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Giugno-Luglio/2012 - SOLO ON LINE SU POLIZIA E DEMOCRAZIA
Il mistero della lingua etrusca
di Carlotta Rodorigo

Nella regione che corrisponde approssimativamente all’attuale Toscana, l’antica Etruria, viveva un popolo dell’antica Italia, un popolo ancora rimasto misterioso, forse il più affascinante mistero della nostra storia.
Chi erano gli Etruschi?
Impossibile, ancora oggi, decifrare la loro lingua, come nessuno ha saputo spiegare la fine improvvisa di una civiltà così ampia e raffinata, o indicare la loro origine.
Un popolo che previde la propria fine, una religione che fissava i limiti e lo sviluppo della vita umana. La loro società era regolata da dottrine filosofiche che spiegavano come alla vita dell’uomo era concesso un respiro lungo 12 volte 7 anni.
L’uomo poteva sopravvivere a guerre, epidemie e sciagure con tiri propiziatori fino al compimento dell’84° anno di età per poi inevitabilmente morire.
Alle stirpi predicevano 10 secoli per lasciare poi il posto a gente nuova.
La regione etrusca era idonea allo sviluppo di una società: territorio ben irrigato con facili accessi al mare, buoni raccolti. Non mancavano i minerali, come piombo, rame e ferro.
Gli Etruschi, intelligenti e attivi, erano portati ai viaggi e ai commerci creando nel Mar Tirreno una rete di scambi per esportare la loro produzione di manufatti.
Questo popolo era al massimo grado di civiltà quando Roma era ancora un borgo rurale sulle rive del Tevere.
Funzionari etruschi e piccoli sovrani, secondo ampia documentazione governavano questa piccola città latina costruirono le Mura Serviane, la Cloaca Massima, ma soprattutto introdussero usi e consuetudini etruschi, lo scambio di auguri, i giochi gladiatori, 1 12 littori.
Gli Etruschi sono considerati abili costruttori di città secondo un piano urbanistico, la città circondata da mura, costruita in collina e dominata da un tempio.
Le strade pavimentate, la raccolta delle acque piovane in tubi di terracotta.
Dall’architettura etrusca sono derivati l’arco e la volta ripresi in modo perfezionati dai Romani.
Sono giunti fino a noi, migliaia di iscrizioni trovate in Toscana, Umbria, Campania, Sicilia, Sardegna e perfino in Egitto, tuttavia non si è riusciti a interpretare l’etrusco che non appartiene ai linguaggi in indo-europei.
La scrittura etrusca va da destra a sinistra, ma vi sono anche iscrizioni con linee alternate anche da sinistra a destra.
L’arte etrusca non si riscontra in nessuna altra popolazione italica.
I colori sono pochi, giallo, rosso, blu, verde. La scultura presenta stili diversi e soprattutto in bronzo.
Tra le numerosissime opere etrusche il grandioso bronzo della “Lupa capitolina” diventò simbolo di Roma.
La religione degli Etruschi si conosce poco con piccoli riferimenti dai resti di tombe e templi ma senza una letteratura religiosa.
Gli Etruschi e la loro origine non interessò i popoli antichi. Solo nel 1498 un domenicano, Annio di Viterbo, tentò di interpretare pubblicazioni e scritti etruschi servendosi dell’ebraico. I risultati di questi studi non furono considerevoli come anche gli studi di intellettuali, scrittori e studiosi che con molta fantasia e superficialità giunsero ad errori ed esagerazioni.
Anche oggi periodicamente si fanno nuove scoperte, gettando nuova luce su mistero del mondo etrusco , ma è ancora immensa la zona d’ombra che custodisce un segreto di 26 secoli.

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