Dal 10 marzo al 25 giugno 2012
Palazzo Fortuny,
Venezia
Palazzo Fortuny, a Venezia, ha inaugurato la prima mostra antologica su Diana Vreeland (Parigi, 1903 – New York, 1989). Diana Vreeland nasce Dalziel a Parigi nel 1903, da padre inglese e madre americana. Si trasferisce presto con la famiglia a New York, ma Parigi, Londra e l’Europa resteranno un punto fermo nella formazione della sua sensibilità. Sofisticata socialite, diventa Mrs. T. Reed Vreeland nel 1924. Nel 1936 viene scoperta da Carmel Snow, che la vede ballare una sera al St. Regis in Chanel. Inizia così la collaborazione con la rivista “Harper’s Bazaar”, di cui diventa fashion editor nel 1939. Rigorosa e visionaria alla stesso tempo, inventa una professione, ed è la moda a seguire lei. Nel 1962 passa all’edizione americana di “Vogue”, che dirige a partire dall’anno successivo. Viene licenziata nel 1971, ma già nel 1972 Thomas Hoving, direttore del Metropolitan Museum of Art di New York, la chiama al Costume Institute in qualità di Special Consultant. Dopo la rivoluzione a “Vogue” negli anni Sessanta, anche il periodo al Met sarà segnato in modo indelebile dallo stile delle sue mostre di moda. Muore nel 1989, a New York. Al memorial service Richard Avedon ha detto di lei: “Diana lived for imagination ruled by discipline. No one has equaled her”.
Il percorso espositivo approfondisce i vari aspetti della sua figura dando inedite chiavi di lettura del suo stile e del suo pensiero. In mostra è possibile ammirare alcuni abiti realizzati apposta per lei che appartengono alla storia della moda e che per la prima volta arrivano in Italia: capi di Yves Saint Laurent e Givenchy indossati da Diana Vreeland, provenienti dal Metropolitan Museum of Art di New York, alcuni straordinari pezzi di Balenciaga di proprietà del Cristóbal Balenciaga Museum, le creazioni più iconiche di Saint Laurent della Fondation Pierre Bergé-Yves Saint Laurent, e, infine, abiti preziosi che hanno segnato la moda del secolo appena passato, provenienti da prestigiose collezioni private e archivi aziendali, fra cui capi di Chanel, Schiaparelli, Missoni, Pucci,Valentino e costumi dei Ballets Russes. Oltre a questi una serie di testi e oggetti ricostruiscono tutti il mondo intorno al personaggio
mostrando come la moda sia un fenomeno complesso e un osservatorio privilegiato per interpretare gusti e tendenze della contemporaneità. E’ ricostruito anche il suo percorso professionale, che ha testimoniato momenti importantissimi della moda della seconda metà del 900.
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