Carmela Rozza, presidente del gruppo
consiliare Pd a Miano: «L’esercito non ha
compiti di ordine pubblico, cosa
che invece possono fare gli operatori
di Ps. Bisogna però fornire alle Forze
dell’ordine tutti gli strumenti
per la tutela dei cittadini»
Dignità dell’abitare è già sicurezza. Maria Carmela Rozza, presidente del gruppo consiliare del Pd a Milano, si è battuta anni per il diritto alla casa e la riqualificazione dei quartieri popolari. Tra il 1991 e il 1993 è stata responsabile Cgil sanità per il diritto alla salute e l’affermazione della libera professione infermieristica. Favorevole alla presenza della Polizia piuttosto che dei militari a presidio delle città, l’abbiamo sentita su questo e altri argomenti.
Maria Carmela Rozza, il Pd di Milano in quale considerazione tiene i temi della sicurezza e quali politiche porta avanti?
Per noi quello della sicurezza è un problema centrale che va affrontato su due fronti: uno legato alla presenza delle Forze dell’ordine nel territorio, alla loro capacità d’azione e d’indagine e l’altro, di tipo sociale.
La crisi economica ha amplificato il malcontento, il disagio delle classi meno abbienti e ciò ha portato all’aumento dei reati. Il compito principale deve essere proprio quello di prevenirli e ascoltare i problemi della gente.
Come si previene la criminalità? Può bastare l’utilizzo della Polizia?
No, non può bastare, anche perché significherebbe attribuire alla Polizia dei compiti che non le sono propri. Bisogna agire sulla repressione ma anche potenziare il lavoro d’indagine per contrastare la criminalità. E, come dicevo prima, ci deve essere un intervento sociale.
Sicurezza in città: militari no, Forze dell’ordine sì. Perché?
Sappiamo che i militari sono Forze dell’ordine che intervengono in situazioni di guerra o di controllo del territorio. Non hanno compiti di intelligence, di indagine, di ordine pubblico, non possono arrestare, tutte cose che invece possono fare la Polizia, i Carabinieri o la Finanza. In definitiva, quella dei militari è una presenza più d’immagine che di sostanza.
Dobbiamo fornire tutti gli strumenti necessari alle Forze dell’ordine - e alla Polizia, in modo particolare - affinché possano intervenire con efficacia per la sicurezza dei cittadini. Bisogna potenziare l’aspetto delle indagini perché uno dei problemi che affligge le città è costituito dalla presenza dei gruppi criminali. Questi si eliminano con la capacità d’azione della Polizia e della magistratura, non con il presidio di una camionetta di militari. C’è bisogno di maggiori uomini per le strade.
Come giudica l’operato dell’ormai ex governo dei tecnici sui temi della sicurezza e dell’ordine pubblico?
Non mi risulta che il governo uscente sia stato molto pregnante sul tema, anche perché magari le priorità principali erano di natura economica.
All’epoca dei fatti di Scampia, però, si parlò di inviare i militari in quella zona. In quel caso, era un’ipotesi valida?
Da questo punto di vista, legato più a un intervento d’emergenza, devo dire che l’operato del ministro Cancellieri fu corretto. Richiamare l’Esercito per dare un segnale forte alla malavita può starci, però mi pare che proprio su Scampia il Ministro decise di rafforzare la presenza della Polizia nel territorio.
Non c’è stata certo una strategia di governo in questo senso, però perlomeno, a differenza del governo precedente, si è evitato di utilizzare le ronde padane, che sarebbero state davvero umilianti e offensive per coloro che, come i carabinieri e i poliziotti, lavorano sul campo tutti i giorni. Come se la sicurezza fosse solo una mera questione di autorganizzazione.
Si è polemizzato a lungo, a livello nazionale, sull’uso delle armi per i vigili urbani. Cosa ne pensa?
Le armi sono previste in quasi tutti i Corpi di vigilanza urbana. I vigili sono forze messe a disposizione dalle città anche per aiutare e supportare l’azione delle Forze di polizia. Ho sempre immaginato un coordinamento unico delle Forze dell’ordine (compresi i vigili urbani) per meglio organizzare i compiti di ognuno. Auspico quindi una piena collaborazione tra tutte le forze sul territorio, sotto la regia della Questura, per meglio concordare gli interventi.
L’emergenza abitativa, contro cui lei si batte da tanti anni, rischia di deflagrare nella vostra città?
Il rischio c’è tutto, oggi più di prima, perché ci troviamo in una situazione molto difficile e pericolosa: scarse risorse economiche per la pubblica amministrazione e una crisi devastante, tant’è che gli sfratti per morosità sono aumentati. La difficoltà abitativa potrebbe dunque iniziare a creare delle tensioni sociali nelle città. A ciò si aggiunge il problema abitativo che i poliziotti vivono nelle grandi città. Se vogliamo più Polizia nel nostro territorio dobbiamo rispondere anche al problema abitativo perché molte delle Forze di polizia che arrivano da noi provengono da altre parti d’Italia.
Quanto pesa la sua esperienza di sindacalista nelle lotte che quotidianamente conduce?
Io ero un’infermiera professionale. La mia dimensione è prima di tutto di cittadino insieme ad altri cittadini rispetto ai problemi reali. Non riesco a distinguere una proposta amministrativa senza che abbia le radici nei problemi dei nostri cittadini. L’esperienza sindacale m’impedisce di allontanarmi dalla realtà.
FOTO: Maria Carmela Rozza, Presidente del Gruppo Consiliare Pd a Milano
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