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Ottobre-Novembre/2012 - Articoli e Inchieste
Legalità e diritti
L'intervento del sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia Diana De Martino
di



«A vent’anni dalla morte di due magistrati eroici finalmente tutte le autorità ammettono che ci sono articolazioni mafiose anche sul territorio romano, un’affermazione che per molto tempo è stata negata. Il Lazio è un territorio particolare per la mafia. Con 3 anni in direzione nazionale antimafia, 20 anni alla procura di Roma e 9 alla direzione distrettuale antimafia, mi sono convinta che sul territorio laziale c’è una criminalità finalizzata al reinvestimento e al riciclaggio dei capitali e nient’altro. Non è poco, certo. Non abbiamo quella presenza asfissiante della mafia che vi è nei territori di origine, non è una realtà in cui un imprenditore non può scegliere a chi dare la committenza per una fornitura. Però il nostro è un territorio in cui la mafia si infiltra silenziosamente. È tra gli esercizi commerciali, tra le società imprenditoriali. Non crea allarme sociale perché a Roma c’è spazio per tutti. Nel nostro territorio ci sono rappresentanze di tutte le mafie: la dimostrazione l’abbiamo dai sequestri degli ultimi anni. È stato già ricordato il sequestro che è stato fatto al clan Mallardo, di Giugliano. È un clan che ha origini nel Casertano, a cui nel 2010 sono state sequestrate ben 200 unità immobiliari nella zona di Tivoli, intestate a un prestanome del clan. Questo a testimoniare presenze camorristiche alle porte di Roma. Poi, una mattina, l’Urbe si è svegliata sapendo che alcuni locali storici della città, come il Caffè de Paris, il bar in via Bissolati, il Caffè Time out, il ristorante Colonna Antonina, il bar Cellini, erano tutti in mano agli Alvaro, la cosca dei Testazza. La criminalità organizzata a Roma al di là delle mafie è tradizionalmente dedita all’usura, al gioco d’azzardo e alla droga. A Roma si fa moltissimo traffico di stupefacenti, anche alleandosi con organizzazioni sudamericane per il rifornimento.Fra i gruppi più attivi nel traffico di stupefacenti c’è il clan di Michele Senese: ora il capo è detenuto e questo ha depotenziato la filiera. Ma ce ne sono altri molto attivi, come quello dei Casamonica. Deve destare attenzione anche la zona di Latina, che è particolarmente infiltrata, anche a causa della vicinanza geografica con le aree di origine dei clan cammoristici. Il nostro dunque è un territorio in cui la criminalità non è presente con le manifestazioni tipiche, ma bisogna fare attenzione a tutti i livelli sociali perché le infiltrazioni mafiose ci sono».

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