Conosciamo davvero il nostro Paese? Il libro
di Michele Ainis, editorialista del Corriere della Sera, in poco
più di centosessanta pagine, fotografa
alla perfezione il sistema-Paese Italia
La Costituzione italiana, che secondo molti è la più bella del mondo, è entrata in vigore il 01/01/1948. Essa è il frutto della sintesi di tre dottrine politiche: quella cattolica, quella liberale ed, infine, quella marxista. D'altronde non avrebbero potuto avere un epilogo diverso i lavori dell'assemblea costituente che, ricordiamolo, fu eletta dopo la fine della dittatura fascista.
La nostra Repubblica è di tipo parlamentare. Il Parlamento, composto di due rami: la Camera dei Deputati e il Senato della Repubblica è l'organo fondamentale della nostra Costituzione. Il governo, infatti, per potersi insediare ed essere pienamente legittimato nell'esercizio delle sue funzioni deve avere la fiducia parlamentare. A un osservatore un po’ a digiuno di Diritto Costituzionale l'assetto politico istituzionale italiano potrebbe sembrare perfetto.
Siamo proprio sicuri che sia così? La società italiana è davvero basata su principi di eguaglianza, meritocrazia e pari opportunità? Il libro Vita e morte di una Costituzione, molto interessante, recentemente pubblicato dalla Rizzoli e scritto magistralmente dal noto costituzionalista Michele Ainis, editorialista di punta del Corriere della Sera, in poco più di centosessanta pagine fotografa alla perfezione il sistema - paese Italia.
Lo Stivale è una nazione basata, in realtà, sulle corporazioni, i privilegi, una rigida regolamentazione delle professioni, assoluta mancanza di libera concorrenza ma, soprattutto, schiacciata dall'attività, ai limiti della legalità, delle varie lobby.
Il mondo anglosassone è la patria del liberalismo e i risultati sono evidenti: ricchezza, opportunità, meritocrazia, flessibilità, mobilità e, soprattutto, crescita a livello lavorativo. Il liberalismo pone al centro l'individuo a differenza delle altre culture. Nel nostro Paese, per svariati motivi, la cultura liberale non ha mai messo radici. Le statistiche parlano chiaro. Tendenzialmente, i figli ereditano il posto di lavoro dai genitori; sia negli istituti bancari, sia negli studi di avvocatura, ingegneria, architettura, notariato sia nelle attività commerciali quali ad esempio le farmacie, in palese contrasto con il principio delle pari opportunità. ... [continua]
LEGGI L’ARTICOLO COMPLETO:
ABBONATI A POLIZIA E DEMOCRAZIA
per informazioni chiama il numero verde 800 483 328
oppure il numero 06 66158189
FOTO: Michele Ainis
|