L’impegno per la sicurezza
e la legalità sono insiti nel suo
cognome e nella sua storia, ma
il candidato del Centrosinistra
alla guida del Pirellone punta
a diventare per i lombardi
anche un punto di riferimento
per una sanità migliore
e una maggiore offerta di lavoro
Umberto Ambrosoli, avvocato penalista e figlio di Giorgio, commissario liquidatore della Banca Privata Italiana assassinato nel 1979, è il candidato del Centrosinistra alla presidenza della Regione Lombardia.
Noi di Polizia e Democrazia lo abbiamo intervistato per conoscere gli elementi chiave del suo programma e fare con lui il punto sulla corsa alle urne, non solo lombarde.
Avvocato Ambrosoli, lei sostiene che la candidatura del leader della lega Roberto Maroni non la spaventa. Perché?
Il centrosinistra in Lombardia non era mai stato così vicino nei sondaggi a chi ha governato la Regione sino ad oggi. Praticamente, dopo aver perso le ultime elezioni di oltre 20 punti, siamo ora in una condizione di sostanziale pareggio. Questo ci incoraggia, ci fa capire che siamo sulla strada giusta, e che adesso è il momento di liberare tutte le energie e mobilitare il più possibile i cittadini.
Condividiamo insieme a tutte le forze che sostengono la mia candidatura e al Patto Civico la voglia di cambiare e la propensione al confronto. Le scelte importanti devono essere il frutto di una larga partecipazione: ecco, questo è il nostro progetto.
Cosa le chiedono gli elettori lombardi di centrosinistra e quelli delusi da Pdl e Lega?
Vogliono il cambiamento: questo è chiaro dopo quasi 20 anni di egemonia di Formigoni che nei suoi ultimi anni di mandato ha certamente tradito le aspettative e le la fiducia dei lombardi. Ora i cittadini, così come i militanti dei partiti, vogliono partecipare alle scelte comuni, pretendono di dire la loro, di offrire la propria competenza. In me vedono un interlocutore e io vedo in loro la forza che cambierà questa Regione.
Suo padre ha pagato con la vita la fedeltà allo Stato e lei stesso ha fatto della lotta alla criminalità una vera e propria missione. In questo senso reputa che essere a guida della Regione le potrebbe fornire degli strumenti in più?
Prima di tutto l’arma che la Regione ha sempre avuto, ma non sempre ha usato, è quella di vigilare, e non chiudere gli occhi e turarsi il naso rispetto a situazioni di illegalità diffusa ma controllare e denunciare. Porsi in antitesi a un sistema come quello della criminalità organizzata è una precondizione che io do per scontata. Il resto lo fanno i controlli, i presidi, l’attenzione a tutti i passaggi amministrativi, a un aumento del radicamento delle Istituzioni sui territori, prima che qualcun altro li possa controllare in maniera malavitosa.
In questo senso ho inserito nella mia lista civica uomini e donne impegnati concretamente nella battaglia per la legalità e questo punto è il primo fra quelli su cui lavorare.
Per quanto riguarda la figura di mio padre, lui mi ha insegnato a restare libero dalla tentazione del potere e del denaro, e penso che sarò in grado di rappresentare questo insegnamento in un ruolo di responsabilità politica come quello di futuro presidente della Regione Lombardia.
Sul fronte politico nazionale, invece, quale reputa saranno le novità? Chi si insedierà secondo lei a Palazzo Chigi?
Credo e spero che lo scenario nazionale e quello lombardo vadano di pari passo, offrendo la possibilità al Paese di entrare in una nuova fase di sviluppo e attenzione alla società civile e al bene comune.
Qual è il problema più urgente che dovrà risolvere il futuro governatore della Regione Lombardia?
Il primo obiettivo da raggiungere è senza dubbio quello di alzare il tasso di occupazione medio al 70%, introducendo nel mondo del lavoro quelli che hanno rinunciato ad entrarci. Significa far crescere l’occupazione femminile uscendo dal ricatto lavoro-famiglia al quale molte donne devono ancora sottostare.
Lo faremo attraverso una serie di politiche sociali che agevoleranno sia le donne sia i giovani.
Cosa intende fare per restituire credibilità alla sanità lombarda e soprattutto all’Ente Regione salito alla ribalta della cronaca giudiziaria negli ultimi anni?
Innanzitutto voglio parlare di salute dei cittadini e non solo di sanità. Questo significa occuparsi di condizione di benessere, di prevenzione, di iniziative per poter garantire la salute e non solo le prestazioni. Questo si ottiene indirizzando ogni euro speso su cure, prestazioni, ricerca e gestione amministrativa efficaci. I poli d’eccellenza devono essere valorizzati. E soprattutto, non mi stancherò mai di dire che il sistema dei controlli deve essere stringente e puntuale. E’ finita l’epoca in cui bisognava essere “affiliati” o avere tessere in tasca per fare i primari, ora dovrà valere solo il merito.
Come intende garantire agli elettori una classe dirigente che sia all’altezza dell’incarico che andrà a svolgere?
Tutti i candidati della lista civica “Con Ambrosoli Presidente” hanno sottoscritto un codice comportamentale. Il gesto non è soltanto simbolico, ma una vero e proprio impegno concreto per un’amministrazione etica della Regione. Posso garantire che mi circonderò esclusivamente di persone valide e corrette, perché il declino sociale inizia dove finisce la responsabilità individuale.
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Umberto Ambrosoli è un avvocato e politico italiano. Laureato in giurisprudenza all’Università degli Studi di Milano con una tesi dal titolo «La criminalità informatica nel sistema bancario italiano – Profili criminologici» è stato nominato dalla Banca d’Italia in tre comitati di sorveglianza in procedure di rigore relative ad istituiti e società lombarde. È sposato e ha tre figli.
Nel 2009 ha pubblicato il libro Qualunque cosa succeda, che narra la vicenda del padre, l’avvocato Giorgio Ambrosoli, assassinato l’11 luglio 1979 da un sicario assoldato dal banchiere Michele Sindona. Nel 2010 il libro è stato vincitore del premio Tiziano Terzani e, precedentemente, del premio Capalbio. Nel novembre del 2009 ha ricevuto il premio Laureato Benemerito da Algiusmi, l’associazione dei laureati in giurisprudenza dell'Università Statale di Milano.
Nel 2011 diventa membro del comitato di esperti per lo studio e la promozione di attività finalizzate al contrasto dei fenomeni di stampo mafioso e della criminalità organizzata sul territorio milanese, presieduto da Nando Dalla Chiesa. Sempre nel 2011, all'atto di costituzione dell'Associazione Civile Giorgio Ambrosoli, assume la carica di presidente onorario.
A novembre 2012 ha avanzato la propria candidatura alla presidenza della Regione Lombardia nelle elezioni anticipate del 2013 per la lista Patto civico per la Lombardia, sostenuto da una coalizione di movimenti civici e partiti di centro-sinistra. Il 15 dicembre 2012, a seguito della vittoria alle elezioni primarie regionali, è diventato ufficialmente candidato alla presidenza della Lombardia.
FOTO: Umberto Ambrosoli
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