È stato un anno difficile quello che si è appena concluso, un anno di crisi, fatica e disoccupazione. Un anno importante in cui molto di più poteva esser fatto, non solo sul fronte dei sacrifici ma anche su quello della crescita, non solo economica.
Il 2012 lo ricorderemo anche, purtroppo, per un governo tecnico che si è lasciato "sfuggire" l'occasione di riformare la legge elettorale, dopo mesi di sterili dibattiti sulle preferenze, proprio nell'anno in cui numerosi sono stati gli scandali legati al voto di scambio e ai rapporti tra criminalità organizzata e politica.
Anche la legge anticorruzione appare come il classico topolino partorito dalla montagna, tanto che l'ormai ex premier Monti ha inserito nella sua Agenda una stretta al testo licenziato non più di due mesi fa dalle Camere. Ma in questi dodici mesi che ci siamo appena lasciati alle spalle non avremmo voluto essere testimoni di un grave scontro istituzionale, quello tra il Capo dello Stato e la Procura di Palermo, che ha raggiunto il suo apice proprio nei giorni delle celebrazioni per il ventennale delle stragi di Capaci e via D'Amelio. Anche di questo abbiamo parlato con l'onorevole Rita Borsellino, sorella del giudice Paolo Borsellino, da anni impegnata nella lotta alle mafie, oggi in prima linea al Parlamento europeo contro la criminalità organizzata.
Dopo un lungo e travagliato percorso, il Parlamento ha recentemente approvato il cosiddetto "ddl anticorruzione", non senza il ricorso al voto di fiducia. Una legge che riscrive pene e reati e che – denuncia l'Anm – potrebbe avere l'effetto di una parziale amnistia su gran parte dei processi pendenti per concussione. Onorevole Borsellino, la nuova normativa è uno strumento efficace nella lotta alla criminalità organizzata che vediamo ormai inserita nel tessuto economico, amministrativo e politico del nostro Paese?
Qesta legge è a mio avviso un’occasione persa per il Paese. Chi ha più competenze tecniche di me ha messo in luce diversi difetti, dall’amnistia mascherata sulla concussione al nodo della prescrizione. Io mi limito a evidenziare che una legge che non ha previsto la ripenalizzazione del falso in bilancio non può definirsi anticorruzione, perché dimentica di intaccare uno dei fenomeni principali alla base della corruzione.
Corruzione, evasione fiscale e criminalità organizzata: quali i rapporti e come la crisi economica ha modificato – se l'ha fatto – gli equilibri tra questi fenomeni?
Questi fenomeni sono tra loro strettamente connessi, perché la corruzione e l’evasione fiscale non solo vengono perpetrate dalla criminalità organizzata, ma ne costituiscono sia una fonte di alimentazione che uno strumento di controllo sull’economia e sulla politica.
La crisi ha aumentato la connessione tra questi fenomeni, perché i capitali mafiosi sono diventati una manna per determinati settori dell’economia non solo italiana, ma internazionale. E di fronte a questi capitali e ai loro spostamenti si è chiuso più di un occhio in nome proprio della crisi.
Nel contrasto alle mafie qual è la sua valutazione del ruolo delle Forze dell'ordine? Hanno strumenti efficaci? Come migliorare la collaborazione operativa tra i Corpi dei diversi Paesi (esigenza emersa anche all'ultimo meeting dell'Interpol a Roma)?
Le Forze dell’ordine sono un vitale baluardo nel contrasto alle mafie, ma purtroppo con i progressivi tagli attuati negli ultimi anni questo baluardo è stato seriamente intaccato.
Se non fosse stato per l’alto senso dello Stato e la disponibilità al sacrificio degli agenti, in questi anni i risultati nella lotta alla mafia sarebbero stati decisamente inferiori a quelli che per fortuna abbiamo avuto.
C’è un problema di volontà politica e purtroppo questo riguarda anche lo scarso coordinamento tra gli Stati, in primis quelli europei.
Onorevole Borsellino, ai tempi di Libera lei ha contribuito in maniera determinante all'approvazione della legge sull'uso sociale dei beni immobili confiscati alle mafie. Legge che ora sta tentando di estendere al livello europeo. Ha parlato di un "testo unico antimafia" che comprenda anche una normativa comune sui testimoni di giustizia. Che sensibilità e percezione c'è a Bruxelles del fenomeno mafioso? E soprattutto, si pensa ancora che sia esclusiva pertinenza della società italiana?
