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Marzo-Aprile/2013 - Articoli e Inchieste
Armi Usa/3
Evoluzione nel tempo della legislazione sulle armi
di Claudio Ianniello

Per oltre un secolo dalla ratifica del Bill of Rigths, quasi mai ci si occupò a livello federale di interpretare il Secondo Emendamento. La maggior parte delle statuizioni avvennero a livello delle corti statali. Il costituzionalista Adam Winkler, nel libro Gunfight, the battle over the right to bear arms in America, afferma che nel 1813 nel Kentucky e in Louisiana (a differenza di quanto avviene oggi) vi erano leggi che vietavano di portare armi nascoste. Leggi simili furono poi adottate in Indiana, Tennessee, Virginia, Alabama, Ohio, Texas, Florida e Oklahoma.
Così la National Rifle Association, fondata nel 1871, era all’inizio semplicemente un’associazione sportiva, senza particolari programmi politici, che anzi appoggiò le prime leggi federali sul controllo delle armi, ovvero la National firearms act, 1934 e il Federal Firearms act del 1938, le quali obbligavano i rivenditori ad una serie di licenze molto più selettive di quelle odierne.
Nel 1939 inoltre, la sentenza della Corte Suprema sul caso United States vs Miller decretò che il Secondo Emendamento riguardasse solo la detenzione collettiva di armi da parte dei cittadini per la loro difesa e sicurezza personale, e che il diritto alle armi non potesse essere esercitato a fini privati ma solo da una milizia o da un’organizzazione militare regolamentata dalla legge per la difesa dello stato. Questa interpretazione del Secondo Emendamento verrà completamente capovolta in epoca recente.
“Qualcosa è cambiato da alcuni anni a questa parte” osserva Alessandra Farkas: “E’ vero che la passione degli americani per le armi affonda le radici nella storia di questo paese, una storia di sangue, lotte fratricide e giustizialismo, eppure negli ultimi 50 anni questa “attrazione fatale” è stata incanalata e strumentalizzata dalla politica. O meglio dal partito repubblicano, che va ripetendo da decenni un pericoloso mantra: . Avere una pistola in casa è diventato per la destra il simbolo supremo dell'indipendenza dallo stato ‘socialista’.”
Negli anni settanta la Nra iniziò a caldeggiare con forza l’interpretazione del Secondo Emendamento come diritto soggettivo di portare armi, slegato dal concetto di milizia. In questi anni presero il sopravvento le ali più conservatrici e schierate dell’associazione ed iniziò un’attività di lobbying incentrata sulla militanza politica.
“La potenza della Nra -continua Farkas - in America è enorme. Oltre a versare milioni di dollari nelle casse dei candidati repubblicani, essa è in grado di mobilitare enormi masse di elettori per far pressione sui politici locali inducendoli ad appoggiare le leggi pro-armi”

Il sodalizio tra l’amministrazione Reagan e la Nra fece il resto. Una speciale commissione costituzionale istituita sotto la presidenza Reagan, produsse un rapporto dal titolo The Right to keep and bear arms nel quale si tentò di spiegare perché il diritto di portare armi andasse inteso come diritto del singolo.
Fino al 2008 esistevano però ancora dei divieti di girare armati: nel District of Columbia, sede della capitale federale Washington, e nella città di Chicago.
Ma in quell’anno la sentenza di District of Columbia vs Heller, proclamò: “ il diritto di qualsiasi individuo di possedere un’arma da fuoco è indipendente dal fatto che si presti servizio in una milizia o meno”. Cadde quindi il divieto di Washington. Due anni più tardi, nel 2010, la sentenza del caso Mc Donald vs Chicago, dichiarò l’incostituzionalità del divieto di portare armi anche a Chicago.
“In tale cornice giuridica – afferma Molinari - il governo federale ha margini assai ristretti di intervento e delega le leggi in materia agli Stati che, a loro volta, rispecchiano un vasto sostegno popolare al Secondo Emendamento perché per la maggioranza degli americani il possesso di armi da fuoco è una declinazione delle libertà personali".
C’è da dire però che la Corte Suprema è un organo politico, in quanto i suoi nove membri -Justices- sono nominati dal Presidente, pur dovendo avere il consenso del Senato. Sono nominati a vita e non possono essere rimossi se non con un procedimento di Impeachment. Succede così, ad esempio, che alcuni giudici conservatori nominati da Bush, come il giudice Scalia, uno dei principali artefici dell’odierna interpretazione del Secondo Emendamento, siano ancora in attività durante i due mandati Obama, orientando non poco la giurisprudenza degli Stati Uniti.
Con la sua attività interpretativa, la Corte Suprema esercita un determinante ruolo di policy making (determina cioè un indirizzo politico), e le sue decisioni godono di autorevolezza indiscussa, grazie anche alla severa opera di selezione che la Corte stessa esercita sui casi da trattare, attraverso lo strumento del writ of certiorari, che le consente un potere discrezionale quasi assoluto sui casi da esaminare.
Spiega il professor Guaccero: “Dall’analisi dello stato dell’arte nell’interpretazione del Secondo Emendamento emergono con chiarezza almeno due considerazioni, che possono aiutare a comprendere il dibattito attualmente in corso negli Usa sull’irrigidimento dei limiti all’uso delle armi. La prima è che il principio costituzionale è percepito quale principio a tutela della libertà individuale e quindi di quella nazionale, sicché limitazioni drastiche corrono il rischio di scontrarsi contro alcuni dei valori fondanti del sistema politico-istituzionale statunitense. La seconda è che la Corte, come è peraltro comune nella sua tecnica decisionale, formula giudizi spesso fondati su clausole generalissime, che si prestano esse stesse ad interpretazioni cangianti nel tempo, anche solo in relazione ai mutamenti nella composizione della Corte. In questo senso non è quindi impossibile immaginare restrizioni, che non si traducano in una eccessiva limitazione della libertà generale, all’uso delle armi”
In linea teorica la Corte Suprema può comunque sempre ritornare sulle proprie decisioni, attraverso lo strumento giuridico dell’overruling, ovvero la facoltà riconosciuta alla Corte stessa di potersi discostare da una precedente sentenza. Per fare un esempio consideriamo quanto avvenuto nel caso delle sentenze District of Columbia vs Heller e Mc Donald vs Chicago: queste hanno overruled, cioè annullato le conseguenze giurisprudenziali, della sentenza United States vs Miller, stabilendo l’attuale interpretazione estensiva del Secondo Emendamento.

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