Ugl-Polizia
Il Segretario generale Ugl Intesa Francesco Prudenzano, il responsabile confederale Pubblico impiego Paola Saraceni e il coordinatore nazionale Penitenziari Quirino Catalano, hanno dichiarato: “Continua il sovraffollamento degli istituti penitenziari ( a settembre quasi 67.000 detenuti sono stati ospitati nelle carceri italiane), mentre il piano carceri, con tutta la sua normativa emergenziale approvata nel 2010, stenta a decollare. Il personale (educatori, assistenti sociali, tecnici, contabili, amministrativi, operatori) che detiene la gestione amministrativa e tecnica di tutti gli Istituti penitenziari operano dunque ogni giorno in situazione di totale emergenza.
Il governo risponde all’emergenza carceraria, invece, dando attuazione alla legge sulla spending review, che senza tener conto di nessun elemento applica il taglio lineare di quasi 800 posti del personale del Comparto ministeri (sarebbe il caso di chiarire meglio che non si tratta di semplici numeri, ma di persone che lavorano per e nelle carceri che godranno di questo trattamento!), in modo indiscriminato.
Fa riflettere il dato che, fino a poco tempo fa la pianta organica dei lavoratori penitenziari era al di sotto di 3.000 unità (con una presenza di circa 5.800 dipendenti ovvero una mancanza di personale valutabile sul 50%), tanto che oltre 2.000 appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria vengono distolti quotidianamente dai loro compiti istituzionali per aiutare il funzionamento della macchina amministrativa-tecnica degli Istituti carcerari.
In tutta questa vicenda è risultato carente, ma comunque inefficace l’interessamento dell’Autorità politiche e dei vertici dell’Amministrazione Penitenziaria, che non sono riusciti a salvaguardare gli organici del personale che, a differenza dell’organizzazione giudiziaria, saranno ridotti in modo rilevante”.
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Silp-Cgil
Le Segreterie provinciale e locale di Roma comunicano: “ Nel corso di una riunione tenuta presso il commissariato di Ps San Paolo, sono stati toccati gli argomenti che riguardano la riforma delle pensioni, il riordino delle Forze di polizia ed il recente decreto di armonizzazione; tutti provvedimenti in itinere che stanno penalizzando la categoria.
Riguardo le problematiche che interessano direttamente l’organizzazione del commissariato, in particolare sono stati fatti notare la mancanza di ufficiali di Polizia giudiziaria che possano garantire in via continuativa l’efficienza dell’Ufficio Epi, il cui funzionamento, attualmente, viene garantito dai pochi ufficiali di Polizia giudiziaria addetti e distraendo, molto spesso, quelli addetti ad altre insostituibili mansioni per poter garantire la fascia oraria H24.
Si è avuto modo di appurare che l’organico attuale del commissariato sotto le 80 unità, è insufficiente a garantire la copertura dei numerosi obblighi istituzionali ordinari e straordinari, anche in ragione della vasta area da coprire sul territorio e il relativo indotto, oltre alla competenza di ordine pubblico sulla Nuova Fiera di Roma.
La mancanza di personale, riferita anche al ruolo agenti-assistenti, comporta inevitabilmente l’utilizzo dello straordinario che rimane insufficiente per fronteggiare le emergenze dell’intero mese lavorativo.
Il Silp avendo constatato la chiusura della mensa nel quadrante serale ha proposto di ricorrere, soltanto per la fascia serale, ed in convenzione, agli esercizi commerciali di zona facendosi promotore di individuare gli esercizi in grado di servire pasti caldi a fronte del buono mensa di € 4,65”.
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Siulp
La Segreteria provinciale di Bologna comunica: “Questa organizzazione sindacale oltre al cordoglio per la morte del collega dell'Arma Giovanni Sali, assassinato a Lodi nell'adempimento del dovere, intende esprimere tutta la solidarietà possibile ai colleghi dell’Arma e di tutte le Forze di polizia che stanno pagando in termini di sicurezza personale i costi di una iniqua politica di tagli economici.
Anche le cronache che hanno dato conto dell'accaduto hanno ignorato l'aspetto più inquietante della vicenda: il collega dell'Arma assassinato era in servizio da solo, condizione questa che al di là di qualsiasi dinamica omicida crea le condizioni di massima insicurezza per chi svolge un servizio peraltro così delicato come il controllo del territorio.
Da tempo tutte le organizzazioni sindacali denunciano l’indiscriminato taglio di risorse da destinare alla sicurezza e la progressiva erosione degli organici: dalle pattuglie composte da tre elementi si è ora arrivati al pericoloso e controindicato servizio isolato.
