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Aprile-Maggio 2012/2012 - SOLO ON LINE SU POLIZIA E DEMOCRAZIA
Immagini e cultura
KLIMT nel segno di Hoffmann e della Secessione
di a cura di Giulio Sarchiola

Venezia, Museo Correr 24 marzo – 8 luglio 2012


Gustav Klimt “ritorna” dopo oltre un secolo a Venezia con una mostra al Museo corner. La sua ultima partecipazione risaliva alla Biennale di Venezia del (1910). La mostra è curata da Alfred Weidinger, uno dei più noti esperti dell’artista austriaco. Il percorso ci mostra tramite una serie di dipinti, disegni, mobili e gioielli, oltre che importanti ricostruzioni e documenti storici, la nascita e lo sviluppo, in ambito architettonico e pittorico dell’opera dell’ artista austriaco e del gruppo che con lui diede vita alla Secessione viennese, in particolar modo Josef Hoffmann. La prima sezione della mostra è dedicata agli esordi della Secessione, la seconda è un’insieme di foto, documenti e biografie. La terza e la quarta metto in evidenza la figura e il paesaggio, due aspetti importanti dell’arte secessionista. Uno dei temi principali della mostra è la collaborazione con Josef Hoffmann, architetto e interior designer, che Klimt conosce a Vienna, proprio mentre iniziava la Sacra Primavera. Questa relazione ci mostra come in poco tempo l’artista e l’architetto condivisero in carichi, clienti, amici e l’idea del Gesamtkunstwerk ovvero l’opera d’arte totale, che nel Fregio di Beethoven (1901-1902) e nelle decorazioni di Palazzo Stoclet a Bruxelles ha trovato uno dei punti più alti della sua utopica realizzazione. Nel 1902 la Secessione decide di fare una mostra in cui la scultura di Max Klinger di Beethoven sia il leitmotiv. La direzione artistica è affidata a Hoffmann il quale crea tre grandi sale: in una di queste Klimt dipinge su tre pareti il Fregio di Beethoven. Altri artisti, tra cui Toorop, Stöhr, Khnopff, parteciparono all’esposizione e anche essi sono presenti nella quinta sezione: “Beetohvenausstellung o L’utopia della Gesamtkunstwerke: l’architetto e il pittore”. “Palais Stoclet 1905-1911” è il titolo dell’ottava sezione, interamente dedicata al lavoro che Hoffmann e Klimt intrapresero per il banchiere Adolf Stoclet. L’esposizione ci mostra come per questa comunità di artisti l’architettura, la pittura e le arti applicate si mescolarono fino a diventare arti tra loro inscindibili, dando vita a più di un movimento e più di uno stile, come dimostra la settima sezione: “Kurvilinear o Stilemi curvilinei. Tra simbolismo e secessione”. L’opera di Klimt è stata anche di fondamentale importanza per la cultura figurativa italiana dell’epoca. Per questo verranno esposti nelle sale di Ca’ Pesaro (31 marzo–8 luglio), come completamento e corredo della mostra al Correr, due grandi cicli decorativi che bene raccontano di questa visionaria affinità elettiva: Le mille e una notte di Vittorio Zecchin e La Primavera di Galileo Chini, di altrettanta straordinaria bellezza, concessa in prestito dalla Galleria Nazionale d’arte Moderna di Roma.Per il direttore della Fondazione Musei Civici di Venezia Gabriella Belli questa mostra rappresenta: “Un grande ritorno per un grande inizio della nostra Fondazione, che proprio nel progetto dedicato a Klimt vede non solo realizzarsi l’opportunità di una importante collaborazione internazionale, ma anche la restituzione “culturale” di una presenza, come quella di Klimt, che fu determinante per lo sviluppo delle arti in Italia nei primi due decenni del secolo scorso»

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