MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
25 maggio – 2 settembre 2012
Massimo Kaufmann. The Golden Age, è la seconda mostra del ciclo Prospettive del MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna. Prospettive è un progetto composto da una serie di mostre dedicate alla collezione del museo, attraverso le quali il museo vuole valorizzare la donazione di opere alla propria Collezione Permanente, contestualizzando il lavoro degli artisti in un percorso di carattere scientifico e didattico. Questa mostra è dedicata all’artista italiano Massimo Kaufmann (Milano, 1963). La donazione del trittico Cecità (olio su tela, 2009) conferma la presenza di Massimo Kaufmann nelle Collezioni del MAMbo, in particolare nella sezione Focus on Contemporary Art dedicata alle ultime generazioni dell’arte italiana, per la quale nel 2008 era stata acquisita l’opera The Golden Age, un dittico olio su tela realizzato a New York in cui si dispiega una rilettura astratta del paesaggio urbano ispirata dall’osservazione attraverso le grandi finestre dello studio dell’artista. Dal titolo di questa opera, in cui si richiama ironicamente l'idea del raggiungimento dello stato di grazia di una civiltà presagendone la sua decadente trasformazione, mutua denominazione la mostra in cui il museo presenta al pubblico il trittico del 2009 unitamente a una selezione di lavori che documentano gli esiti più recenti nella produzione dell’artista milanese. Nell’ultimo decennio Massimo Kaufmann ha orientato la propria ricerca verso una dedizione a valori pittorici, ritrovando temi che nel passato erano stati affrontati con materiali meno tradizionali, come i disegni di silicone su tulle, i disegni con la macchina da scrivere. L’artista sceglie di operare unicamente su supporti di diverse dimensioni, superfici singole o composizioni articolate in dittici e trittici, agendo sulla tela o sulla carta con pennellate da cui prendono vita forme cellulari di colore pulsante, atomi nebulosi - talvolta più densi talaltra più radi - disposti in modo calibrato, spesso secondo ordini geometrici. La dimensione cognitiva ed emotiva della sua pittura, distante da intenti narrativi e didascalici, appare particolarmente evidente nel ciclo dei lavori intitolato Cecità, cui appartiene il trittico donato al MAMbo, caratterizzato dal rigetto assoluto per l’immagine iconica. Si tratta di opere che l’artista descrive come “quadri ciechi” di consistenza tattile, tracciati con una tecnica della punteggiatura che evoca l’alfabeto Braille utilizzato dalle persone non vedenti. Il linguaggio allusivo di queste immagini annulla ogni possibilità di identificare i soggetti, offrendo infinite possibilità di interpretazione per punteggiature, mappe, reticoli, texture che esplodono in un crescendo ritmico e musicale.
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