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Giugno-Luglio/2012 - Immagini e Cultura
Fabulae Pictae
di Giulio Sarchiola

Miti e storie nelle maioliche del Rinascimento.
Museo Nazionale del Bargello
16 maggio - 16 settembre 2012



Da metà maggio fino a metà settembre sarà possibile visitare l’esposizione Fabulae Pictae, al Museo Nazionale del Bargello. La mostra è dedicata alle maioliche istoriate del Rinascimento italiano e al loro rapporto di dipendenza con le fonti letterarie, storiche e figurative. Il percorso espositivo è realizzato con maioliche presenti nella collezione del museo che includono anche pezzi di provenienza medicea e altre in prestito provenienti da alcune collezioni italiane e straniere. La mostra si svilupp attraverso le sale espositice del museo e è divisa in due sezioni principali: la prima è dedicata ai temi della mitologia classica e la seconda ad alcuni episodi tratti dalla storia antica. L’esposizione ci fa capire quanto i modelli utilizzati nelle maioliche italiane fossero in stretto rapporto con i modelli pittorici figurativi rinascimentali. In queste infatti vi si trovano costantemente richiami ai repertori rinascimentali attraverso medaglie, placchette, disegni, bronzetti e incisioni. Durante il primo ‘500 infatti i pittori maiolicari hanno iniziato a trascrivere sulle loro opere le xilografie che illustravano le edizioni a stampa di testi letterari, come il Vecchio e il Nuovo Testamento, le Metamorfosi di Ovidio e le Storie romane di Tito Livio. Con il passare del tempo queste opere, sempre più richieste e numerose, sono diventate dei veri e propri veicoli iconografici e supporti culturali ai quali far riferimento grazie alla loro forte diffusione. Per mostrare questo rapporto figurativo sono presenti in mostra, accostati alle maioliche, vari esempi di arti applicate, specie di quelle che contribuirono a divulgare a più ampio raggio i temi aulici della culture del tempo e divennero fonti di ispirazione per i maestri “maiolicari”. Gli autori più noti e di cui sono presenti maioliche in mostra sono Cafaggiolo e Deruta e i gli artisti dei poli produttivi ceramici di Faenza e il ducato di Urbino, che sono i più importanti del Rinascimento da dove si riforniva anche la famiglia Medici.

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