto però in Italia circolano liberamente 3 milioni di veicoli non assicurati. Il dato non rassicura.
Questo è il saldo tra veicoli immatricolati e veicoli assicurati che sono circa 43 milioni. Bisogna chiarire con attenzione che in Italia l'obbligo assicurativo esiste solo per i veicoli che circolano non per tutti quelli immatricolati. Quindi anche le vetture chiuse nei box privati o nei depositi giudiziari e quelle nei concessionari immatricolate e non vendute rientrano in questo conteggio allarmante. Stiamo parlando di milioni di veicoli che non circolano in realtà. E' chiaro, purtroppo esistono anche veicoli in circolazione senza contrassegno valido e questo costituisce un pericolo per tutti quanti, ma non sono di certo tre milioni a piede libero.

Come evitare che questi fenomeni penalizzino chi paga regolarmente l’assicurazione?
Le norme che sono state approvate recentemente aiuteranno a contrastare meglio il fenomeno dell'evasione. Fino ad oggi il controllo veniva effettuato solo attraverso le pattuglie e i risultati in effetti sono stati davvero molto scarsi. Ora invece grazie all'incrocio dei nostri dati con quelli della Motorizzazione civile le forze dell'ordine potranno entrare in possesso delle generalità dei non assicurati e quindi di fatto porranno fine a questo fenomeno. Inoltre, si effettuerà anche un controllo ulteriore e massivo attraverso la registrazione fotografica delle targhe dei veicoli in circolazione e la tempestiva verifica della validità o meno della copertura assicurativa della macchina fotografata. L'unica cosa che ci occorre, al momento, è un regolamento chiaro che stabilisca quali sono i parametri di contestazione e sanzione di questa gravissima infrazione.

Molti clienti delle compagnie assicurative continuano a ricevere lettere di disdetta, perché?
Questa situazione si è verificata nella fase di passaggio dai contratti con tacito rinnovo a quelli con clausola a norma di legge. Il divieto del tacito rinnovo per i contratti in vigore dal 1 gennaio 2013 ha evidentemente coinvolto però anche quei contratti che avevano la clausola al loro interno e che quindi si sono dovuti necessariamente disdire e rinnovare.

E' escluso quindi che fosse una manovra speculativa delle compagnie come hanno denunciato i consumatori?
Spesso le compagnie hanno bisogno di equilibrare i propri portafogli clienti sul territorio. Nei contratti con tacito rinnovo per selezionare la clientela era necessaria la disdetta, ora non più. Resta fermo però l'obbligo a contrarre, per cui l'assicurato ha sempre il diritto di stipulare.


FOTO: Vittorio Verdone è Direttore Centrale dell'Ania con competenze specifiche
in materia di Auto, Distribuzione e Consumatori

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