Austria e Danimarca i paesi meno scortati, seguono Francia e Inghilterra.
In Italia sono circa 585 le personalità sotto scorta, di cui 411 con auto blindata
P asseggiando per le vie del centro se ne possono vedere a centinaia: Audi, Wolkswagen, Mercedes. Le auto blu sono dappertutto nel centro di Roma. Se ci si avvicina, poi, ai palazzi del potere, è ancora più facile incontrare baldi giovani vestiti di tutto punto, in giacca e cravatta, attrezzati con auricolari e woki-toki. Sono le scorte che “proteggono” i nostri politici e uomini di potere, che dovrebbero proteggerli dalla criminalità organizzata e dal terrorismo. Ma andando a guardare più da vicino, molti di coloro che ne godono, non sanno neanche dell’esistenza di minacce terroristiche o criminali. Infatti non si capisce per quale motivo, alcuni di loro, dovrebbero temere questo pericolo, loro che non si sono mai schierati contro la criminalità organizzata, loro che in più di una occasione ci hanno convissuto con la criminalità organizzata, magari li hanno anche difesi in tribunale, o si sono abbassati a scambi di favori. Che senso ha dare la scorta ai presidenti delle regioni, a semplici parlamentari, a ex ministri, agli stessi ministri se non sono sotto una minaccia specifica? Queste scorte vengono pagate con i soldi dei contribuenti italiani e per cui c'è un dispiego di forze dell'ordine probabilmente un pò spropositato. È difficile in realtà capire quanto effettivamente costino le scorte ai cittadini , sembra ci sia un alone di mistero. Il ministero degli Interni non ha mai fornito numeri precisi e forse non li conosce nemmeno. Da alcune indagini e ricerche sembrerebbe che sono circa 585 le personalità sotto scorta, di cui 411 con auto blindata.
Una “lista di priorità”
Ma ci si può tranquillizzare, perché esiste una "lista di priorità" degli scortati, suddivisa in livelli. Il primo livello, è concesso a 16 personalità e consiste in due o tre auto blindate con 3 agenti per auto. Il secondo livello, invece, prevede due auto blindate con 3 agenti ciascuna ed è assegnato a 82 personalità. Una sola blindata con 2 agenti a 312 personalità per il terzo livello. L'ultimo prevede un'auto non blindata con 1-2 agenti, dato a 174 personalità. Ma chi usufruisce dell'auto blindata? Per lo più magistrati e politici; in minima parte anche giornalisti, pentiti, sindacalisti e presidenti di regione e sindaci. Le forze dell'ordine impiegate per la sicurezza di queste personalità sono principalmente agenti di polizia e carabinieri, ma c'è anche un alto numero di circa 400 uomini della vigilanza, impiegati come bodyguard. Per citare solo alcuni che godono di questo servizio: il presidente della Lazio Claudio Lotito, l'ex ministro Paolo Cirino Pomicino, per altro condannato in via definitiva per corruzione che ha una guardia giurata e un'auto blu, i coniugi Mastella, Clemente e Alessandra Lonardo, rinviati a giudizio per aver recepito tangenti. Tra i giornalisti saltano all'occhio Vittorio Feltri, Bruno Vespa, Emilio Fede e Maurizio Belpietro, nonostante un'inchiesta giudiziaria abbia accertato che quest'ultimo non subì mai l'attentato denunciato dalla sua guardia del corpo. Ci sono, poi, i casi in cui la sicurezza dura tutta la vita, la così detta scorta eterna, di cui ne godono: l’ex ministro della Giustizia, Oliviero Diliberto che ha a disposizione autista e agente, l’avvocato ed ex deputato Carlo Taormina che gira con quattro uomini, mentre sono cinque gli agenti per l’ex sottosegretario Mario Baccini. Ma a questi si possono aggiungere gli ex presidenti di Camera e Senato, come Marcello Pera, Fausto Bertinotti e Pier Ferdinando Casini che sono sempre sotto controllo. E, in dolce sin fundo, come non citare Claudio Scajola, l'ex ministro che negò la scorta a Marco Biagi, che fu poi assassinato dalle Nuove Brigate Rosse nel 2002.
Proprio a lui, all’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola, spettano otto poliziotti e due blindate. Niente a che vedere con i 18 agenti e le quattro auto che difendono il governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo. Mentre personalità come il sacerdote Pino Puglisi e il giornalista Beppe Alfano non avevano la scorta e infatti sono stati uccisi dalla mafia, lasciati soli come tanti altri minacciati da pericoli quotidiani eppure non tutelati dallo Stato.
