Firenze, Palazzo Strozzi
dal 15 marzo al 3 luglio
La mostra Americani a Firenze è stata organizzata a 500 anni dalla morte di Amerigo Vespucci per celebrare i legami tra la Toscana e il nuovo continente. L’esposizione ci racconta l’ambiente artistico che congiunse le due culture tra la metà dell’Ottocento e il primo conflitto mondiale. Il percorso espositivo ci propone quadri di un trentina di pittori americani che soggiornarono a Firenze e in Toscana in un periodo in cui l’Italia era una forte attrazione per chi voleva conoscere e studiare l’arte del passato. Il contatto di questi pittori con il paesaggio toscano, fatto di colline, ville, oliveti dette vita a una serie di opere che hanno contribuito a incrementare nell’immaginario americano il mito della Toscana e dell’Italia. Queste opere inoltre ci offrono una testimonianza della vita e l’attività degli intellettuali americani in italia, spesso soggetti dei quadri. Le opere esposte sono caratterizzate da uno stile in cui si fonde la formazione accademica ricevuta in patria, il confronto con gli impressionisti francesi e per alcuni artisti con i macchiaioli e i naturalisti toscani. Il percorso espositivo è diviso in sei sezioni, in cui si intrecciano opere dei precursori, i maestri per le prime generazioni che sono espatriate in europa, come William Morris Hunt e John La Farge e i primi espatriati, come John Singer Sargent, Mary Cassatt, James Abbott McNeill Whistler. Il cuore della mostra è però costituito dalle opere di soggetto fiorentino dipinte da alcuni esponenti del gruppo americano più vicino all’Impressionismo: i “Ten American Painters”, fra cui William Merritt Chase e Frederick Childe Hassam. Le opere degli artisti americani sono messe a confronto all’intero delle varie sezioni con quelle dei pittori fiorentini e toscani che più si avvicinarono alla maniera sofisticata e ricca di suggestioni letterarie promossa dai circoli più esclusivi di quella colonia internazionale: fra questi Telemaco Signorini, Vittorio Corcos, Michele Gordigiani e toscano “naturalizzato”, Giovanni Boldini. Come già accennato precedentemente soggetti di molti quadri sono gli intellettuali americani presenti a Firenze e in Toscana in quel momento. Tra di loro erano preseti collezionisti, scrittori, critici d’arte come Gertrude Stein, Mabel Dodge, Bernard Berenson, i fratelli Henry e William James, Edith Wharton, Vernon Lee e tanti altri. Un tema predominante tra tutte le opere è sicuramente quello della donna. Nella mostra sono presenti un grande numero di ritratti femminili di grande qualità, in cui la donna diventa simbolo della moderna nazione americana. Il tema del ritratto femminile inoltre si ricollega all’attività delle pittrici d’oltreoceano, le più intraprendenti giunsero in Europa e contribuirono agli scambi fra il loro paese e il vecchio continente: Mary Cassatt, Cecilia Beaux, cui fu richiesto l’autoritratto per la Galleria degli Uffizi, e la scultrice Bessie Potter Vonnoh. A differenza dell’Europa in cui la pittura femminile era considerata un passatempo, in America erano ammesse a frequentare le accademie, cosa non possibile ne in Italia ne in Francia. L’ultima sezione della mostra si chiude, in contrapposizione con tutti il resto, con alcune opere che rientrati nel loro paese dall’ Europa, ne hanno ritratto la quotidianità.
|