“Sono d'accordo con i codici identificativi”. Nicola Nicolosi, segretario nazionale della Cgil, condivide la posizione di Gianni Ciotti, segretario provinciale del Silp-Cgil di Roma.
In un'intervista apparsa su “Repubblica”, Ciotti afferma infatti che “gli agenti dovrebbero indossare un casco alfanumerico”. “Sarebbe stato tutto più facile - aggiunge il segretario del Silp-Cgil - per la magistratura, tanto per cominciare. E poi nell'opinione pubblica non si sarebbe parlato di polizia violenta ma di violenza di una sola persona”. E ancora: “Mi sembrerebbe corretto che anche i manifestanti si presentassero a volto scoperto”.
Nicolosi precisa che “l'uso legittimo della forza non ha niente a che spartire con l'abuso. In tutti i Paesi europei, civili, l'identificazione degli agenti non ha mai creato alcun problema. Il principio di responsabilità individuale garantito dall'identificazione dei soggetti impedisce un’indistinta generalizzazione di eventuali abusi dei singoli, a tutela di chi agisce correttamente. Quello che è successo a Genova, nella scuola Diaz, a Bolzaneto, è ancora una ferita aperta nella memoria dei democratici così come gli episodi che si sono susseguiti in questi anni da Aldrovandi a Cucchi”.
“Non ha senso - dice ancora Nicolosi - la posizione di chi sostiene che l’introduzione dei codici identificativi possa diventare un problema per gli agenti di polizia”; al contrario “sarebbe una garanzia per chi svolge correttamente il proprio lavoro.
Contro gli abusi la Cgil ha sempre sostenuto la riforma della polizia e la sua democratizzazione, nel tentativo di affermare i diritti degli agenti non solo sul terreno sindacale ma anche nell'affermazione del ruolo della Polizia di Stato in un paese democratico”.
Dichiarazione di Nicola Nicolosi,
Segretario nazionale della Cgil
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