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Marzo/2012 - Pubblicazioni
La quinta mafia
di Michele Turazza

Lombardia regione di mafia? Certo, le organizzazioni mafiose, si sa, operano dove ci sono soldi, dove possono fare affari. Ma la semplice infiltrazione non basta per definire mafiosa una regione. Serve la trasformazione del territorio “e questo cambia la prospettiva delle responsabilità, perché un territorio non si trasforma fino a vedere la propria gente seduta al banco degli imputati se non c’è stata una connivenza, un momento di colpevole distrazione e, soprattutto, una convenienza”. E di distrazioni, connivenze e convenienze, in Lombardia, ce ne sono tante, troppe, da almeno trent’anni.
Non usa mezzi termini, Marta Chiavari, inviata di La7 e autrice di questa documentata e approfondita inchiesta sulla penetrazione della ‘ndrangheta in terra lombarda: la trasformazione del dna della Regione più ricca d’Italia è la tesi del libro che, non a caso, si intitola La quinta mafia. Non una semplice trasposizione di modelli criminali dalla Calabria alla Lombardia, ma una metamorfosi resa possibile dalla piena assimilazione del metodo mafioso. E per essere mafiosi basta applicare il metodo, che prescinde dalla “cultura del meridione”.
La mafia attecchisce laddove le Istituzioni non riescano a garantire un’economia sana, proponendosi come attore alternativo nel governo del territorio: “se lo Stato non garantisce efficienza e trasparenza nel finanziamento all’impresa o nel recupero dei crediti, il clan mafioso, pronto ad immettere soldi sporchi nel circuito legale, vi si sostituisce facendo leva sulla fragilità del sistema”. Anche il Gip di Milano Giuseppe Gennari, conferma che la mancanza di anticorpi culturali in una Regione che si credeva immune dalle mafie ha rovinosamente condotto allo stato attuale: “Pensiamo all’estorsione. Dietro l’estorsione mafiosa si cela un servizio che lo Stato, ahimè, non riesce a garantire in maniera efficace agli imprenditori: il recupero dei crediti. L’imprenditore che non riesce a farsi pagare si rivolge ai mafiosi come a un’agenzia di recupero crediti: [gli] conviene così, perché almeno qualche cosa recupera, se va in Tribunale, con le farraginosità della Giustizia, rischia di non farcela in tempi utili”.
Dagli anni ottanta, la ‘ndrangheta non ha perso occasione per insinuarsi nel tessuto produttivo lombardo, negli uffici tecnici di moltissimi comuni, nelle Istituzioni, nella sanità, nelle imprese edili, fiutando affari, riuscendo a gestire lavori da milioni di euro e accaparrandosi appalti in quasi tutti i quartieri di Milano e del suo hinterland. Manifestatasi all’inizio in maniera soft e via via accresciuto il proprio potere con la violenza, ha prodotto danni rilevanti sul piano della cultura d’impresa, anche in zone come l’operosa Brianza. Ascoltando la voce di indagati, collaboratori di giustizia, vittime, imprenditori e magistrati, Marta Chiavari tratteggia il quadro della penetrazione delle mafie in Lombardia con l’auspicio che venga chiusa quanto prima la porta ai “vampiri”, che qualcuno ha fatto entrare e che da troppo tempo stanno succhiando sangue “dal collo delle istituzioni, dei cittadini, dell’imprenditoria. E le loro vittime, se non muoiono, diventano a loro volta vampiri”.

Marta Chiavari
La quinta mafia.
Come e perché la mafia al Nord oggi è fatta anche da uomini del Nord.
Ponte alle Grazie
2011, pp. 244

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