dal 17 marzo al 4 novembre 2012
Officine Grandi Riparazioni, Torino.
Dopo il successo del 2011 riapre a Torino la mostra “Fare gli italiani” arricchita dalla nuova sezione la Forza dell’Unità. Il percorso espositivo ci accompagna attraverso la storia degli italiani, dall’Italia pre-unitaria al momento dell’unificazione, fino ad arrivare ai giorni nostri. Un percorso espositivo che vuole portarci a riflettere sul lungo processo di formazione dell’identità nazionale, in cui vengono messi in luce i fattori che hanno favorito l’aggregazione, ma anche gli elementi che, in alcune fasi, l’hanno frenata. I protagonisti della mostra sono gli italiani, considerati sia nelle loro diversità e pluralità che nei momenti che li hanno visti avvicinarsi e unirsi. In questa nuova edizione la mostra è arricchita da una nuova sezione, La Forza dell’Unità progettata da Carlo Pession e Riccardo Mazza, che ci permette di osservare con uno sguardo complessivo la trasformazione di un Paese oggi riconosciuto come un’importante realtà politica ed economica, dotata di una forte identità unitaria, ma additato in passato come una semplice “espressione geografica”. Questa nuova sezione è collocata nella prima parte del percorso e rappresenta un’utile premessa al seguito dell’esposizione, dove sono rappresentate tutte le fasi che hanno segnato l’evoluzione compiutasi nel corso di 150 anni. Il percorso espositivo ci racconta attraverso 13 isole tematiche i momenti più significativi vissuti dall’Italia unita, che consentono al visitatore di acquisire una visione complessa e profonda dei movimenti, meccanismi e fenomeni di lungo periodo che hanno condizionato la storia del Paese. Tra queste: il mondo contadino, la scuola, la Chiesa, i movimenti migratori, la prima e la seconda guerra mondiale, i partiti di massa, la mafia, l’industria e, ancora, i consumi, i trasporti, i mezzi di comunicazione di massa. La storia è narrata attraverso una varietà di linguaggi e strumenti, con il supporto di immagini, video, filmati interattivi e busti parlanti dei principali personaggi storici. Ad essere documentati non sono solamente gli elementi eroici ma anche tutti gli aspetti contraddittori e le speranze deluse. Le fotografie, per mezzo di sbiaditi dagherrotipi in bianco e nero e di riproduzioni via via più luminose e recenti, ci mostrano le persone e i contesti nella loro dimensione autentica, permettendo di scorgere da vicino e senza mediazioni i momenti di passaggio della vita italiana, di individuare luoghi familiari, di assistere alle fasi di trasformazione delle città e del paesaggio. Il cinema ci consente soprattutto di attraversare le fasi novecentesche dell’avventura unitaria, fornendoci un quadro particolarmente vivo e veritiero della società italiana così come essa appariva in momenti centrali quali il secondo dopoguerra e gli anni del boom economico. Questo grazie al genio di autori e registi come Rossellini, De Sica, Zavattini, Fellini, Flaiano, Visconti, Comencini, Monicelli e altri ancora. Il teatro ci restituisce un’immagine chiarificatrice dell’identità nazionale. Quello musicale, che nell’ 800, grazie al genio di Giuseppe Verdi, ha contribuito validamente alla diffusione degli ideali del Risorgimento; e quello di prosa, che con Pirandello e De Filippo ha saputo indagare in profondità la psicologia e il sentire degli italiani. Infine i grandi mezzi di comunicazione di massa: dapprima i quotidiani e i periodici, e poi la radio e la televisione, gli strumenti che più di tutti hanno saputo raggiungere i diversi strati della società italiana. Veicoli di cultura, intrattenimento, informazione e talvolta di omologazione, hanno contribuito in maniera decisiva allo sviluppo di un retroterra comune di conoscenze e di un immaginario condiviso. A favorire un generale senso di appartenenza, però, sono state anche esperienze diverse e meno traumatiche: la diffusione della religione cattolica, per cominciare, e, insieme, la nostra straordinaria tradizione letteraria e artistica. Per non parlare del sistema scolastico che, con il servizio militare, fin dall’indomani dell’Unità d’Italia, è stato lo strumento principe attraverso cui il progetto di “fare gli italiani” ha trovato infine il suo compimento.
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