Il Lazio è al 6° posto per infiltrazioni mafiose dopo le regioni del Sud e la Lombardia, l’usura è una forma di controllo del tessuto economico cittadino e un’arma formidabile delle associazioni criminali più o meno strutturate
La mafia esiste anche a Roma. Siamo abituati a sentirne parlare e ad associarla soprattutto al Sud del nostro Paese, ma anche nella Capitale sta prendendo piede l’illegalità, che si sviluppa però sotto altre forme e con altri metodi, più silenziosi ma ugualmente efficaci. Si tratta di una pratica illegale e socialmente deplorevole: l’usura. Sembra che ultimamente sia diventata moneta di scambio tra bande criminali romane e commercianti che, vedendosi negati prestiti e aiuti dalle banche, sono costretti a rivolgersi a queste organizzazioni. Dal canto loro, ‘il Codici’, il ‘centro per i diritti del cittadino’ e il ‘Forum delle Associazioni Antiusura’, stanno cercando di compiere passi avanti rispetto allo scenario attuale, cercando di prendere in considerazione tutte le esigenze delle vittime di usura, ispirandosi al principio di sussidiarietà. Ma altrettanto allarmante sono i tagli al sistema dell’antiusura. A comunicarlo Giuseppe Parroncini, membro Commissione speciale Sicurezza e integrazione sociale, lotta alla criminalità del Consiglio Regionale Lazio: «Quest’anno» dichiara «i fondi sono diventati 625.000 euro, una vergogna, perché la lotta all’usura si fa con i soldi». Il sistema dell’antiusura è difatti in crisi. Dal 2009 ad oggi si è assistito ad una progressiva diminuzione delle risorse per prevenire e combattere il fenomeno. Si è infatti passati da 1.500.000 euro del 2009 a 750.000,00 euro del 2010 fino ad arrivare ad 625.000 euro per il 2011. Una detrazione pari a più del 50 per cento. Secondo alcuni dati il Lazio è al 6° posto per infiltrazioni mafiose dopo le regioni del Sud e la Lombardia e nell'ultimo anno solo a Roma si sono registrate decine di omicidi legati alla criminalità alle quali si aggiungono i reati di ecomafia denunciati da Legambiente. La criminalità nel Lazio e a Roma è diventata un vero flagello sociale che ha fatto chiudere il 2011 con 30 omicidi oltre che una lunga serie di attentati, gambizzazioni e casi di usura e rapine, queste ultime aumentate, rispetto al 2010 dell’11%. Quello che i commercianti si trovano costretti a pagare a Roma, non a torto soprannominata la “Capitale dell’usura”, è un pizzo non sempre legato a personalità criminali ma ben radicato nel tessuto economico della città e, proprio per questo, difficilmente quantificabile. C'è infatti un fenomeno che ha certamente una componente di grande organizzazione ma esiste anche un'usura più familiare, dove lo strozzino è il vicino di casa o il fornitore di certe merci, ed è questa la parte più difficile da quantificare e da analizzare. Come funzioni realmente il meccanismo perverso dell’usura che stritola i soggetti economici più deboli, resta ancora difficile da comprendere e soprattutto resta incerto l'esito della lotta a questo tipo di illegalità. Alcuni dati dimostrano che sono in aumento i dipendenti pubblici e i commercianti che si rivolgono agli sportelli antiusura gestiti dal Comune di Roma capitale. A farlo sapere è l'assessore capitolino alle attività produttive, Davide Bordoni. Nel 2010 si sono rivolte agli sportelli antiusura 1.078 persone per chiedere consiglio prima di accendere ad un mutuo o a chiedere un prestito, oppure per problemi di usura. Non solo; è dimostrato che il 57% delle persone che si rivolge agli sportelli antiusura ha un'età compresa tra i 32 e i 58 anni e spesso è vittima di malattia o separazione. Ristoranti, bar, esercizi commerciali, immobili, aziende, questo tipo di economia sporca sta divorando lentamente pezzi importanti di quella buona economia che è ancora rimasta nel nostro Paese; e non si tratta solo di imprenditori, ma anche pensionati, persone malate e senza soldi che hanno dovuto sostenere spese mediche e pure giovani in difficoltà perché hanno perso il lavoro. Una strage sociale. Si tratta di persone che hanno difficoltà di accesso al credito e non riescono ad avere un dialogo con il sistema bancario, un sistema che sembra essere ancora troppo rigido, che valuta scrupolosamente il patrimonio di chi chiede finanziamenti e non considera