Solo la mano omicida è responsabile dell'accaduto?
Le alte cariche dello Stato esprimono il doveroso cordoglio, noi continuiamo ad esprimere preoccupazione per l’incolumità di tutti i lavoratori della sicurezza, oggi così penalizzati, e nel dare atto all'Amministrazione della Ps di questo capoluogo di non aver mai disposto l'impiego del poliziotto di quartiere in forma isolata, auspica che la stessa misura di autotutela sia garantita a tutti i Carabinieri impiegati nel servizio di poliziotto di quartiere”.
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Uil-Pa Penitenziari
Il Segretario nazionale Gennarino De Fazio ha dichiarato: “Entro dicembre riaprirà la casa di reclusione di Laureana Borrello chiusa un mese e mezzo addietro dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ufficialmente per far fronte ad esigenze operative riferite come non diversamente sormontabili con l’insufficiente organico di Polizia penitenziaria assegnato in Calabria.
Dall’attività presso la sede centrale del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, caratterizzatasi anche per frequenti contatti con alcuni dirigenti di primo piano, ho appreso dell’intenzione di procedere alla riapertura del carcere di Laureana di Borrello in concomitanza dell’assegnazione dei neo agenti del Corpo di Polizia Penitenziaria del 165° corso che proprio a dicembre termineranno la fase addestrativa e saranno immessi in servizio operativo.
Al di fuori di qualsiasi polemica – continua De Fazio – esprimo viva soddisfazione per l’orientamento dipartimentale che raccoglierebbe le nostre continue e pressanti sollecitazioni evitando che il patrimonio di eccellenza penitenziaria custodito a Laureana di Borrello sin dal 2004 possa andare disperso e che ciò si traduca in ulteriori oneri per la società, sia in termini di costi economici sia sotto il profilo dei livelli di sicurezza e di efficienza e di efficacia dell’azione penale nel suo complesso.
Per il futuro – conclude il Segretario nazionale – auspico che l’Amministrazione Penitenziaria, nelle sue diverse articolazioni, prima di assumere decisioni di analoga portata consulti le organizzazioni sindacali non solo perché espressamente previsto dal sistema di relazioni dettato dalla normativa vigente, ma soprattutto perché dalle legittime ed inalienabili rappresentanze degli operatori possono pervenire segnalazioni e suggerimenti utili a favorire l’individuazione delle soluzioni più efficaci in relazione alle problematiche da fronteggiare nel perseguimento degli obiettivi istituzionali, evitando pure che si cada in grottesche contraddizioni”.
G Sap
Il Segretario nazionale Nicola Tanzi dichiara in una nota: “Al ministro Cancellieri vogliamo dire che prima di parlare di identificativi sui caschi degli agenti bisogna dare reale attuazione alla normativa vigente che vieta alle persone travisate di partecipare alle manifestazioni. Per questi soggetti occorre prevedere l’arresto obbligatorio. Chiediamo al Parlamento di approvare norme speciali che consentano anche il fermo preventivo dei manifestanti violenti.
Siamo contrari alla schedatura degli agenti in ordine pubblico - spiega Tanzi - perché può facilmente trasformarsi in uno strumento di abuso e ritorsione da parte di chi sfoga la propria rabbia sulle Forze di polizia con gesti e atti violenti. Oggi si diffondono, su Internet e in tv, video e immagini che il più delle volte sono manipolati o estrapolati da contesti più ampi, con l’unico obiettivo di criminalizzare i poliziotti. E' il caso dei lacrimogeni piovuti dal ministero della Giustizia - prosegue il sindacalista - per i quali la perizia del Racis dei Carabinieri ha stabilito, proprio come avevamo detto anche noi sin dal primo momento, che si tratta di colpi lanciati dal basso e rimbalzati sui muri del palazzo. Una vicenda che è stata subito strumentalizzata e sulla quale, per fortuna, sta emergendo una verità ben diversa”.
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Siap
La Segreteria di Roma comunica: “Il Siap ha centrato la propria attenzione sulle croniche difficoltà logistiche vissute da tutto il personale che opera al commissariato Casilino di Roma. Tempo fa proponemmo al questore di Roma una soluzione che finalmente consentisse una normale vivibilità del posto di lavoro ai colleghi ora dislocati nella malridotta struttura. La proposta di un risolutore trasferimento presso i locali della Sezione Roma Est della Motorizzazione Civile, in corso di smobilitazione dalla sede di via delle Cince, pare che sia stata apprezzata dalle competenti autorità, compresa quella municipale.
