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Giugno-Luglio/2019 - Pubblicazioni
Letteratura
Storia di un premio letterario
di F. N.

Roma, 1947: Tempo di uccidere è il primo romanzo - dall’atmosfera surreale - pubblicato dalla casa editrice Longanesi, che vinse lo Strega.
Ambientato durante la guerra in Etiopia, narra la storia di un ufficiale del Regio Esercito il quale, dopo un incontro intimo con una ragazza indigena che il protagonista uccide per errore e dopo aver scoperto che il turbante indossato dalla ragazza è il segno di distinzione dei lebbrosi, inizia una peregrinazione introspettiva, piena di rimorsi e frustrazioni, attraverso un’Etiopia che nella mente scossa del protagonista assume connotati fantasiosi, grotteschi e quasi mistici. Lo stesso Flaiano nel 1935 venne imbarcato per l’Etiopia col grado di sottotenente.
Il Premio Strega è universalmente riconosciuto come il premio letterario più prestigioso d’Italia, oltre a godere di una consolidata fama in Europa e nel resto del mondo. Prende il nome dal famoso liquore di Benevento, prodotto dal 1860 dalla Strega Alberti e viene assegnato annualmente all’autore o all’autrice di un libro pubblicato in Italia, tra il 1 aprile dell’anno precedente e il 31 marzo dell’anno in corso. Fu istituito dalla scrittrice Maria Bellonci e da suo marito Goffredo. Nel dopoguerra il Premio, diventa traino per il mondo della cultura italiana, logorato da oltre vent’anni di dittatura fascista e dal recente conflitto.
“Già da tempo cominciavo a pensare ad un nostro premio, un premio che nessuno ancora avesse mai immaginato. L’idea di una giuria vasta e democratica che comprendesse tutti i nostri amici mi sembrava tornar bene per ogni verso; confermava il nuovo acquisto della democrazia”. Così Maria Bellonci racconta la nascita, tra il gruppo degli Amici della domenica, che riuniva con il marito Goffredo nella sua casa romana, dell’idea di dare vita a un nuovo premio letterario, che contribuisse nell’Italia del primo dopoguerra alla rinascita culturale del Paese. “Cominciarono, nell’inverno e nella primavera 1944, a radunarsi amici, giornalisti, scrittori, artisti, letterati, gente di ogni partito unita nella partecipazione di un tema doloroso nel presente e incerto nel futuro. Poi, dopo il 4 giugno, finito l’incubo, gli amici continuarono a venire: è proprio un tentativo di ritrovarsi untiti per far fronte alla disperazione e alla dispersione. Prendiamo tutti coraggio da questo sentirci insieme. Spero che sarà per ognuno un vivido affettuoso ricordo”.
L’unico scrittore ad aver vinto il Premio più di una volta è stato Paolo Volponi, nel 1965 con La macchina mondiale e nel 1991 con La strada per Roma. Tra i vincitori nel corso degli anni ci sono stati Vincenzo Cardarelli, Cesare Pavese, Corrado Alvaro, Alberto Moravia, Massimo Bontempelli, Dino Buzzati, Tommaso Landolfi, Primo Levi. Undici sono state le donne ad aggiudicarsi il riconoscimento, tra cui Elsa Morante, Natalia Ginzburg, Lalla Romano.
La LXXIII edizione è culminata con la serata conclusiva il primo giovedì di luglio, come ogni anno, che stavolta è caduta il 4 del mese.
Alla selezione per la cinquina conclusiva, avvenuta quest’anno al Tempio di Adriano invece chein via Fratelli Rispoli nella storica sede ai Parioli della Fondazione Bellonci, hanno partecipato i dodici scrittori che seguono:
Valerio Aiolli, Nero ananas, Voland.
Paola Cereda, Quella metà di noi, Perrone.
Benedetta Cibrario, Il rumore del mondo, Mondadori.
Mauro Covacich, Di chi è questo cuore, La Nave di Teseo.
Claudia Durastanti, La straniera, La Nave di Teseo.
Pier Paolo Giannubilo, Il risolutore, Rizzoli.
Marina Mander, L’età straniera, Marsilio.
Eleonora Marangoni, Lux, Neri Pozza.
Cristina Marconi, Città irreale, Ponte alle Grazie.
Marco Missiroli, Fedeltà, Einaudi.
Antonio Scurati, M. Il figlio del secolo, Bompiani
Nadia Terranova, Addio Fantasmi, Einaudi.

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