Per oltre trent’anni, un mistero. Oggi, grazie al libro
'Un comandante del Nocs', di Edoardo Perna
con la prefazione di Ansoino Andreassi, già vicecapo vicario
della PS nonché vicecapo del Sisde, si fa luce
su un'operazione di Polizia tra le più clamorose in Italia
Verona, 17 dicembre 1981. Verso le cinque del pomeriggio il generale statunitense James Lee Dozier, sottocapo di Stato Maggiore Forze terrestri alleate del Sud Europa, lascia in auto Palazzo Carli, sede del quartier generale delle forze Nato, per tornare a casa.
Qualche ora dopo, un commando delle Brigate Rosse, spacciandosi per idraulici, lo sequestra e a bordo di un auto si dirigono verso Padova in via Pindemonte 2, sede del covo.
Mai nella storia degli Stati Uniti un generale americano è stato sequestrato. L’azione delle Brigate Rosse è un attacco alla Nato, braccio armato dell’odiato imperialismo capitalista dell’Occidente.
L’opinione pubblica mondiale è scioccata. Le pressioni dell’amministrazione Reagan verso il governo italiano, affinché siano gli americani a condurre le indagini, sono incessanti ma il governo italiano non cede.
La Repubblica italiana è sotto i riflettori di tutto il mondo. L’imperativo è uno solo: liberare Dozier a qualunque costo.
L’onore dell’Italia è in gioco perché il destino dell’alto ufficiale è segnato: condanna a morte. Come noto, Dozier viene liberato in una fredda mattina del 28 gennaio 1982 dai Nocs della Polizia di Stato.
La notizia fa il giro del mondo. La stampa internazionale nonché le autorità a stelle e strisce si congratulano con l’esecutivo italiano ed esaltano la Polizia italiana verso cui c’era stata qualche diffidenza da parte di Washington.
L’operazione Dozier per oltre trent’anni è stata avvolta dal mistero. Oggi, finalmente, grazie ad un avvincente libro scritto, elegantemente, da Edoardo Perna con la prefazione di Ansoino Andreassi, già vicecapo vicario della Polizia nonché vicecapo del Sisde, pubblicato dalla casa editrice romana Memori e intitolato Un Comandante del Nocs, siamo in grado di conoscere tutti i dettagli dell’operazione di Polizia più clamorosa mai realizzata in Italia.
Il Dirigente generale della Polizia di Stato Edoardo Perna nel 1980, con il grado di capitano, entra a far parte del Nucleo Operativo Centrale di Sicurezza in qualità di vice del comandante Andrea Scandurra, fondatore del Nocs.
È lui a dirigere il blitz. La reputazione dell’Italia dipende da lui e dai suoi uomini. Un compito da far tremare i polsi.
Subito dopo il rapimento del generale Dozier, il Viminale emana un decreto ministeriale che istituisce a Verona il Comitato di coordinamento per le indagini concernenti il sequestro del militare americano, la cui direzione è affidata al prefetto Gaspare De Francisci, allora direttore dell’Ucigos (Ufficio Centrale per le investigazioni generali e per le operazioni speciali) che si avvale del questore partenopeo Umberto Improta.
Dopo circa quaranta giorni di indagini serrate, si riesce a ricostruire l’organigramma delle Brigate Rosse del Veneto e, grazie alle dichiarazioni del terrorista arrestato Volinia, è possibile l’identificazione del covo.
Immediatamente, Perna ed i suoi uomini raggiungono Improta a Padova.
Umberto Improta ed Edoardo Perna effettuano in auto un primo sopralluogo in via Pindemonte 2 ed Improta, indicando l’appartamento dove si sono rifugiati i brigatisti, dice a Perna in napoletano “Edoà mo te le avere tu”. [Edoardo, adesso tocca te - N.d.A.].
Ottenuta una planimetria dell’appartamento, Perna comincia a studiare le modalità dell’irruzione.
Per accertarsi della tipologia della porta, effettua un sopralluogo in borghese con una agente della Polizia femminile, fingendosi una coppia qualunque che si reca allo studio dentistico attiguo all’appartamento.
Per fortuna, la porta non è blindata. Non sono necessarie delle micro cariche per farla saltare.
Perna studia il piano nei minimi dettagli, ripassando con ognuno dei componenti del team il proprio compito.
Ogni elemento del Nocs sa cosa fare esattamente.
Il team è composto da tredici elementi. Sei effettueranno l’irruzione e gli altri assicureranno la copertura di sicurezza a breve raggio e l’interdizione di possibili vie di fuga da parte dei terroristi.
Il successo dell’operazione dipende esclusivamente dall’effetto sorpresa. Una volta abbattuta la porta per circa cinque secondi i brigatisti saranno inebetiti e, quindi, incapaci di reagire.
La porta deve essere sfondata al primo colpo. L’operatore incaricato di sfondare la porta è Salvatore, campione mondiale del sollevamento pesi. Indossati due giubbotti anti-proiettile prende una rincorsa di sei metri e quando il comandante gli dice: “vai” si fionda verso la porta abbattendola.
I Nocs entrano fulmineamente nell’appartamento, trovandosi di fronte all’improvviso una donna emaciata. Il comandante, proteggendosi con il suo corpo, impedisce ai sequestratori di aprire il fuoco contro i suoi agenti.
Via via i sequestratori sono neutralizzati.
Un terrorista sta puntando una pistola con silenziatore alla tempia del generale.In pochi attimi un agente si frappone tra la pistola e l’ufficiale, mentre Salvatore colpisce alla testa il brigatista con un colpo del calcio della pistola tramortendolo.
Dozier è incatenato ad una brandina.
Un agente, togliendosi il passamontagna, gli sussurra: “Siamo della Polizia”. E’ fatta.
Il Nocs ha condotto il blitz in maniera esemplare dimostrando una professionalità eccellente, al pari dei Reparti speciali americani ed israeliani. Edoardo Perna è certamente qualcuno cui la Polizia di Stato e l’intera nazione devono molto.
Leggere il suo emozionate libro è un’occasione per ogni poliziotto e un piacere per ogni cittadino italiano.
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