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Dicembre/2012 - Interviste
Non una di più
Formazione "Un impegno permanente"
di a cura di Michele Turazza

Intervista a Liuba Del Carlo, direttrice
della Scuola Interregionale di Polizia
Locale, istituita dalle Regioni Emilia
Romagna, Liguria e Toscana


Come nasce la Scuola interregionale e quali sono i suoi obiettivi?
La Scuola Interregionale di Polizia Locale delle Regioni Emilia-Romagna, Toscana e Liguria (www.scuolapolizialocale.it), è nata nell’ottobre del 2008 dalla volontà di enti territoriali impegnati da anni nella promozione e qualificazione di un servizio di polizia locale ispirato ai principi del “Codice europeo di etica per la Polizia” adottato dal Consiglio d’Europa nel 2001 e, in particolare, ai principi di servizio e di prossimità ai cittadini, con l’obiettivo di rispondere più efficacemente alla domanda di regolazione della vita sociale e di sicurezza delle comunità locali. Le tre Regioni hanno fatto propria l’esperienza della Scuola Specializzata di Polizia locale dell'Emilia-Romagna, ente nato nel 2000 a Modena e finalizzato a garantire la formazione del personale di polizia locale operante sul territorio emiliano-romagnolo, utilizzandone virtuosamente la struttura e l’efficace organizzazione. La Scuola Interregionale persegue i propri obiettivi formativi in coerenza con gli indirizzi propri di ciascuna Regione, contribuendo, altresì, alla diffusione di criteri omogenei di intervento nei diversi contesti regionali, attraverso un modello di formazione professionale che integra sapere e capacità operative e consolidando il patrimonio tecnico-scientifico della categoria tramite la realizzazione di pubblicazioni e materiali didattici specialistici. Indicativamente, agli operatori di polizia locale presenti sul territorio delle tre regioni, vengono erogate circa 10.000 ore di formazione annue. Gli interventi formativi mirano a sviluppare le competenze degli operatori di polizia locale, di ogni ordine e grado, nelle aree della sicurezza urbana, della sicurezza della strada, della tutela del consumatore e del territorio, con attenzione sia alla prima formazione degli operatori neo-assunti sia all'aggiornamento delle competenze del personale, lungo tutto l'arco della vita professionale. Oltre alle materie specialistiche di intervento della polizia locale, una particolare cura viene posta nella formazione su materie volte all'acquisizione delle indispensabili competenze trasversali, quali quelle relazionali, comunicative e gestionali, applicate allo specifico contesto.

Perché è importante la formazione permanente degli operatori?
La polizia locale è una polizia radicata sul territorio, alla quale il cittadino si rivolge per prima al fine di trovare risposta a molteplici bisogni, in costante evoluzione con la società stessa. Sapere rispondere in modo adeguato e soddisfacente, concorrendo indiscutibilmente a garantire la qualità della vita della comunità, è possibile solo se si è costantemente aggiornati, non solo rispetto alla vastissima normativa di settore in continuo cambiamento, ma soprattutto sapendo riconoscere ed interpretare i cambiamenti che intervengono nella comunità in cui si opera. La funzione di regolazione della vita sociale svolta dalla polizia locale si esplica nello spazio pubblico, nelle strade, nell’ambito commerciale, nell’edilizia e nell’ambiente, a stretto contatto con la cittadinanza e con numerosi altri soggetti presenti sul territorio, con alcuni dei quali la polizia locale lavora in rete. Poiché la cassetta degli attrezzi di lavoro si compone di tanti strumenti, questi devono essere costantemente verificati e mantenuti in efficienza. Ad esempio, negli ultimi anni abbiamo inserito nuove tematiche nella nostra offerta formativa, come il contrasto all’elusione fiscale, la prevenzione del gioco d’azzardo, il riconoscimento della presenza di criminalità organizzata sul territorio, che rappresentano ambiti di interesse del tutto nuovi per le polizie locali.

