L’uomo qualunque e l’uomo con privilegi assoluti.
Quando diciamo casta sappiamo di rivolgerci ad una categoria che gode di vantaggi rispetto al altri che vantaggi non ne ha. Si pensa subito ai politici che godono di privilegi assoluti, irremovibili, incontrollabili. Ma così non è per “caste inferiori”, che riuniscono categorie che hanno gli stesi interessi e vengono avvantaggiati dalle stesse regole.
Ecco comparire queste “caste” che comprendono farmacisti, tassisti, notai e avocati.
Perché liberalizzare loro? Perché sempre queste categorie portano a non premiare i più bravi ma soltanto lavoro che verrà lasciato in eredità ai propri figli.
Chi ha una famiglia normale non arriverà mai a fare progressi nel campo del lavoro.
Così per tassisti che hanno speso lacrime e sangue per comprare una licenza a carissimo prezzo.
E così i farmacisti che hanno studiato e investito.
C’è poi” il figlio di nessuno”, il dipendente a tempo indeterminato che non ha certezze nel campo del lavoro.
Questo il problema da risolvere poiché tutti sembrano aver ragione e si va avanti contestando la ormai famosa liberalizzazione.
Le risorse dell’Italia sono troppo basse ma non si riesce a risolvere il problema e nel frattempo se niente può cambiare, lo Stato resta immobile.
Ritornando sui farmacisti ci sembra che abbiano la fortuna di poter ereditare a numero chiuso, legale, e così se vogliamo parlare dei tassisti, ma se ognuno resta fermo sulle sue convinzioni e interessi propri non si risolverà mai niente.
Per poter creare nuove e più numerose occasioni di lavoro non bisogna fossilizzarsi in una difesa del solo interesse personale.
Giuste le ragioni dei tassisti che rischiano di restare con meno lavoro ma una strada bisogna trovarla. Uno spiraglio in questo campo è stato aperto pensando di permettere a ogni titolare di licenza di prendere uno o più collaboratori che potrebbero guidare la stessa auto fino ad otto ore oppure rendere liberi i turni di lavoro.
Questa è una strada possibile da seguire applicabile in maniera adeguata anche per altre attività che per ora cercano soltanto di difendersi.
Ognuno ha una via che si potrebbe seguire ed arrivare proprio alle liberalizzazioni, che per ora non sono da tutti condivise.
Dovrebbe iniziare in questo periodo la discussione nella Commissione Industria del Senato gravata da numerosi emendamenti (2.299) presentati dai gruppi parlamentari e da singoli senatori specialmente riguardanti le liberalizzazioni per avvocati, assicurazioni e banche.
Il lavoro si presenta arduo specialmente per convincere i partiti di maggioranza a ridurre il numero degli emendamenti e poter giungere a qualche conclusione.
Lo scoglio da superare è la riforma del mercato del lavoro, del famigerato art. 18 per cui è previsto un incontro del Governo con le parti sociali. Il fine è nobile: per chi ha una lunga esperienza di precariato avrebbe la possibilità di passare alla stabilità dopo un periodo di congelamento.
Tante le opportunità offerte che ci auguriamo siano accettate da imprese e sindacati per arrivare ad un incontro del governo con le parti sociali.
Per scongiurare i fallimento del paese sappiano che occorre accettare i sacrifici nell’interesse di tutti.
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