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Aprile-Maggio 2012/2012 - Articoli e Inchieste
Prospettive
Sprechi e furti: il danno erariale
di Gastone Scarpa

Cinque miliardi chiesti all'ex subcommissario dei rifiuti in Campania per le inutili stabilizzazioni degli Lsu (lavoratori socialmente utili), 20 milioni pagati dalla Farnesina per un ospedale in Albania che non verrà mai costruito, siamo l’ottavo Paese al mondo per spese militari; addirittura il quinto se si analizzano le uscite pro-capite. In sostanza spendiamo e rubiamo come se fossimo ricchi, peccato che siamo in piena recessione



Nel nostro ordinamento rubare allo Stato, o ad un ente pubblico, se si fa parte della pubblica amministrazione, è definito ‘danno erariale’; una definizione cha alle orecchie di chi è a digiuno di giurisprudenza potrebbe sembrare quasi tollerabile. La Corte dei Conti ha però da tempo definito il danno erariale come un «danno all’economia nazionale, inteso come lesione dell'interesse generale». Ed ha aggiunto che tale furto è anche un danno all’immagine della pubblica amministrazione, inteso come grave perdita di prestigio.
«Com’è noto nel corso del 2011 sono state introdotte nell’ordinamento numerose norme, - si legge nella relazione scritta del Procuratore Generale Ludovico Principato, in occasione dell'inaugurazione dell’anno giudiziario 2012 della Corte dei Conti - anche con il meccanismo della decretazione d’urgenza, dirette a tutelare gli equilibri dei bilanci pubblici, oltre che ad una maggiore responsabilizzazione, di tutti i livelli di governo, anche locali, nella gestione amministrativa, finanziaria e contabile». «Dalla lettura della legge sembra evincersi che la Corte non debba limitarsi ad un mero accertamento tecnico circa la congiunta presenza delle suddette condizioni, ma necessariamente valutare anche la sussistenza di un nesso di causalità fra il comportamento del Presidente della Giunta ed il verificarsi delle stesse, oltre all’imputabilità a quest’ultimo dell’elemento psicologico del dolo o della colpa grave».
Nella relazione sono presenti anche le statistiche, «l’analisi quantitativa, rispetto al 2010, indica, accanto ad un consistente aumento delle denunce pervenute agli uffici regionali di procura (+15,5%) un aumento importante (+8,6 %) delle citazioni in giudizio, che, in termini numerici, sono passate da 1093 dell'anno precedente a 1187 nel 2011». «La tipologia delle istruttorie aperte e dei giudizi introdotti continua a seguire l'evolversi e l'articolarsi della Pubblica Amministrazione. Il 19,8 % delle
citazioni deriva dalle azioni per danno da attività contrattuale, il 14,4% da fattispecie concernenti danni al patrimonio, il 10,9% da frodi comunitarie. Resta pressoché costante la tipologia di danno nella gestione del personale (9,1%), mentre decrescono in maniera importante i danni connessi alla mancata riscossione delle entrate (dall’8,3% del 2010 al 3,4% del 2011)».
La fotografia fatta dalla Corte dei Conti delinea un quadro che definire tragico è quantomeno riduttivo. I «soldi sprecati» in questo Paese sono troppi, e il fatto che ci si trovi in piena recessione fa solo aumentare lo sdegno. Il dato di 60 miliardi, presentato da tutti come frutto della corruzione, è anche composto dal danno erariale, frutto di furti e della «gestione improvvisata» che, come ha detto il procuratore campano Tommaso Cottone, «può andare oltre la malafede».


Il 19,8 % delle citazioni deriva dalle azioni
per danno da attività contrattuale, il 14,4%
da fattispecie concernenti danni al patrimonio,
il 10,9% da frodi comunitarie.

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