Il nodo delle revoche
e il confronto con l’Europa
Una volta alcuni politici a rischio la scorta la sopportavano a mala pena perché gli era imposta per la reale incolumità della loro vita e del loro lavoro. Ora la scorta i politici che non corrono alcun rischio la vogliono. La pretendono e se non gliela danno fanno il diavolo a quattro. Senza scorta si sentono come un generale senza medaglie e non hanno nulla da mostrare e dimostrare. Un altro dato reso noto è che, negli ultimi anni, lo Stato ha investito 120 milioni di euro per comprare più di 600 Bmw e più di 100 Audi e un’ottantina di Audi A8 e Bmw 7, nei garage pubblici ci sono Lancia Thesis e Lybra, decine di Alfa 164, Fiat Corma e qualche Subaru Legacy. Ma oltre al grave problema dell’assegnazione della scorta, ce n’è un altro ben più grave, quello delle revoche! Sembrerebbe, infatti, che l'assegnazione della scorta avviene attraverso una valutazione della gravità del rischio e non v'è dubbio che, quando l'assegnazione avviene, una necessità esiste. Ma il vero problema riguarda la revoca, ovvero il momento in cui questo rischio cessa e si dovrebbe procedere all'interruzione del servizio, perché il pericolo non esiste più o perché la persona ha cambiato incarico . A questo punto sembra intervenire una specie di meccanismo di resistenza da parte della persona , così spesso si prosegue in un servizio che non ha più ragione di esistere.
Ed è qua che cominciano gli sprechi. Gli ex presidenti di Camera e Senato, per esempio, hanno diritto a mantenere auto blindata e angeli custodi, anche se hanno ormai lasciato la politica: è accaduto con Irene Pivetti e Carlo Scognamiglio come per altri, accompagnati a spese dello Stato persino a mangiare la pizza o a partecipare a un convegno. Ma se guardiamo ai nostri vicini e alle altre capitali europee, la situazione è drasticamente diversa. Il governo danese è avanti su tutto rispetto a noi! Innanzi tutto le recenti elezioni hanno portato al potere una coalizione di socialdemocratici, di una sinistra più radicale e liberale, per lo più affidato nelle mani di una donna di 42 anni che ha scelto a sua volta altre 9 donne e in più ha due ministri di 26 e 28 anni rispettivamente assegnati alle finanze e alla sanità. Inoltre subito dopo l’elezione sono andati dalla loro Regina in bicicletta, attraversando in fila indiana il centro di Copenaghen e la meravigliosa piazza centrale pedonale. Ovviamente l’avvenimento in Italia è stato ignorato dalle nostre televisioni. Il nostro capo di governo potrebbe sfigurare, considerato che quando fa qualche passo a piedi è circondato da circa 31 uomini della scorta e 16 automobili di cui 13 sono blindate. Ma anche l’Austria viaggia sullo stesso binario della Danimarca ed è ugualmente da lodare. Infatti Reinhold Lopatka, sottosegretario alle infrastrutture, ha ricevuto molte mail e lettere di minaccia da sconosciuti. L’esponente politico, infatti, conduceva da mesi una battaglia contro i privilegi dei ferrovieri austriaci, una corporazione che gode di grandi benefici come nessun’altra in Austria e gli fu consigliato di munirsi di scorta, ma lui si è rifiutato accettando solo alcuni consigli su come proteggersi. Neanche da paragonare, insomma, alla doppia scorta di alcuni dei nostri politici. Va sottolineato che in Austria, di politici sotto scorta, ce ne sono soltanto due: il presidente della Repubblica e il cancelliere federale. Per nessun altro uomo pubblico lo Stato austriaco ha disposto un servizio di protezione analogo. Heinz-Christian Strache, leader della destra nazionalista, ha una scorta privata, pagata dal suo partito. Una scorta privata vigila anche sulla vita di Ariel Muzicant, presidente della Comunità ebraica, spesso preso di mira da fanatici neonazisti. Persino il palazzo della Cancelleria, nella Ballhausplatz, o quello del Ministero degli interni, nella Herrengasse, non sono protetti da uomini armati. Potete entrare fin nell’androne, prima che qualcuno vi si avvicini per chiedervi cortesemente che cosa desiderate. Anche in Francia e Inghilterra molti degli esponenti politici che usufruiscono del privilegio delle bodyguard, le pagano privatamente, mettendo mani al proprio portafoglio. Insomma altra politica, altri paesi, altra Europa, altri cittadini, solita Italia.
Ora la scorta i politici che non corrono alcun rischio la vogliono.
La pretendono e se non gliela danno fanno il diavolo a quattro
Lista di priorità. Primo livello: due o tre auto blindate con 3 agenti. Secondo livello: due auto blindate con 3 agenti ciascuna. Una sola blindata con 2 agenti per il terzo livello. L'ultimo prevede un'auto non blindata con 1-2 agenti.
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