Realtà e immaginazione nell’arte contemporanea americana
Centro di Cultura Contemporanea Strozzina
Palazzo Strozzi, Firenze
9 marzo-15 luglio 2012
A Firenze fino al 15 luglio. è possibile visitare la mostra American Dreamers, a Palazzo Strozzi, nel Centro di Cultura Contemporane Strozzina. La mosta, che espone il lavoro di alcuni artisti americani sul tema della reltà e dell’immaginazione, è stata organizzata all’iterno delle celebrazioni della città di Firenze per l’Anno Vespucciano, in occasione del quinto centenario dalla morte di Amerigo Vespucci. Il percorso espositivo ci propoe una rilessione sul lavoro di alcuni artisti americani che hanno provato ad immaginare mondi possibili alternativi attraverso fantasia, immaginazione e sogno in contrapposizione ad un presente sempre di più difficile interpretazione. L’interrogativo posto da questi artisti riguarda l’attuale persistenza di un sogno americano. Dall’11 settembre gli Stai Uniti d’America hanno visto cadere certezze di invulnerabilità e sicurezza, allo stesso tempo però è nato uno spirito di ottimismo accompagnato da una capacità di immaginazione e una volontà di credere sempre in un futuro a lieto fine attraverso il lavoro e l’esaltazione dei valori di libertà e uguaglianza che erano e sono alla base del sogno americano. Immaginare mondi possibili e alternativi diviene un modo per combattere l’ avversità del ptesente, una rottura psicologia con la quotidianità per sfuggire alle micacce concrete come gli alti tassi di disoccupazione, la crisi della situazione finanziaria internazionale e le previsioni negative sull’ambiente. Le opere in mostra appartengono a undici artisti americani - Laura Ball, Adrien Broom, Nick Cave, Will Cotton, Adam Cvijanovic, Richard Deon, Thomas Doyle, Mandy Greer, Kirsten Hassenfeld, Patrick Jacobs, Christy Rupp - che attuano una rilettura personale del presente o addirittura una fuga da esso tramite la costruzione di mondi paralleli alternaivi in fuga dalla realtà. Le modlità di creazione di questi mondi sono molteplici, da sistemi miniaturizzti a grandi opere che si espandono nello spazio e offrono un’immersione totale per il visitatore. La costruzioni di questi mondi alternativi rappresenta per alcuni artisti una critica al presente per altri una soluzione alternativa. Il percorso espositivo si apre con l’intervento site-specific di Adam Cvijanovic (1960), una pittura a muro che ritrae un paesggio urbano simbolo del sogno americano e allo stesso tempo della crisi immobiliare, a quest’opera ne sono contrappote due: una di Will Cotton (1965) che ci propone un mondo irreale di sovrabbondanza in cui tutto diviene zucchero filato e panna, in un miz di cultura pop americana e pittura del ‘700 francese, e l’altra di Nick Cave (1959), che espone alcuni dei suoi famosi Soundsuits, i vestiti indossabile che utlizza nelle performance per creare esperienze sonore. Più avanti seguono opere di Thomas Doyle (1976) che rappresentano micromondi in contrasto tra un’apparenza serena e una realtà drammatica della condizione umana e Richard Deon (1956) che con le sue immagini rappresenta dei paradosi della nosra vita quotdiana. Succesivamente Adrien Broom (1980) crea visionei di donne sospese tra realtà e sogno e Laura Ball (1972) che elabora un mondo popolato di immagini allegoriche in dialogo con l’auoritrato dell’artista. Poi Kirsten Hassenfeld (1971) che con un materiale ordinario come la carta da regalo crea sculture sospese al confine tra l’enigmatico e il domestico contrapposte ai lavori di Christy Rupp (1949) che riflettono sui temi della produzione di massa e lo sfruttamento degli animali nell’allevamento indstriale. Ancora più avanti Mandy Greer (1973) realizza un’opera ad hoc per la mostra, un sorta di foresta fantastica, che richiama a narrazioni mitologiche, ricreata con la tecnica dell’uncinetto e con inserti di vari materiali.
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