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Aprile-Maggio 2012/2012 - SOLO ON LINE SU POLIZIA E DEMOCRAZIA
Geografia
Un miracolo italiano
di Carlotta Rodorigo

La particolare orografia della penisola italiana favorisce il ristagno delle acque che ha impegnato l’uomo fin dai tempo lontani.
La regione Pontina del Lazio, pianeggiante e un tempo quasi interamente paludosa era popolata da pochi abitanti che vivevano temporaneamente in capanne, in condizioni igieniche disastrose per la diffusione della malaria.
Fin dal tempo dei romani erano stati compiuti tentativi di regolazione delle acque e la bonifica della regione.
Nel 160 a.C. il console Cornelio Cetego cercò di attuare il progetto ideato da Cesare, che prevedeva un grande canale da Terracina ad Ostia.
Nuovi progetti di bonifica furono studiati da Teodorico, ma presto il tentativo di bonifica fu del tutto abbandonato.
Opere parziali vennero compiute dai Papi senza raggiungere risultati duraturi.
Nel 1777 Pio VI face scavare un grande canale costeggiante la Via Appia bonificando alcune migliaia di ettari.
Il progetto venne ripreso da Napoleone che non ebbe il tempo di attuarlo.
Si hanno notizie di bonifiche effettuate dagli Etruschi nelle Maremme e dai Volsci ma le invasioni barbariche ricondussero molti dei territori bonificati alla primitiva depressione.
Il problema venne ripreso nel 1918 con piani di bonifica idraulica dal genio civile di Roma e i lavori distinti in due comprensori: bonifica Pontina e Pescinara.
I lavori iniziarono nell’anno 1926.
L’opera preparatoria si manifestò ottima per la costruzione di una rete stradale di grandi canali, di impianti idrovori per il prosciugamento di zone più depresse, il risanamento dei laghi, il risanamento dei bacini più bassi. L’opera rivolta nel campo idraulico era soltanto una parte del problema ancora da risolvere.
Mancava la valorizzazione agricola del territorio bonificato. Il Governo affidò all’Opera Nazionale Combattenti la soluzione definitiva della bonifica dell’agro pontino.
Il lavoro iniziò immediatamente: nel 1932 erano ultimati i lavori di trasformazione fondiaria di oltre diecimila ettari di terreno, quelli della costruzione del nuovo comune di Littoria, nuovo capoluogo di provincia, fondato il 30 giugno 1932 e inaugurato il 18 dicembre dello stesso anno.
Il secondo comune, Sabaudia, fondato il 5 agosto 1933 e inaugurato il 15 aprile 1934.
Entro l’anno venivano condotti a termine i lavori di trasformazione fondiaria di altri 14.000 ettari di terreno incolto appartenente ai comuni di Littoria, Cisterna, Nettuno, Sezze, Sermoneta.
Nel 1934 vennero inaugurati 2.500 case coloniche, 420 Km. di strade, 1.800 Km. di canali e 41.600 ettari di terreni dissodati.
Il 18 dicembre 1935 veniva inaugurato il terzo comune dell’agro pontino, Pontinia, che verrà seguito dai nuovi comuni di Aprilia e Pomezia.
In breve tempo la zona aveva cambiato aspetto, destinazione, benessere.
Tecnici, imprese, operai, danno il meglio di loro stessi, avevano salvaguardato interessi e benessere di una sona già abbandonata e malsana della nostra terra.

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