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Aprile-Maggio 2012/2012 - SOLO ON LINE SU POLIZIA E DEMOCRAZIA
Immagini e cultura
"Canova e la danza"
di a cura di Giulio Sarchiola

Museo Canova di Possagno
3 marzo - 30 settembre 2012

Della passione di Canova per la danza fino a poco tempo fa si sapeva ben poso. L’artista frequentava i teatri, era un grande appassionato di musica, assistette ad alcuni spettacoli di Salvatore (1769-1821) e Onorato Viganò (1739-1811), inventori del coreodramma (balletto in cui le masse e la coralità hanno il predominio sugli assoli e i pas de deux, e in cui la pantomima è integrata nella danza e non separata da essa come era stato fino ad allora); Canova era inoltre amico del coreografo e ballerino Carlo Blasis (1797-1878), d'origine napoletana come i Viganò, maestro di danza alla Scala di Milano (è l'inventore dell'attitude) e autore di un celebre trattato sull'argomento (1828, Code of Terpsichore). Nella biografia ufficiale commissionata dal fratellastro dell'artista, Giovanni Battista Sartori (scritta dall'abate Melchiorre Missirini e pubblicata a Prato nel 1824), poco o niente se ne dice. In quella del conte Leopoldo Cicognara invece, grande intellettuale del Risorgimento veneto, direttore dell'Accademia di Venezia, anche lui autore di una Biografia di Canova (Venezia, 1823), se ne parla spesso. Secondo lui alcune opere di Canova "sembrano riunire quanto di più vezzoso può offrire l’arte del ballo". Le opere canoviane “del genere leggiadro, ricorda Cicognara, parlando all’immaginazione ed al cuore, e solleticando con nuova soavità i sensi dei riguardanti, piacquero assai più generalmente”. E continua: "dolcissime sensazioni e indelebili destarono i marmi moderni di Canova col sorvolar gentile della fresca Ebe, lo slanciarsi delle Ninfe, gl’innocenti baci di Psiche, gli annodamenti delle vezzose Grazie, e tutti quei movimenti voluttuosi che espressi dallo scarpello così felicemente piacquero e sorpresero con tal incanto meraviglioso, che fecero salire l’artefice al più alto grado di fama (…) e quel grazioso aspetto di novità che egli seppe dare a quei marmi fece sulle prime maggiormente parlar dell’artista". La danza è quindi un tema caro all'artista, un motivo ricorrente nelle sue opere: oltre alle statue, a documentarlo sono le delicate figure danzanti delle tempere di Possagno, straordinaria prova di Canova pittore oggi finalmente recuperate da un restauro. Una passione, quella di Canova per la danza, che contagiò numerosi artisti del tempo, a partire da Francesco Hayez le cui Danzatrici del Museo Correr di Venezia certamente risentono di quelle canoviane. La mostra tratta quindi questa passione dell’artista e come abbia influenza la sua opera. Il percorso espositivo è composto da oltre cinquanta opere di grafica e scultura, di disegno e pittura, alcune delle quali esposte per la prima volta. L’idea di realizzare la mostra nasce in occasione della ricomposizione della Danzatrice con i cembali di Canova il cui modello è nato giusto 200 anni fa nell'atelier romano dell'artista: la Grande Guerra l'aveva violentemente deturpata. Oggi, con la reverse engineering, prendendo la forma dal marmo (conservato nel Bode Museum, a Berlino), è stato possibile ricostruire parte delle braccia, delle mani e dei cembali che erano andati distrutti. In mostra, la Danzatrice con i cembali la si potrà vedere esattamente come l'aveva modellata Canova. Accanto a questa anche due modelli in gesso di due ballerine di proprietà del museo: la Danzatrice col dito al mento (destinata al banchiere forlivese Domenico Manzoni, andata dispersa dopo la sua morte ma in seguito approdata ai Musei Civici della città) e la Danzatrice con le mani ai fianchi. La rappresentazione del movimento in questi lavori è stupefacente, i visitatori possono girarci intorno per coglierne tute le forme.

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