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Marzo/2012 - Immagini e Cultura
Chi non ha visto la bambina afghana?
di a cura di Giulio Sarchiola

Una personale di Steve McCurry, famosissimo
fotografo americano, negli spazi del Macro alla Pelanda
fino al 29 aprile, che non segue un criterio cronologico
ma spazia attraverso i suoi lavori, che qui sono circa 200

Fino al 29 aprile si può visitare al “Marco Testaccio – La Pelanda” la mostra “Steve McCurry”, retrospettiva sul lavoro del famoso fotografo americano. McCurry è l’autore di una delle fotografie più famose del mondo, il ritratto della bambina afghana con gli occhi verdi. La fotografia è presente nella mostra affiancata da altre fotografie inedite sempre ritraenti la stessa bambina dandoci un’immagine completamente nuova di quella che è considerata oramai un’icona del XIX secolo. Nato a Philadelphia nel 1950, Steve McCurry comincia presto a collaborare come fotografo con un giornale locale. Dopo tre anni decide di recarsi in India e realizzare il suo primo reportage all’estero. A questa prima esperienza ne seguirono molte altre, nella maggior parte dei paesi asiatici. Inizia così anche una serie di collaborazioni con importati testate giornalistiche come Time, Life e Newsweek, fino a diventare un fotografo del National Geographic per il quale realizza moltissimi reportage. Nel 1985 diventa un membro dell’importante agenzia Magnum di cui fa ancora parte. Il suo lavoro è stato riconosciuto da diversi premi tra cui l’importante World Press Photo. Oramai sempre in viaggio, più facilmente in qualche parte dell’Asia che non in America, Steve McCurry ha fatto del viaggiare una sua dimensione di vita: «Perche? gia? il solo viaggiare e approfondire la conoscenza di culture diverse, mi procura gioia e mi da? una carica inesauribile». La mostra alla Pelanda sta avendo un grandissimo successo di pubblico. Curata da Fabio Novembre la scelta delle fotografie non è stata realizzata seguendo un criterio spazio temporale ma cercando di far emergere la forte identità del lavoro del fotografo che in qualsiasi parte del mondo ed in qualsiasi situazioni riesce ad esprimere il proprio punto di vista rispetto alle realtà che incontra. Il percorso espositivo comprende oltre 200 fotografie. Sono presenti le sue fotografie più famose oltre che i suoi lavori più recenti, scattati tra il 2009 e il 2011, come il progetto the last roll con le 32 immagini scattate in giro per il mondo utilizzando l’ultimo rullino prodotto dalla Kodak, gli ultimi viaggi in Thailandia e in Birmania con una spettacolare serie di immagini dedicate al Buddismo e un lavoro inedito su Cuba. E’ esposta anche una selezione delle sue “fotografie italiane”, un omaggio all’Italia nell’anno in cui festeggia il suo 150° anniversario , frutto dei ripetuti soggiorni effettuati nel corso di quest’anno in varie citta? e regioni, dal Veneto alla Sicilia, appositamente per questo evento. L’allestimento e? pensato come un villaggio nomade, una serie di volumi che si compenetrano tra loro, per restituire quel senso di umanita? che si respira nelle foto di McCurry.

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