Considerato che il ruolo delle polizie locali è molto cambiato in questi decenni, ritiene che gli attuali sistemi concorsuali di selezione siano adeguati?
Sicuramente no. Vi sono requisiti psico-attitudinali imprescindibili, che gli operatori devono possedere e che non possono emergere da una selezione concorsuale basata unicamente sulla verifica del sapere né possono essere acquisiti solo con successivi percorsi di formazione professionale. Per questo, anche come Scuola, stiamo operando nella selezione psico-attitudinale dei candidati ai concorsi, utilizzando le modalità di indagine più efficaci rispetto al possesso di quei requisiti individuali indispensabili e realmente fondanti la professione, più di ogni altra competenza tecnica, acquisibile tramite la formazione. Parlo, ad esempio, di spirito di servizio, consapevolezza del ruolo, etica personale, motivazione, equilibrio emotivo, capacità relazionale.

Tra le molteplici attività proposte, corsi sulla gestione delle negatività sul luogo di lavoro, di comunicazione e orientamento al cittadino e sulla violenza di genere. Quale ruolo può assumere la polizia locale nella prevenzione e repressione degli episodi di violenza sulle donne?
Rispetto a questo tema, la polizia locale, sempre grazie alla propria capillare presenza sul territorio, alla conoscenza dello stesso e dei residenti e per la relazione di fiducia che instaura col cittadino, può giocare un ruolo rilevante. Intanto deve imparare a vedere, riconoscere e rilevare la violenza.
Può cogliere dei segnali di presenza di violenza anche mentre svolge altre attività; quando presidia la viabilità delle scuole, ad esempio, al momento dell’uscita dei bambini e del loro incontro coi genitori o quando entra in una casa per un banale controllo di cambio di residenza. Poi può accogliere una donna che si rivolge al Comando chiedendo aiuto, sapendola ascoltare, dandole le prime informazioni sui possibili percorsi assistenziali ed allertando la rete di servizi esistente sul territorio. Deve dunque conoscere tale rete e sapersi coordinare con la stessa poiché una donna che subisce violenza necessita di diverse professionalità (servizi sociali, medici, Forze dell’ordine, istituzioni, privato sociale, associazionismo, legali ecc.). La Scuola ha organizzato un corso interregionale in materia di “Violenza di Genere tra prevenzione e controllo”, della durata complessiva di 20 ore, avente l’obiettivo di fornire agli operatori di Polizia locale conoscenze approfondite sul fenomeno della violenza di genere, sulla sua interpretazione e sulle attività di prevenzione e di contrasto, con particolare attenzione all’efficacia dei diversi strumenti di intervento. Ne sono state realizzate cinque edizioni in Toscana e una in Liguria ed Emilia-Romagna, formando circa 200 operatori, tra il 2010 e il 2012.

Qual è stato il programma del corso?
La formazione che proponiamo agisce su tre livelli: il primo è finalizzato a creare un’effettiva rete dei servizi partendo da un linguaggio condiviso ed accettato; il secondo a consentire una migliore accoglienza della donna che subisce violenza; il terzo a potenziare la prevenzione. In particolare, ci siamo proposti di contribuire a far acquisire, oltre a una conoscenza del fenomeno, una consapevolezza maggiore degli operatori di polizia locale sulla natura essenziale della violenza di genere, che è trasversale a ceti sociali, opzioni ideologiche, etnie, sviluppando competenze di carattere operativo e di progettazione di interventi concreti. Il programma prevedeva l’analisi dei contesti, delle tipologie di autore e delle dinamiche della violenza di genere; lo studio degli strumenti di contrasto e di prevenzione; la presentazione e la discussione dei progetti in corso e delle esperienze avviate, con particolare attenzione a quelle che coinvolgono le polizie municipali (Ravenna e Genova). Hanno partecipato diversi esperti del settore e rappresentanti di centri antiviolenza.


FOTO: Liuba Del Carlo



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