Tariffe Rc auto sempre più care nonostante
diminuisca il numero delle persone assicurate.
Lo sottolinea la Federconsumatori
evidenziando come le compagnie stiano violando
quelle che sono le logiche basilari
della domanda e dell'offerta
Presidente Trefiletti, in Italia - secondo l'Antitrust - le tariffe Rc-auto sono più alte d'Europa.
Quanto rilevato dall'Antitrust è per la verità una cosa che noi denunciamo da anni, e non ne siamo stati affatto sorpresi. Ci ha sorpreso semmai il fatto che ci sia voluto tutto questo tempo. Nell'ultimo decennio, le tariffe delle assicurazioni auto sono pressoché raddoppiate.
Perché secondo lei in Italia c'è questa anomalia?
Non è l'unica, per la verità: oltre alle assicurazioni auto tra le più elevate a livello internazionale, ci sono anche i costi bancari tra i più alti; per non parlare dell'energia elettrica. abbiamo molti record dovuti al fatto che la nostra economia è un impasto di speculazioni e scarsa concorrenza: un mix micidiale che comporta, anche nell'ambito assicurativo, risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
Sempre in merito alla categoria Rc, i consumatori sono spesso vittime di differenziazioni che le compagnie assicurative tendono a fare seguendo parametri che in teoria non dovrebbero essere penalizzanti per il cliente.
Qui ci riferiamo a diverse questioni: la prima è che c'è una differenziazione territoriale che è troppo smaccata e divergente. E' impossibile che ci sia una tariffa al Nord e al Sud la stessa tariffa sia cinque volte più alta. Francamente un differenziale di cinque volte è allucinante e c'è più di qualche cosa che non va; la seconda è che non funziona il bonus/malus che è questa tecnica di applicazione delle tariffe che in realtà è solo malus perché non esiste un cittadino che ci abbia mai segnalato la riduzione delle tariffe assicurative; la terza questione, infine, riguarda i molti raggiri da parte delle assicurazioni. Tutto questo ha comportato l'aumento abnorme delle tariffe.
E' legittimo che una compagnia di assicurazioni rifiuti di stipulare una polizza contro il furto a residenti in regioni considerate 'a rischio' come Puglia e Campania ad esempio?
Su polizze non obbligatorie come quella contro il furto, la compagnia assicurativa che rifiuti la copertura ad un residente in regioni cosiddette 'a rischio' non può essere sanzionata perché manca il principio di obbligatorietà, ma si può e si deve comunque denunciare la cosa.
Noi siamo esterrefatti invece da un 'giochino', un escamotage che mettono in campo le compagnie che a seguito delle nostre segnalazioni all'ex Isvap (oggi Ivass) sono state sanzionate: per violare la norma che le obbliga a stipulare polizze rc-auto le compagnie arrivano a chiedere fino a 6 mila euro aumentando il premio assicurativo anche di 15 volte.
Quali sono le variabili fondamentali nel rapporto costi-assicurazioni tra regione d'appartenenza, sesso, titolo di studio, età, reddito e status sociale?
Essenzialmente quelle legate alle differenziazioni territtoriali che sono gravissime e che coinvolgono soprattutto le regioni del Sud Italia e quelle legate all'età: i neopatentati sono i più tartassati.
Tra uomini e donne invece c'è una differenza di premio?
No, non rileviamo differenze sostanziali. Anzi, direi di evitare questo tipo di radicalizzazioni che rischiano di annacquare la nostra battaglia contro altre assurde distinzioni.
A quanto rileva l'Ivass sono tre milioni ad oggi i veicoli nel nostro Paese che circolano senza avere la copertura assicurativa per via dei costi diventati per molti insostenibili. Cosa ci dice questo dato?
Se lo dice l'Ivass c'è da crederci anche se a me sembra francamente un numero pazzesco. Vuol dire che sono più del 10%, una cifra impressionante. Un tempo per ovviare a tariffe troppo elevate l'assicurazione veniva stipulata da nonni e zii che vivevano in zone con prezzi più bassi, ma ora questa tendenza è estremamente negativa e da combattere. Le Forze dell'ordine sanno bene quanti contrassegni falsificati circolino oggi sulle strade. Purtroppo, il fenomeno è una diretta conseguenza dei costi divenuti insostenibili per le famiglie italiane che sono sempre più povere.
Le assicurazioni telefoniche per i consumatori possono essere realmente un'alternativa valida o in caso di sinistro il fatto di non avere un contatto diretto con un funzionario può compromettere un risarcimento?
Qualche difficoltà in più è probabile che si verifichi nel disbrigo delle pratiche, ma in ogni caso le telefoniche esistono e possono comportare almeno un elemento concorrenziale, quindi bene che ci siano. E' chiaro però che bisogna stare attenti: bisogna sapere che non si è seguiti come in un'agenzia tradizionale e conoscere i servizi, come utilizzarli.
Prima di contattare un'assicurazione telefonica è meglio capire se rientra nelle compagnie formalizzate dall'Ivass. Purtroppo la concorrenzialità non sembra aver comportato l'abbattimento delle tariffe.
Per via della crisi in questo periodo sono molte le persone che si stanno vedendo recapitare lettere di disdetta delle proprie polizze assicurative. Perché?
E' il fenomeno grave di cui parlavo prima. Queste disdette sono pericolose perché il più delle volte sono fatte per poter riassicurare i clienti ad un livello maggiore. E' a tutti gli effetti un comportamento speculativo
Le liberalizzazioni che furono dell'allora Ministro per lo Sviluppo Economico Pierluigi Bersani che risultati hanno dato nel settore assicurativo?
Purtroppo non quelli sperati: sia la 'lenzuolata' di Bersani, sia quello che noi auspicavamo succedesse di lì a poco - ovvero una maggiore concorrenza, una maggiore trasparenza e di conseguenza l'abbattimento delle tariffe - non si sono realizzati.
Il futuro governo dovrà avere la responsabilità di riprendere in mano la questione dell'intero settore dell'Rc-auto perché le cose ancora non funzionano, malgrado le buone intenzioni.
quadro politico emerso dalle ultime elezioni la preoccupa?
Al di là di come la pensi io o delle mie simpatie per uno schieramento piuttosto che per l'altro, come associazione di cittadini avrei preferito che ci fosse stata la possibilità di formare un governo solido perché il Paese ne ha urgente bisogno.
Il mio giudizio è di grande preoccupazione perché dalle urne è emerso un quadro politico difficilissimo da ricomporre, mentre c'è bisogno di un governo che possa fare quel che c'è da fare per uscire dalla gravissima crisi in cui ci troviamo. Aggiungo però che la politica si è impegnata attraverso la corruzione, i privilegi e gli sprechi ad ottenere una giustificata rivolta dei cittadini e tutto il mondo politico in tal senso deve fare autocritica. Sono preoccupato perché dalle elezioni non è nato un governo in grado di occuparsi realmente di lavoro, capacità d'acquisto delle famiglie, riforme.
FOTO: Rosario Trefiletti
|