mai la potenzialità economica di progetti e idee. Molto spesso accade che siano proprio queste istituzioni ad esasperare e a portare il singolo cittadino ad avvicinarsi a questo tipo di criminalità. «Le fonti che creano esposizioni al debito sono spesso fonti istituzionali” commenta Ivano Giacomelli segretario Nazionale de ‘il Codici’ «derivanti dal sistema bancario e dal sistema finanziario, in genere, ma soprattutto dal recupero crediti delle società a questo deputate, come Equitalia. In molti casi viene creato un disequilibrio economico tale per cui la gente è costretta a trovare soluzioni anche per vie alternative a quelle legali». A tal proposito, ‘il Codici’ ha lanciato la campagna “Sos debiti” per far fronte alle sempre crescenti segnalazioni di difficoltà lamentate dai cittadini. La campagna è rivolta prettamente ai soggetti fortemente sovra indebitati perché oppressi dalle ingenti richieste economiche che provengono dalle Agenzie di riscossione crediti. Le speculazioni degli strozzini, subite da circa il 10% dei commercianti nel Lazio, che equivarrebbe a circa 6.000 persone, sarebbero molto diffuse soprattutto nelle zone del litorale Sud della Capitale e dei Castelli, nell’area di Cassino e dell'Agro Pontino. Claudio Di Berardino, segretario di Roma e Lazio della Cgil, ha affermato: «La stragrande maggioranza delle infiltrazioni della criminalità avviene nel tessuto economico-commerciale ed è legata in maniera stretta alla crisi che stiamo vivendo. La Cgil non ha intenzione di tacere su tali problemi nel momento in cui vengono fuori. I rimedi sono: diffondere la cultura della legalità» aggiunge Di Berardino «l'autonomia della magistratura, il rispetto delle buone pratiche di amministrazione, la cultura del lavoro, la difesa dei diritti dei cittadini, un'ora di lezione di legalità nelle scuole. L'aumento dell'inclusione sociale con più infrastrutture e servizi». Per questo attualmente sul territorio di Roma sono attivi 7 sportelli di aiuto presenti soprattutto nelle zone periferiche della città: a Cinecittà, a Centocelle, Trastevere (centro storico), Prati, Boccea, Quartaccio e nella zona di Ostia. Gli Sportelli offrono informazioni, assistenza e consulenza ai cittadini e ai piccoli commercianti che versano in rischiose situazioni economiche o di indebitamento. Anche Giuseppe Pignatore, magistrato italiano, ora procuratore della Repubblica di Roma dal 19 marzo 2012, dichiara: «C’è su Roma un accordo tacito tra grandi organizzazioni criminali per evitare atti di violenza specificamente mafiosi. A Roma c’è spazio per tutti ed è meglio da parte delle organizzazioni mafiose non attirare l’attenzione della magistratura e delle Forze dell’ordine, per non creare allarme sociale». Queste organizzazioni che vivono ai margini della legalità avanzano in silenzio, in modo discreto, ma efficace. Perché il vero potere può non essere solo quello delle armi, ma piuttosto nel controllo del sistema economico. Ancora Pignatone afferma: «Per quanto riguarda gli investimenti, si vede crescere in maniera esponenziale la massa di denaro di dubbia origine che viene reinvestita sul territorio. C’è un imponente fenomeno di evasione fiscale nonché una lunga serie di grandi fallimenti che muovono un’ enorme mole di denaro. Su questo forse non c’è consapevolezza di quanto sia importante contrastare il fenomeno. I mafiosi, essendo tali, portano possibilità di violenza». Il problema sembra assumere più gravità se si considera l’aggravante della crisi economica e sociale in cui verte tutta l’Italia: «In questo momento di crisi» ha spiegato Roscioli il presidente della Confcommercio di Roma «le aziende si sentono strette tra la morsa del fisco e quella del credito. E proprio in situazioni come queste che ci si rivolge agli usurai per poter sopravvivere. Gli sportelli anti-usura del Comune dovranno servire a far transitare e dare risposte a tutte quelle richieste d'aiuto che potranno arrivare da parte dei nostri iscritti». Si sta lavorando anche ad un protocollo di intesa per sensibilizzare gli esercenti delle attività economiche sui rischi del racket e del ricorso al credito usuraio per incentivare comportamenti virtuosi di denuncia e di rifiuto di richieste criminali.
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