La retorica che vuole la mafia come un problema regionale italiano è purtroppo ancora in auge in diversi settori della politica europea.
Per fortuna, grazie al lavoro che ho svolto in questi anni insieme ad altri colleghi del Parlamento europeo siamo riusciti a far sancire per la prima volta in documenti ufficiali dell’Unione che la mafia è un problema di dimensione europea e non solo italiana.
Una legge, quella sul riuso a fini sociali dei beni confiscati alle mafie, figlia di un'altra legge, la La Torre-Rognoni che introdusse nell'ordinamento giuridico il reato di associazione mafiosa. Ancora oggi a 30 anni dall'omicidio dell'esponente della Dc siciliana, si tenta da più parti di svuotare di senso, insieme a quella del concorso esterno, una figura di reato senza la quale non si sarebbe potuti arrivare al maxiprocesso. Quest'anno è stato anche il ventennale delle stragi di Capaci e via D'Amelio. Onorevole, che ricordo ha degli ultimi giorni di vita di suo fratello Paolo? Perché hanno ucciso il giudice Borsellino?
Ricordo vividamente gli ultimi giorni di Paolo, la tensione, l’ansia, quei 57 giorni che separarono la strage di Capaci dalla strage di via D’Amelio, Paolo diceva sempre «Quando mi uccideranno - e non se mi uccideranno - sappiate che non sarà stata solo mafia», diceva appunto, perché sapeva che sarebbe stato lui il successivo ad essere colpito.
Che effetto le fa sentir parlare di "presunta" trattativa? E che effetto le ha fatto, proprio a ridosso della commemorazione per la morte di suo fratello, la decisione del Quirinale di sollevare il conflitto di attribuzione sulle telefonate tra l'ex ministro Mancino e l'attuale Capo dello Stato Napolitano?
La trattativa Stato-mafia è un dato di fatto, una cosa concreta per la quale si sta celebrando un processo a Palermo, non è per me una novità sentirne parlare e sapere che è esistita; io e la mia famiglia abbiamo da sempre in questi anni sollevato la questione.
Sapere della richiesta del conflitto di attribuzione è stato un duro colpo, un boccone amaro da digerire.
Onorevole, alle regionali in Sicilia lei ha sostenuto la candidatura di Fava prima e della Marano poi, rompendo con il Pd che invece appoggiava Crocetta. In che rapporti è oggi con il partito nelle cui liste è stata eletta al Parlamento europeo, che già alle amministrative del 2006 si spaccò sulla sua candidatura alla presidenza della Regione e da ultimo, la scorsa primavera, le fece, almeno inizialmente, mancare il suo appoggio nella corsa alle primarie per il candidato sindaco del centrosinistra?
Innanzitutto io ho sempre fatto una scelta da indipendente quale sono sempre stata, nel senso che non ho messo in tasca tessere di partito, ho sposato un progetto politico che è quello del Pd alle Europee, ma ho voluto mantenere la mia indipendenza per avere la libertà di scegliere, come ho fatto sempre e alla luce del sole.
Non si tratta di rompere o cucire con questo o con quello, si tratta di coerenza politica e io mi sono sempre mossa nell’ottica di un' idea politica che mettesse insieme il popolo del centrosinistra, partendo sempre dalla partecipazione dal basso e cercando nella politica l'alternativa vera.
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Chi è
Rita Borsellino è nata a Palermo il 2 giugno 1945. E' laureata in Farmacia, sposata e madre di tre figli. Il suo impegno politico inizia dopo la strage di via D'Amelio dove perse la vita il fratello, il giudice Paolo Borsellino. E' allora che decide di entrare attivamente nel sociale, tiene incontri e conferenze e inizia a lavorare per costruire e rafforzare la coscienza antimafia in Sicilia e in tutto il Paese. Con l'Arci ha dato vita alla Carovana Antimafia e con don Luigi Ciotti all'Associazione Libera. Dopo la parentesi all’Assemblea regionale siciliana conclusasi nel gennaio 2008, torna a dedicarsi al mondo dell’associazionismo, fino all'aprile 2009, quando, su spinta dei giovani democratici che la vogliono tra le file del Pd, si candida al Parlamento europeo. Eletta, si insedia a Strasburgo il 14 luglio 2009, iscrivendosi al Gruppo S&D nonché membro della Commissione Libe, Libertà civili, Giustizia e Affari interni e della Commissione contro le Mafie e la criminalità organizzata (CRIM).
FOTO: Rita Borsellino
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