Riapre dopo anni la Galleria d’arte moderna di Roma
con l’esposizione della importante collezione permanente
di circa 3000 opere, dalla metà dell’Ottocento
al secondo Dopoguerra, simboli della storia dell’arte e della Capitale
IIl 19 novembre ha riaperto a Roma la Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale nella sua sede di via Francesco Crispi. La collezione del museo raccoglie oltre 3.000 opere tra scultura, pittura e grafica, realizzate tra meta? Ottocento e secondo Dopoguerra, che raccontano, insieme alla storia dell’arte, anche quella della citta?. La collezione del museo si è costituita tra la fine del 1800 e al metà del 1900. Il primo nucleo di opere, acquistato nel 1883 presso l’Esposizione Internazionale di Belle Arti, fu rapidamente incrementato e la collezione, formalmente istituita nel 1925, venne esposta, quell’anno, a Palazzo Caffarelli in Campidoglio.
Successivamente nel corso degli anni Trenta la raccolta si amplia attraverso le numerose acquisizioni presso le principali rassegne romane dell’epoca. Sempre in questo periodo entrano a far parte della raccolta opere di Giorgio de Chirico, Mario Mafai, Scipione, Gino Severini, Giorgio Morandi, Giuseppe Capogrossi, Afro, Alberto Savinio, Carlo Carra?, Mario Sironi e, tra gli scultori, Arturo Martini, Marino Marini, Giacomo Manzu?. La mostra con cui si è deciso di inaugurare la riapertura della galleria: “Luoghi, figure, nature morte / Opere della Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale” è a cura di Maria Elisa Tittoni, Maria Catalano, Federica Pirani e Cinzia Virno. Presenta circa 140 opere, selezionate lungo l’arco cronologico della collezione e suddivise in tre sezioni tematiche - la figura, le vedute e visioni di Roma, l’oggetto – rispettivamente distribuite nei tre piani dell’edificio. A queste si aggiunge la scultura, unico tema trasversale che, a partire dalle splendide opere di Arturo Martini e Giacomo Manzu? ospitate nel chiostro, prosegue a commento delle tre sezioni espositive in un continuo dialogo tra tradizione e modernita?. Al primo piano viene presentata un’articolata serie di opere dedicate alla figura: dal caposaldo di Nino Costa “Alla fonte”, manifesto della cultura simbolista a Roma, ai ritratti della Secessione, al classicismo degli anni Venti di un’opera esemplare come “Serenita?? di Felice Carena. Si prosegue poi con il Tonalismo della Scuola Romana degli anni Trenta e si presentano capolavori come “Giocatore di Ping-Pong” di Giuseppe Capogrossi, “Giovani in riva al mare” di Franco Gentilini, “Donne che si spogliano” di Mario Mafai, “Bagnanti” di Fausto Pirandello, fino al classicismo rivisitato del “Combattimento di gladiatori” di Giorgio de Chirico. Al secondo piano, prendendo spunto dalla maestosa rappresentazione di Roma del polittico di Hire?my Hirschl, “Sic transit...”, del 1912, il tema si rivolge alla citta?, nel suo duplice aspetto di veduta e di visione. Le vedute realistiche della pittura ottocentesca si affiancano a quelle “classiche” del Novecento di Francalancia e Trombadori e all’espressionismo dei pittori della Scuola Romana. Quest’ultima trova uno dei piu? emozionanti episodi pittorici del Novecento nel capolavoro di Scipione il Cardinal Decano del 1930, con l’evocativo e visionario scenario dell’emiciclo di San Pietro sullo sfondo. L’esposizione si conclude al terzo piano con la sezione dedicata all’oggetto dove, una ricca selezione di opere, consente di analizzare la natura morta, genere caro all’arte del Novecento e, con essa, paesaggi e composizioni di figure dove l’oggetto rappresentato trova inedite letture. Sono qui presentate, tra le altre, opere di Felice Casorati e Giorgio Morandi, di Gino Severini, di Alberto Savinio e Francesco Trombadori.
FOTO: Un'opera di Giacomo Balla
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