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Gennaio-Febbraio/2013 - SOLO ON LINE SU POLIZIA E DEMOCRAZIA
La storia dell’emigrazione
di Paola Rodorigo



L’emigrazione nell’età antica interessava interi popoli per svariati motivi.
Questo trasferimento di persone in terre diverse avveniva ed avviene soprattutto per ragioni di lavoro, per prolungata siccità, la minaccia di invasioni, la ricerca di terre fertili.
Tra le grandi immigrazioni quella dei Dori verso la Grecia, l’invasione degli Hyksos in Egitto e delle tribù germaniche verso i territori dell’impero romano, delle tribù mongole.
Anche i greci praticarono l’emigrazione verso le regioni costiere del Mediterraneo.
Dal XVII secolo l’emigrazione fu diretta verso le terre d’oltreoceano spesso per motivi religiosi e politici. Ricordiamo l’esodo degli ugonotti in Francia, dei quaccheri e dei puritani dall’Inghilterra, degli ebrei da tutta l’Europa.
In Italia l’emigrazione ebbe inizio quasi alla fine del sec. XIX con ritmo impressionante.
Le regioni più interessate a questo fenomeno furono quelle dell’Italia centromeridionale e il Veneto.
Questi emigranti raggiunsero principalmente l’Argentina, dove venivano accolti da precedenti flussi d’italiani.
Nel secondo dopoguerra l’emigrazione si rivolse verso i paesi europei, Francia, Svizzera e Germania, con un carattere più stagionale.
In tempi più recenti l’emigrazione italiana si è svolta dalle regioni meridionali verso le grandi città del settentrione italiano, triangolo industriale.
C’è una piccola isola , Ellis Island, nella baia di New York che accolse fin dalla fine del 1890, quindici milioni di emigranti provenienti in massima parte dall’Italia.
Ancora oggi si può visitare questo luogo partendo dalla città di New York, e vedere dove approdò un esercito di gente in cerca di un avvenire migliore. Su quest’isola è conservato un immenso locale che fronteggia un’altra isola, l’isola che custodisce e espone la Statua della Libertà.
Questo locale che accolse e scelse quegli emigranti che avrebbero potuto inserirsi nello stato americano, liberi da malattie contagiose, da malattie mentali, disabili o troppo anziani, onde garantire una utile e possibile vita in territorio americano.
Questa scrupolosa visita immetteva gli idonei nelle liste di collocamento secondo le capacità personali.
Nonostante le visite scrupolose pochissimi furono gli immigrati respinti.
Non mancarono i rimpatriati perché dissidenti politici, disoccupati senza specializzazioni specifiche.
Tutto questo è documentato e visibile visitando il museo che si può visitare sull’Isola.
Il locale che accoglieva l’immigrato fin dal momento dello sbarco, un piano rialzato adatto allo smistamento con stanze per l’accoglienza in attesa di controlli e di una vita migliore.
Ancora oggi a Ellis Island si può accedere ad un archivio che registra milioni di nomi e la nazione di provenienza.
Questo iter scrupoloso garantiva al popolo americano la certezza che i nuovi arrivati dessero il meglio di se e non creassero difficoltà per ragioni sanitari o legali ai residenti.
Oggi l’Italia è interessata ad una “immigrazione” senza regole che soffoca la già precaria situazione nazionale e non risolve i problemi di chi spera di risolverli raggiungendo il nostro territorio, ma creandone a noi già sofferenti per mancanza di lavoro e aumentando l’illegalità.

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