In attesa del sospirato raggiungimento di un obiettivo da tempo agognato dal personale in servizio in questo ufficio, il Siap ha proseguito il suo percorso volto ad assicurare ai colleghi sempre migliori condizioni lavorative: in tal senso è in dirittura d’arrivo la stipula di una convenzione che permetterà di spendere i buoni pasto agli aventi diritto, presso un esercizio di ristorazione adiacente al commissariato. Difatti, tra i vari malesseri avvertiti in questo commissariato, vi era anche quello relativo al disagio vissuto per recarsi in una mensa, quella della Polizia Stradale, talvolta non proprio agevole da raggiungere considerando gli orari di lavoro oltre che l’intenso traffico della zona.
Questo non è che l’ultimo dei tanti risultati che hanno accompagnato l’attività del sindacato in un luogo di lavoro periferico quanto difficoltoso per la particolare tipologia del quadrante in cui assicurare Pubblica sicurezza. Ulteriore dimostrazione che il Siap ora più che mai vuole lasciare il tangibile segno del proprio operato a difesa dei diritti dei colleghi assistiti a Casilino Nuovo”.
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Coisp
Il Segretario generale Franco Maccari, sulla notizia della morte del carabiniere assassinato a Lodi, dichiara: “Il carabiniere di quartiere ucciso a Lodi è morto ammazzato in mezzo alla strada, in solitudine, e con la massima libertà d’azione per il suo assassino, per colpa di chi ha deciso le modalità del suo lavoro, disponendo così della sua esistenza, con la leggerezza e l’irresponsabilità tipiche di chi se ne frega delle sorti degli uomini e delle donne che invece prestano il proprio servizio allo Stato e ai cittadini con diligenza e onore.
Chi guida il lavoro altrui ed è responsabile di migliaia di vite – prosegue Maccari - assieme agli onori del ruolo che ricopre, deve assumersi anche gli oneri, e tra questi vi è senz’altro il dovere di rispondere delle scelte errate che si fanno, della cattiva gestione di interi uffici, di un’amministrazione improntata al risparmio.
Ma rispettare gli ordini in servizio non vuol dire subire bovinamente e in silenzio ogni sorta di assurdità - prosegue il Segretario del Coisp -. Ecco perché non taceremo mai di fronte alle storture che anche questo governo intende mettere in campo e che ci costringeranno a condizioni lavorative sempre più proibitive e dannose per la nostra salute, sempre più rischiose per la nostra incolumità. Non taceremo, di fronte all’intenzione inammissibile di costringere i colleghi a restare in servizio fino a 60 anni”.
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Lezioni di legalità
all’Università Tor Vergata di Roma
Si è parlato di legalità, di riscatto sociale e della funzione rieducativa del carcere nel corso di un incontro organizzato dalla Facoltà di Lettere e filosofia dell’Università di Roma “Tor Vergata” cui hanno partecipato il Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni e Cosimo Rega, uno degli attori/ detenuti protagonisti del film “Cesare deve morire” dei fratelli Taviani, che ha conquistato l’Orso d’oro al Festival di Berlino ed altri importanti riconoscimenti nazionali e internazionali tra cui quello di rappresentare il cinema italiano per la scelta delle “nomination” agli oscar.
L’incontro - per presentare il libro “Sumino ‘o Falco, autobiografia di un ergastolano”, scritto dallo stesso Cosimo Rega, peraltro, studente della stessa Università.
«Da quando ho conosciuto l’arte la cella è diventata na’ prigione»,è la frase di chiusura del film che Cosimo Rega ha ripetuto ai ragazzi raccontando il percorso che lo ha portato dalla prigione ad essere un artista apprezzato. «Sarò davvero libero - ha aggiunto - quando potrò guardare negli occhi alcuni orfani e dire che è tutta colpa mia».
Al dibattito, all’insegna di tematiche quali la colpa, il perdono e il senso della pena da scontare in carcere hanno partecipato anche la professoressa Marina Formica, vice preside della facoltà di Lettere e Filosofia di Tor Vergata e il professor Fabio Pietrangeli, insegnante di Letteratura Italiana.
«L’ho conosciuto - ha detto Angiolo Marroni - proprio in occasione di uno spettacolo teatrale, nel 1985. Cosimo ha compiuto un percorso di riabilitazione completo, fatto di voli e cadute, speranze ed illusioni, vittorie e sconfitte, ma alla fine è riuscito ad arrivare dove tutti speravamo arrivasse: all’inizio di una nuova vita. Io credo che, per lui, ci siano anche le condizioni per avanzare una richiesta di grazia al Capo dello Stato»
Garante dei Diritti dei detenuti del Lazio
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