Una notizia esplosiva, una decisione inconcepibile, se non saranno rese note le precise ragioni delle dimissioni di Papa Benedetto XVI che, anche se annunciate diventeranno esecutive il 28 febbraio alle ore 20.
Le ragioni sono racchiuse in una frase che Ratzinger ripeteva con dolore «questo attuale è il tempo della menzogna, la verità si paga con la sofferenza, c’è solo diffidenza tra gli uomini e sospetto reciproco».
Ma che accade in Vaticano? Viene arrestato un maggiordomo, notizie riservate consegnate ai giornalisti, rivalità tra i componenti della Curia.
L’arresto di Gabriele apre ad una domanda più precisa: qual è lo scopo di queste fughe di documenti. Potrebbero riguardare ragioni economiche, o una battaglia ecclesiastica o complotto contro la Chiesa di Roma.
Come può un uomo semplice come Paolo Gabriele organizzare in prima persona la diffusione di carte segrete provenienti da vari uffici della Santa Sede?
Con questa fuga di documenti escono dalla Città del Vaticano gli scritti di un Papa vivente.
Contemporaneamente all’arresto del maggiordomo, il presidente dello Ior, Ettore Gatti Tedeschi viene sfiduciato dal consiglio vaticano pur stando firmando lo Ior per una trasparenza che ormai interessa le banche.
Se pensiamo che le menti del Vaticano sono i porporati, le decisioni vengono da loro prese, forse ritenendo che il Papa troppo debole per rappresentare la guida suprema della Chiesa.
Il Papa ha fatto intendere che il carrierismo dei prelati ricorda quello medioevale e quindi da combattere.
La diffusione dei documenti usciti dal Vaticano dimostra un’opposizione della Curia al Segretario di Stato Tarcisio Bertone ritenuto troppo potente dagli ignoti corvi e mai amato fin dal tempo del suo insediamento nel 2006.
In una Chiesa in alta crisi morale, per quanto riguarda identità e credibilità c’è chi chiede le dimissioni del Papa.
Il giornalista Giuliano Ferrara già nel giugno u.s. auspicava un nuovo inizio preceduto da un evento traumatico.
«In una crisi così profonda, da un eremo, Ratzinger programmi un nuovo percorso per il riscatto della fede e della ragione cristiana».
Ma può un Papa dare le sue dimissioni? Sembra previsto nella legge canonica anche se applicata una sola volta, ma dobbiamo risalire all’anno 1294 quando viene eletto papa Pietro del Morrone, con la nomina di Celestino V. Egli fu abate nella badia benedettina di Faifoli personaggio con tendenze ascetiche, venne eletto a sua insaputa nel conclave di Perugia mentre era nel romitorio di S. Onofrio, probabilmente su consiglio di Carlo II re di Napoli. Era l’agosto 1294. privo di capacità politiche il 13 dicembre dello stesso anno abdicò, si crede, su pressione di Benedetto Caetani eletto poi suo successore con il nome di Bonifacio VIII.
Tutt’altra origine, forse il criterio di Benedetto XVI, scontri di potere, scandali e liti tra porporati o più semplicemente il costatare la sua fragilità del corpo e dell’animo.
|