Le stragi in America per mano di cittadini armati scuotono
la coscienza dell’opinione pubblica. Ma la storia del Secondo
Emendamento è legata all’esercizio delle libertà, e la sua
interpretazione in epoca recente è a favore di un diritto individuale
a possedere armi. Questo rende difficile una limitazione di pistole
e fucili attraverso leggi. Quello che potrebbe funzionare è invece
un cambiamento progressivo del modo di considerare le armi
da parte degli statunitensi
Duemilaseicentocinque. Le persone uccise con armi da fuoco dal 14 dicembre 2012 al 12 marzo 2013 negli Stati Uniti sono 2605. Il sito www.slate.com e l’account twitter @GunDeaths, raccolgono i dati sulle morti per armi da fuoco provenienti da ogni contea e li mettono a disposizione di chiunque voglia prenderne visione. Il portale web è in costante aggiornamento, perché arrivano continue nuove segnalazioni di sparatorie con decessi. Sul sito si trovano anche il nome, l’età e la città di origine di ogni singola vittima.
All’inizio dell’elenco, tra i primi nominativi, c’è quello di Adam Lanza, ragazzo di 20 anni.
Adam viveva a Newtow, Connecticut, insieme alla madre Nancy. La signora Nancy era un’appassionata di armi e ne possedeva diverse, regolarmente detenute a casa. Adam invece era un ragazzo con alcuni disturbi mentali. La mattina del 14 dicembre 2012 Adam prende in prestito dall’arsenale della madre un fucile d’assalto Bushmaster AR-15, un’arma utilizzata anche in Afghanistan e Iraq, una pistola Glock da 10 millimetri e una pistola Sig Sauer da 9 millimetri, oltre a centinaia di munizioni. Spara quattro colpi in pieno volto alla madre. Poi raggiunge in automobile la vicina scuola Sandy Hook. Lì uccide 20 bambini delle elementari. Poi 6 donne: 4 insegnanti, la preside e la psicologa della scuola. Infine si spara.
Barack Obama piange in diretta televisiva durante una conferenza sulla strage. l’America si sente impotente, incapace di garantire la sicurezza ai propri figli nelle scuole. Troppo spesso il Paese deve fare i conti con dei cittadini armati che uccidono altri cittadini. Agevolati da un’ampia diffusione delle armi da fuoco e dalla sconcertante facilità di venirne in possesso. Legalmente.
Il Professor Lawrence Gray, docente di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, che ho raggiunto all’Università John Cabot di Roma, invita a riflettere su alcuni dati: “negli Stati Uniti si contano oltre trecento milioni di armi detenute ad uso privato e si calcola che la metà di tutte armi del mondo detenute da privati, si trovi in America. Dall’assassinio di Robert Kennedy nel 1968, ad oggi, è stata più la gente uccisa da armi tenute da privati che l’intera somma dei morti americani di tutte le guerre combattute dagli Stati Uniti.
Inoltre pensi a questo: lei può immaginare quanto il fast food Mc Donald’s sia diffuso in America giusto? Bene, per ogni Mc Donald’s, esistono quattro negozi di armi in giro per le città americane. Praticamente ad ogni angolo. Il settore delle armi non è mai in crisi. Anche perché dopo ogni tragedia, tipo quella del Connecticut, ne aumentano vertiginosamente le vendite. E’ gente convinta che presto o tardi verrà negata la possibilità di acquistare fucili e pistole a causa di nuove leggi più severe”.
A seguito di ogni sparatoria (solo pochi mesi prima della strage di Newtown, a luglio un folle entrò in un cinema della città di Aurora, Colorado, e sparando all’impazzata uccise 12 persone, tra cui alcuni bambini) si apre il dibattito sulla circolazione delle armi nel Paese. Come prevenire queste tragedie? C’è chi vuole impedirne o ridurne la diffusione, c’è invece chi, come i rappresentanti della National Rifle Association, (la potente lobby dei detentori di armi negli Usa) vuole armare di più i bravi cittadini, affinché possano difendersi “dagli altri”, i cittadini armati e “malvagi”. La lobby suggerisce anche di fornire pistole gli insegnanti nelle scuole. D’altra parte una delle espressioni preferite dai fanatici delle armi è: “solo un bravo ragazzo armato può fermare un cattivo ragazzo armato”.
Ma può una tragedia cambiare la sensibilità dell’opinione pubblica ed innescare un cambiamento
Ho posto questa domanda ad Alessandra Farkas, corrispondente Usa per il Corriere della Sera e a Maurizio Molinari, corrispondente de La Stampa per gli Stati Uniti. Da tempo entrambi sono residenti in America e vivono in prima persona le reazioni della popolazione.
Farkas: “La strage degli innocenti del Connecticut ha infranto un tabù che neppure il più cinico degli individui avrebbe mai potuto immaginare. In un sondaggio condotto dalla Cnn tra il 17 e il 18 dicembre, il 52% degli Americani si è detto favorevole a bandire ogni tipo di arma o a varare leggi molto più restrittive delle attuali.
E' la prima volta nella storia. Non solo. Nelle interviste a giornali e tv sta crescendo il coro di giuristi, intellettuali, giornalisti e opinionisti convinti che il Secondo Emendamento sia obsoleto e vada quindi rivisitato e persino abrogato”
Molinari: "E' stata la strage di Newtown a modificare l'opinione del pubblico perché si 'è trattato del più sanguinoso atto di violenza mai commesso in America contro degli alunni in età elementare. I sondaggi di Cbs e Washington Post condotti a dicembre, hanno riscontrato una percentuale di cittadini favorevoli a controlli più stringenti sulle armi alta come mai avvenuto negli ultimi 10 anni. Ciò ha consentito a Casa Bianca e partito democratico di preparare un'offensiva legislativa che va anche oltre il tentativo di ripristinare il bando contro le armi da guerra scaduto nel 2004. Penso ad esempio alla possibilità di maggiori controlli sui malati di mente".
Ma alcuni genitori non perdono tempo ad aspettare i legislatori, e intanto comprano ai loro bambini zaini antiproiettile.
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