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Agosto-Settembre/2012 - Immagini e Cultura
Mostra
Cultura + Legalità = Libertà
di Claudio Ianniello

Parlate della mafia. Parlatene alla radio,
in televisione, sui giornali.
Però parlatene. (Paolo Borsellino)


In occasione del ventennale delle stragi di Capaci e Via d’Amelio e del trentennale della morte del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, arriva a Roma la mostra “Cultura + Legalità = Libertà”.
Dopo essere stata inaugurata il 24 novembre 2011 al Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, la mostra itinerante, a cura dell’Associazione Arte Indivisa, del Dipartimento della P.S. -Ufficio Storico della Polizia di Stato - ed in collaborazione con la Biblioteca Nazionale Centrale, resterà aperta al pubblico romano dal 20 settembre fino al 18 ottobre dal lunedì al venerdì con orario 10.00 – 18.00 ed il sabato 10.00 – 13.00, presso la Sala mostre della Biblioteca Nazionale di Roma. (Castro Pretorio)
L’esposizione presenta opere pittoriche, scultoree, e fotografiche, di riconosciuti e validi artisti provenienti dalla Polizia di Stato (già presenti alla 54^ Biennale d’arte di Venezia), nonché di autori del panorama civile italiano, volte ad offrire “un’inconsueta visione in pillole di ciò che sono state le mafie e di quello che sono oggi, di come si insinuano nel nostro quotidiano”, e veicolare il messaggio della lotta contro l’illegalità.
Spiega Roberta Di Chiara a proposito dell’Associazione arte INdivisa: “Arte INdivisa è un’associazione nata dalla volontà di un gruppo di artisti appartenenti al Dipartimento della Pubblica Sicurezza, con l’obiettivo di creare attraverso l’arte, una mediazione tra realtà sociale e Istituzione Polizia di Stato”. La parola indivisa, oltre a richiamare l’uniforme, esprime una continuità, un legame con ciò che accade nella società civile”.
In questa esibizione l’arte è presentata come strumento privilegiato di comunicazione, direttamente al cuore dell’uomo il quale, attraverso le sensazioni in lui suscitate, a volte forti, rivive o percepisce il dolore dei fatti di mafia che hanno funestato l’Italia.
Dalle collezioni della Biblioteca Nazionale inoltre è stata ricavata una sezione bibliografica, con la scelta e la riproposizione di pagine di giornali e periodici significativi, dove sono descritti alcuni degli eventi più drammatici della lotta contro la mafia.
Una mostra che esplora a 360 gradi tutte le forme d’espressione artistica. E non deve certo stupire se uomini della Polizia, in prima linea nella dura battaglia alla criminalità, riversino le proprie emozioni, i propri vissuti in opere d’arte.
Ispirate dal male compiuto dall’uomo, queste opere impongono all’osservatore una riflessione profonda, che spinge invece alla ricerca del bene, dell’alternativa a ciò che è stato presentato, sentendo quindi quel bisogno di legalità che non è tanto l’obbligo di sottostare a leggi, quanto la necessità di ricercare il bene comune e sostenere la giustizia per poter affermare l’inderogabile valore della libertà.
Attraverso l’abilità umana quindi, grazie alla cultura, si può esprimere con efficacia il dissenso alla criminalità organizzata che sembra essere l’inestirpabile cancro del nostro Paese.
la mafia non è solo la violenza cieca dell’ala militare, stragista, ben visibile a tutti e, di conseguenza, contrastabile solo dall’azione congiunta di magistratura e forze dell’ordine. La mafia, le mafie, sono sempre di più subdole presenze nella vita di tutti i giorni, abili a non farci sentire il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità delle nostre azioni che inevitabilmente finiscono con l’essere complicità.
Solo con una nuova cultura della legalità si potrà imprimere nelle menti un nuovo modo di pensare: dire no alle mafie, sempre ed in ogni circostanza, saperle riconoscere. Questo è però compito del singolo, non più dello Stato: sradicare da noi ogni possibile attecchimento di comportamenti controversi, pensiero dopo pensiero, azione dopo azione, singolarmente, ciascun individuo, alla lunga si potranno debellare le mafie.
Che per combattere la criminalità organizzata si aspiri ad una rivoluzione culturale è ormai un concetto unanimemente espresso. Il Prefetto Manganelli, nell’introduzione al catalogo della mostra afferma: “I lusinghieri risultati operativi raggiunti con la cattura di pericolosi latitanti e la confisca di ingenti patrimoni sottratti ai mafiosi hanno contribuito alla sicurezza in generale; ma il cambiamento delle coscienze è qualcosa che è partito da dentro, da un bisogno rinnovato di moralità e di onestà”
E ancora, Antonino Caponnetto, a capo del pool antimafia diceva: “la mafia teme la scuola più della giustizia. L’istruzione taglia l’erba sotto i piedi della cultura mafiosa”.
La mostra è nata con lo scopo di seguire l’insegnamento lasciatoci da Paolo Borsellino: ‘Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene’.
La manifestazione si concluderà il 18 ottobre alle ore 17 con il concerto del quintetto degli ottoni della Banda della Polizia di Stato.

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