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Aprile-Maggio 2012/2012 - SOLO ON LINE SU POLIZIA E DEMOCRAZIA
Immagini e cultura
La Dinastia Brueghel
di a cura di Giulio Sarchiola

Como, Villa Olmo.
dal 24 marzo al 29 luglio

La mostra di Como è la tappa inaugurale di un’esposizione che ripercorre la storia e il talento della più importante stirpe di artisti fiamminghi attivi tra il XVI e il XVII secolo, attraverso 70 dipinti e 30 tra disegni e grafiche tra cui anche I sette peccati capitali di Hieronymus Bosch per la prima volta in Italia. Dopo Como la mostra toccherà Tel Aviv, Praga, Miami. Il percorso espositivo inizia con I sette peccati capitali di Hieronymus Bosch, maestro che è stato il punto di riferimento stilistico di Pieter Brueghel il Vecchio. Proprio Pieter Brueghel il Vecchio (1520/25-1569, detto Pieter Brueghel I) sarà il capostipite e il pittore più importante della dinastia artistica più influente nell’Olanda meridionale tra il XVI e il XVII secolo. Il suo corpus di opere s’interrogano sulla condizione dell’uomo e del mondo in cui vive; le raffigurazioni di paesaggi animati da contadini e scene di vita propongono una critica sarcastica dei vizi umani. Il pittore illustra la cultura popolare, fatta di proverbi e detti, in modo realistico, riflessivo e tagliente. Il figlio di Brueghel I, Brueghel il Giovane, era molto più noto in vita di quanto non lo fosse stato suo padre. Questo perché le opere dell’ultimo erano tutte custodite in collezioni private. Il figlio assicurò la diffusione delle opere paterne eseguendo copie delle stesse, come nel caso del Censimento a Betlemme eseguito da Pieter II nel 1605 – 1610, riproducendo la versione paterna del 1566, oggi custodita ai Musée Royaux des Beaux-Arts de Belgique di Bruxelles. Pieter Brueghel il Giovane (1564-1637/8, detto Pieter Brueghel II) si ispirò alle opere di suo padre perpetrando il suo stile, verso il 1600 lo “stiel Brueghel” era molto popolare. L’opera di Brueghel II era caratterizzata da un’eccellente tecnica, volta alla semplificazione forse eccessiva e quasi caricaturale della pittura di genere. Continuò a dipingere fino al 1616 nella tradizione paterna e allo stesso tempo introdusse nuovi temi. Nel 1616 infatti realizzò la sua prima versione di Festa del villaggio. Questo divenne il tema dominante del suo lavoro e lo accompagnò fino alla morte. Il percorso nella Dinastia continua con Jan Brueghel il Vecchio (1568-1625, detto Jan Brueghel I), figlio di Pieter Brueghel il Vecchio che si formò ad Anversa e fu molto legato all’Italia in particolar modo per il suo rapporto con il cardinale milanese Federico Borromeo che divenne suo influente collezionista. L’importante risultato conseguito da Jan nella pittura del XVI secolo fu determinato dall’ abbandonò della composizione tradizionale basata su piani d’immagini ben definiti alla predilezione per i primi piani e ai piani intermedi. Forte fu anche il legame con Pieter Paul Rubens con il quale realizzò insieme una serie di lavori tra cui Madonna con Bambino presente nel percorso espositivo. Figlio di Jan Brueghel I, Brueghel il Giovane (1601-1678, detto Jan Brueghel II), fu anche lui un affermato pittore. Si ricorda la sua collaborazione con Hendrik van Balen, fino alla morte di quest’ultimo avvenuta nel 1632, come nel dipinto l’Allegoria dei quattro elementi. Jan ebbe undici figli, sette maschi, cinque dei quali divennero anch’essi pittori. La fine dell’esposizione ci offre una panoramica su questi ultimi pittori della dinastia.

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